Laura Picciurro: la storia della dirigente di Bagheria e del sindaco M5S che le deve 93mila euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-04

Il primo cittadino ha perso in giudizio contro la dirigente che era stata destinataria di tredici provvedimenti disciplinari e della conseguente sospensione dello stipendio. Ora il Comune dovrà risarcirla. Mentre pende anche un’indagine per abuso d’ufficio e accuse di mobbing

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Laura Picciurro è una dirigente del comune di Bagheria che era stata sospesa dal servizio dal 17 giugno 2015 al 16 maggio 2016 per decisione del sindaco Patrizio Cinque. La Picciurro ha vinto in tribunale a Termini Imerese contro il Comune: il giudice del Lavoro Roberto Rezzonico ha disposto il pagamento degli 11 mesi durante i quali la Picciurro non ha lavorato, per un totale di oltre 93mila euro.

Laura Picciurro: la storia della dirigente di Bagheria e del sindaco M5S

La storia comincia nel marzo del 2015, quando la Picciurro è oggetto della prima di tredici contestazioni disciplinari con quattro sospensioni e blocco dello stipendio, per un totale di quindici mesi e dieci giorni. Il tribunale ha sancito l’annullamento delle prime due sospensioni. Come mai questa attenzione particolare nei confronti della dirigente? Livesicilia racconta che la Picciurro aveva presentato un esposto su un affidamento da tre milioni per sei mesi del Comune alla ditta TEC, del settore dei rifiuti. La dirigente venne ascoltata in commissione antimafia all’Assemblea Regionale Siciliana dove parlò di presunte anomalie nell’appalto. Da quel momento scatta la guerra nei confronti della dirigente, mossa però con armi spuntate secondo il Tribunale del Lavoro:

All’inizio del 2015, infatti, il sindaco grillino di Bagheria, Patrizio Cinque, ha nominato il segretario generale Eugenio Alessi all’Ufficio per i provvedimenti disciplinari. Proprio Alessi, qualche mese dopo, ha deciso nella veste di “giudice interno” la sospensione di Picciurro. Una procedura illegittima, secondo il tribunale di Termini: «L’idea che un soggetto, quale segretario, segnali qualcosa a se stesso quale Ufficio provvedimenti disciplinari – si legge nella sentenza – appare decisamente incongrua in quanto, anche in tal caso, ed a prescindere da altre considerazioni, finisce con il dare all’Ufficio provvedimenti disciplinari una connotazione meramente nominalistica, tale da svuotare di senso e funzione la sua stessa istituzione, obbligatoria per legge». Insomma: se giudice e accusatore coincidono, è la tesi del tribunale, l’esistenza stessa dell’ufficio non ha senso.

Nel frattempo Laura Picciurro ha presentato un’altra denuncia nei confronti dell’amministrazione di Bagheria: il sindaco Cinquestelle di Bagheria insieme agli assessori Maria Laura Maggiore e Fabio Atanasio, all’ex assessore Luca Tripoli e al segretario generale del Comune Eugenio Alessi sarebbero indagati per abuso d’ufficio dopo la denuncia della dirigente che li ha accusati di attuare una persecuzione nei suoi confronti. Racconta ancora Livesicilia:

Un “accanimento”, secondo la diretta interessata, che sarebbe confermato da un altro episodio. La dirigente, infatti, aveva chiesto il trasferimento “in comando” in un altro Comune, quello di Monreale. Un modo, spiega la dirigente, per ritrovare altrove la serenità perduta. E sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto: c’era l’ok del sindaco di Monreale, il via libera del Ministero dell’Interno e, in un primo momento, anche quello di Patrizio Cinque. Che poi ci ripensa. E blocca il trasferimento per ragioni organizzative. In realtà in caso di trasferimento, il Comune di Bagheria avrebbe perso il diritto a occuparsi delle questioni disciplinari relativi alla dirigente.

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La casa di comproprietà di Patrizio Cinque a Bagheria (Le Iene, 14 febbraio 2016)

Le case abusive a Bagheria

Patrizio Cinque era già finito sulle prime pagine dei giornali per le case abusive a BagheriaLuca Tripoli, suo assessore, ha restituito le deleghe dopo che il comune ha ufficialmente respinto la richiesta di sanatoria per la casa dei suoi genitori. Il sindaco decise di chiedere scusa per aver affermato il falso durante l’intervista mandata in onda dalle Iene quando ha sostenuto che la casa del padre fosse stata già sanata, visto che l’iter non è ancora terminato. Luca Tripoli aveva detto la stessa cosa e gli uffici hanno respinto ufficialmente la richiesta del padre.

Patrizio Cinque e la casa abusiva a 5 stelle di next-quotidiano

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