Le macerie del Divo Nerone

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-25

A cinque mesi dal flop della rappresentazione l’allestimento fa ancora bella mostra di sé (si fa per dire) sul Palatino. La nota della CGIL

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“Il caso ‘Divo Nerone’, salito agli onori delle cronache quest’estate, dopo aver occupato le pagine dei giornali adesso ingombra ancora con l’enorme – e aggiungeremmo noi osceno – palco il Palatino, nonostante siano trascorsi 5 mesi dal prevedibile flop della cosiddetta ‘opera rock'”. Lo afferma, in una nota, la Fp Cgil Roma e Lazio, aggiungendo che “Soprintendenza e Ministero si rimpallano la responsabilità di aver autorizzato l’evento, lo Stato tramite il Parco Colosseo pagherà lo smontaggio del palco che le società coinvolte non rimuovono, artisti e tecnici avviano cause legali”. La Fp Cgil di Roma e Lazio sottolinea poi di essere “stata presente ai tavoli di contrattazione locale della Ex Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, che da marzo 2017 hanno presentato ‘Divo Nerone’ alle parti sociali, per regolare ai sensi del contratto la partecipazione all’evento dei lavoratori del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, necessari a garantire la tutela e la vigilanza del patrimonio archeologico e delle aree interessate”.


“Abbiamo sin da subito espresso grandi perplessità sul progetto – ricorda il sindacato – sull’impatto ambientale e acustico ai danni dei beni archeologici e sull’opportunità culturale di una simile operazione, e per queste ragioni non sottoscritto l’accordo per la partecipazione dei lavoratori”. “Oggi le macerie di ‘Divo Nerone’ sono uno scempio sotto gli occhi di tutti e i lavoratori del Mibact che pure hanno prestato servizio durante l’evento non sono stati ancora pagati. Si tratta – spiega il sindacato – di un credito di oltre 60.000 euro per prestazioni in conto terzi che la Nero Divine Ventures non ha corrisposto e per cui il Ministero tarda a esigere l’escussione di una polizza fideiussoria prevista per legge e in scadenza il 31 dicembre prossimo“. “Abbiamo naturalmente attivato la tutela legale per questi lavoratori, ma è intollerabile che dipendenti del Ministero debbano ricorrere agli avvocati per ottenere la retribuzione per un lavoro prestato nell’ambito di una convenzione sottoscritta dal Ministero stesso. Il Mibact dovrebbe farsi immediatamente parte attiva e garante dei pagamenti”, conclude la Fp Cgil Roma e Lazio.

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