Le due ipotesi sulla morte di Giulio Regeni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-04

La procura dice che lo studente di Fiumicello è stato torturato e ucciso. La polizia sostiene che sia morto in seguito a un incidente stradale. Un’altra ipotesi è che sia stato ucciso al termine di una rapina finita male

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Giulio Regeni è morto per un incidente stradale oppure è stato torturato e ucciso? Dall’Egitto arrivano ipotesi contraddittorie sulla fine del 28enne originario di Fiumicello in provincia di Udine e studente all’Università di Cambridge.  Il procuratore del Cairo, Ahmed Nagi, che guida il team impegnato nelle indagini, ha detto che il corpo di Regeni è stato trovato ieri sul bordo di un’autostrada fuori dal Cairo. Nagi ha aggiunto che il corpo era nudo dalla cintola in giù.

Le due ipotesi sulla morte di Giulio Regeni

Due sono le ipotesi emerse finora, diffuse rispettivamente da procura e polizia: che il ragazzo sia stato torturato e ucciso; oppure che sia morto in seguito a un tragico incidente stradale. La prima ipotesi è stata confermata da Hosam Nassar, direttore della procura di Giza, mentre la seconda è stata diffusa dal direttore del Dipartimento investigativo di Giza, Khaled Shalabi. Lo studente italiano è sparito il 25 gennaio scorso in un distretto centrale di Giza nel quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir: una ricorrenza temuta dalle autorita’ egiziane che hanno “blindato” le principali piazze del paese nel timore di manifestazioni di massa contro il governo. La sera prima dell’anniversario, inoltre, la polizia egiziana ha arrestato lo studente David Victor, cittadino statunitense accusato di “incitare le proteste”. Fonti locali riferiscono che la situazione era molto tesa in quei giorni. Il 25 gennaio Regeni avrebbe dovuto incontrare un suo amico nel centro del Cairo presidiato da un’ingente presenza delle forze di polizia. Il sospetto e’ che lo studente italiano possa essere stato fermato da una squadra delle forze dell’ordine locali, non nuove a torture per estorcere informazioni ai prigionieri. Nelle scorse settimane il presidente Abdel Fatah al Sisi è dovuto intervenire pubblicamente per condannare la brutalità della polizia dopo lo scoppio di diversi scandali. Nel frattempo il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, ha convocato stamane con urgenza l’ambasciatore della Repubblica araba d’Egitto, Amr Mostafa Kamal Helmy. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, mentre è probabile il governo italiano stia esercitando pressioni affinche’ le indagini in Egitto siano svolte in modo congiunto, dunque con la partecipazione di funzionari italiani. L’ambasciatore Helmy, da parte sua, ha confermato la “massima collaborazione” da parte delle autorita’ egiziane nelle indagini. Un’altra ipotesi che è emersa, diffusa stavolta dal quotidiano “al Masry al Youm”, è che il ragazzo possa essere stato ucciso durante una rapina finita male, indicando in tal senso la natura “criminale e non politica” del delitto. In attesa dei risultati definitivi dell’autopsia sul corpo del giovane, tuttavia, le prime indiscrezioni riferiscono di mutilazioni al naso e all’orecchio, bruciature di sigaretta e segni di coltellate all’altezza della spalla. Il cadavere del cittadino italiano e’ stato trovato seminudo ieri nella periferia nord del Cairo, in un luogo lontano sia dalla residenza del giovane (el Dokki, quartiere centrale di Giza) sia dal luogo dove aveva appuntamento con il suo amico il 25 gennaio scorso (centro del Cairo).

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Un disegno di Giulio Regeni usato per l’appello alla sua ricerca la scorsa settimaan

La strumentalizzazione politica

La morte del giovane ricercatore italiano sarebbe stata provocata “dai colpi inferti con strumenti taglienti”, come dimostrano “le ecchimosi in varie parti del corpo”, secondo il risultato cui sono giunti i medici legali dell’obitorio di Zeinhem, nella capitale egiziana, secondo quanto si legge sul sito di notizie locale ‘Dotmsr’. Intanto in Italia è già partita la strumentalizzazione politica della vicenda. “Verita’ su Giulio Regeni. Almeno questo e’ dovuto al nostro paese e alla famiglia del ragazzo. Il governo pretenda subito dall’Egitto che anche esperti italiani possano verificare quanto successo. Non possono essere ammesse reticenze o risposte fumose e o ondivaghe dalle autorita’ del Cairo”, dice il capogruppo della Lega Nord alla Camera Massimilia Fedriga sulla tragica morte di Regeni. Ovviamente, pretendere chiarezza è quello che vogliono tutti.  “Chiediamo che il governo riferisca e dia subito spiegazioni domani mattina in aula, relativamente alla morte di Giulio Regeni, il ragazzo italiano trovato morto ieri al Cairo”, dice invece Gianluca Pini della Lega Nord, come se domani si potesse sapere con certezza l’accaduto e tacendo sul fatto che ogni spiegazione che il governo potrà dare sarà in base a quello che diranno le autorità egiziane.

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