Le Iene e le case dei cardinali a canone zero

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-10

I lussuosissimi appartamenti ricevuti dal Vaticano per vivere. Dove va a finire l’Obolo di San Pietro. Le case del Vaticano per saune e alberghi. Gli imprenditori amici di Propaganda Fide che li gestivano. Quattro prelati interrogati

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Ieri sera le Iene hanno mandato in onda un servizio sulle case dei cardinali a canone zero. Nel servizio Gaetano Pecoraro va a chiedere conto ai cardinali dei lussuosissimi appartamenti ricevuti dal Vaticano per vivere. Una storia che prende il via dal libro Via Crucis di Gianluigi Nuzzi, che ha raccontato estensione ed utilizzo del patrimonio della Chiesa, e ha causato lo scoppio dell’ultimo Vatileaks.  Anche perché era stata proprio la Cosea, la commissione referente per lo studio dei problemi economici e amministrativi, a stilare l’elenco delle case di proprietà di ben 26 istituzioni. E dalla Cosea le informazioni sono uscite per diventare di pubblico dominio. Il servizio comincia raccontando come finisce l’Obolo di San Pietro, ovvero il computo totale delle offerte che vengono fatte nelle chiese di tutto il mondo e di regola dovrebbero essere utilizzate dal Papa per fare beneficenza ai poveri. In realtà, come spiega lo stesso Nuzzi, di questa cifra il 60% serve a sostentare la diocesi in cui l’obolo è raccolto, il 20% va al sostentamento del Vaticano e solo l’ultimo 20% finisce effettivamente ai poveri.

Le Iene e le case dei cardinali a canone zero

E non è tutto. Perché, come racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, sono state le inchieste giudiziarie a svelare come in alcuni palazzi nel centro storico di Roma fossero stati aperti centri di saune e massaggi, molto spesso frequentati da religiosi per incontri a luci rosse. Ma anche a far emergere l’identità di imprenditori che erano riusciti ad ottenere da Propaganda Fide interi stabili da adibire a hotel.

Come nel caso di Maurizio Stornelli, fratello dell’ex dirigente di Finmeccanica Sabatino, che con la sua società «Burcardo» ha siglato nel 2013 un contratto per l’affitto di un intero edificio da centinaia di metri quadri dove sono state create lussuosissime suite, ma anche altri locali meno prestigiosi ma ugualmente adatti per essere aperti a un pubblico molto selezionato. Di casi analoghi ce ne sono decine. Del resto — oltre alla lunga lista di privati che hanno ottenuto i contratti di locazione per un periodo di tempo lunghissimo e un canone basso — Propaganda Fide ha rapporti con decine di aziende, spesso copertura dei reali intestatari. Basti pensare che sono circa 800 gli appartamenti di proprietà per un totale di oltre 180 mila metri quadri. Le verifiche svolte dalla Gendarmeria hanno accertato che tra le carte rubate ci sono gli elenchi di tutti gli inquilini con accanto la cifra versata mensilmente. E proprio su questo si stanno concentrando nuovi controlli, anche tenendo conto che un’altra istituzione religiosa finita «sotto osservazione» è il Pio sodalizio dei Piceni, anch’esso proprietario di numerosi immobili e diventato noto per la casa nel centro storico della capitale affittata all’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

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L’infografica del Corriere della Sera sul patrimonio immobiliare di Propaganda Fide (10 novembre 2015)

Ma il pezzo forte sono le case ai cardinali, e le risposte di questi ultimi alle domande sulle loro abitazioni:

Le case ai cardinali nel servizio delle Iene di next-quotidiano

L’elenco delle case dei cardinali a canone zero

Nel libro di Nuzzi è disponibile questa tabella che riproduce l’elenco degli inquilini che a canone zero godono di appartamenti di ampie superfici di proprietà dell’Apsa. Tutte le case si trovano in zone di pregio di Roma: vicino al Vaticano, nel centro storico. I dati disponibili sono quelli fuoriusciti dalla commissione pontificia Cosea e risalgono a contratti in vigore nel 2013.
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Ricorda Nuzzi nel suo libro che un appartamento di proprietà della Chiesa non viene quasi mai dato in locazione a prezzi di mercato. La riduzione è clamorosa: oscilla tra il 30 e il 100 per cento rispetto ai prezzi medi. Questo determina mancati introiti per decine e decine di milioni e situazioni paradossali: alcuni beni costituiscono ormai delle autentiche passività, essendo divenuto incolmabile il disavanzo tra quanto si incassa con l’affitto e quanto si spende di manutenzione straordinaria. A Roma l’APSA diversifica i canoni di locazione in tre modi: per tipologia di contratto (nuovo o rinnovo), per soggetto contraente (dipendenti, pensionati ed esterni) e per zone. A seconda della zona, spiega Via Crucis, si va così dai cinque euro al metro quadrato per mese di Castel Gandolfo e Ladispoli ai 9,88 euro per gli attici in centro. Questo significa che per uno splendido attico in palazzo d’epoca che si affaccia su Piazza San Pietro si pagheranno solo 1000 euro al mese. Infine c’è l’elenco Che vede ad esempio Salvatore Fisichella vivere in 415 metri quadri, William Joseph Levada in 515, Gianfranco Ravasi in 363. Giusto per stare larghi.

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