Le quote di migranti dell'Unione Europea

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-14

Come funziona il sistema di ripartizione di Bruxelles in un’infografica del Corriere della Sera

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Un sistema automatico per ricollocare in modo permanente i richiedenti protezione internazionale arrivati direttamente sul suolo europeo, distribuendoli tra Stati membri, secondo Quote obbligatorie. Questo il sistema di quote di migranti ieri definito dall’Unione Europea per una proposta legislativa che sarà presentata entro fine anno. E nel 2016 si pensa già di “rivedere” il sistema Dublinos. Ma una prima misura di emergenza per Quote, che sarà modello e banco di prova per quella che seguirà, sarà presentata già al collegio dei commissari del 27 maggio e, sentito il Parlamento, arriverà sul tavolo del Vertice europeo del 25 e 26 giugno, per essere votata a maggioranza qualificata. Il sistema è qui rappresentato in un’infografica del Corriere della Sera:

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Le quote dei migranti dell’Unione Europea (Corriere della Sera, 14 maggio 2015)

Dopo Germania e Francia, l’Italia – con l’11,84% – ha la terza quota più alta in Ue. Ma come spiegato dal capo della diplomazia Ue, l’Italia in quanto Paese beneficiario “sarà esentato”. Gli Stati che si vedranno allentare la pressione dovrebbero essere Italia, Grecia, e Malta: saranno designati ufficialmente, con la cifra totale da ridistribuire, nel documento di fine maggio. Il vicepresidente dell’esecutivo Timmermans ci ha tenuto ad evidenziare che il piano è passato nel collegio dei commissari con un voto “all’unanimità”. Una sottolineatura per dimostrare come i membri dell’esecutivo siano rimasti indipendenti di fronte ai pressing delle cancellerie. La proposta delle Quote infatti ha già dei nemici dichiarati, dall’Ungheria alla Polonia, dalla Lituania alla Slovacchia, alla Repubblica Ceca. Un plotone che sarebbe stato sicuramente guidato dal premier britannico David Cameron, se non avesse avuto la possibilità di “opt out” e quindi di sfilarsi dall’operazione, con Irlanda e Danimarca. Su un altro binario si muove invece la partita dei reinsediamenti, ovvero il trasferimento dei richiedenti protezione internazionale che si trovano nei campi profughi di Paesi terzi. La Commissione stanzia 50 milioni di euro e propone un numero target complessivo di 20mila (persone che vengono individuate dall’Unhcr) da ripartire in tutta Europa, anche in questo caso secondo percentuali determinate. La quota dell’Italia è 9,94% – 1989 persone – e in questo caso non è esentata. E’ la percentuale più alta dopo Germania 15,43%, 3.086; Francia 11,87%, 2375; e Gran Bretagna 11,54%, 2309. Tuttavia la partecipazione del Regno Unito (così come quella della Danimarca e dell’Irlanda) è opzionale e Londra ha già dato segnali di volersi tenere alla larga. L’esecutivo presenterà una Raccomandazione per l’adozione al summit di fine giugno. Sembrano invece voler partecipare tutti alla missione militare europea contro i trafficanti, per la quale resta però necessaria una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’Italia ha proposto un capo militare (l’ammiraglio di divisione Enrico Credendino) e messo a disposizione un quartier generale a Roma. Lunedì a Bruxelles i ministri degli Esteri e della Difesa europei in formazione ‘jumbo’ daranno il via libera al piano generale della missione antiscafisti, il cosiddetto Crisis Management Concept finalizzato oggi dai diplomatici del Cops. Tre le fasi previste per contrastare gli scafisti e distruggere i barconi: operazioni in acque internazionali, nelle acque libiche e sulla costa.

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