La strage del Bataclan poteva essere evitata?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-11-23

Un uomo racconta di aver avuto un diverbio in serata con due uomini davanti al locale poi colpito dai terroristi. Ha avvertito la polizia poco prima degli attacchi, dice, ma non è stato preso sul serio. Il giorno dopo ha riconosciuto i kamikaze in prefettura

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La strage al Bataclan si poteva evitare? Un testimone ha raccontato oggi a BFMTV di aver visto poche ore prima dell’attacco i terroristi davanti al Bataclan: avevano parcheggiato male l’automobile davanti al teatro. Racconta Mohamed (il nome è di fantasia) che si trovava al ristorante Cellar nel XI arrondissement di Parigi, che frequenta abitualmente perché gestito da un amico. Mentre fumava una sigaretta fuori dal locale ha notato una macchina nera che aveva difficoltà a parcheggiare, e ha tentato di parlare con gli occupanti per segnalare che stavano occupando l’uscita di un garage.

La strage del Bataclan si poteva evitare?

«Ho detto loro di spostarsi perché così le altre auto non avrebbero potuto passare. Mi hanno guardato freddamente, senza aprire il finestrino. Avevano occhi strani, sembravano strafatti, per questo ho avuto paura e mi sono fermato». Allora ha continuato dai tavoli del ristorante a guardare successivamente la vettura, che rimaneva lì con il motore acceso e i fari spenti. Quando se ne va sono le 21 e 20, la macchina è ancora lì e lui pensa che si tratti di spacciatori o ladri.

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Il percorso dal ristorante Cellar al Bataclan

Più tardi, quando apprende la notizia degli attentati allo Stade de France, Mohamed dice di aver provato a più riprese a contattare la polizia. Le sue telefonate, effettuate verso le 21,40, vengono indirizzate al commissariato dell’XI arrondissement dopo che lui aveva chiamato il XVII, ma le persone con cui parla e a cui racconta l’incontro con gli occupanti dell’automobile nera non sembrano prenderlo molto sul serio. La strage al Bataclan comincia alle 21,49. Il giorno dopo la polizia lo richiama e lui racconta di nuovo tutta la storia: quando gli mostrano le foto di alcuni dei terroristi che hanno colpito al Bataclan, li riconosce come gli occupanti dell’automobile dagli occhi spiritati.

L’identificazione del terzo kamikaze del Bataclan, dove sono morte la maggior parte delle vittime di Parigi, è in corso. I primi due sono dei francesi che avevano soggiornato in Siria, Omar Ismail Mostefai, 29 anni, e Samy Amimour, 28. Come il terzo kamikaze dello Stade de France, Bilal Hadfi, francese di 20 anni che risiedeva in Belgio. Salah Abdeslam ha noleggiato la Polo che ha portato i terroristi al Bataclan – la sala concerti dove suonavano gli Eagles of Death Metal – e una Clio, oltre a prenotare le camere d’albergo usate prima delle stragi. Suo fratello Brahim, come altri cinque uomini armati, ha azionato un giubbetto esplosivo la notte degli attentati. Un settimo jihadista è stato abbattuto dai poliziotti nell’irruzione al Bataclan.

Il punto sulle indagini

Gli inquirenti sono intanto ancora al lavoro per dare un nome a tutti i terroristi che hanno perpetrato i sanguinosi attentati del 13 novembre e per scovare Salah Abdeslam, uno dei principali sospettati, da nove giorni forse uno degli uomini più ricercati d’Europa. Fra i senza nome figura l’uomo morto da kamikaze nell’appartamento dove il jihadista belgo-marocchino Abdelhamid Abaaoud, presunto organizzatore degli attentati rivendicati dallo Stato islamico (Isis), aveva trovato rifugio a Saint Denis, banlieue Nord di Parigi. L’uomo è sconosciuto alla polizia francese: gli investigatori hanno isolato il suo Dna ma non figura schedato dalla polizia. Neanche due dei tre kamikaze dello Stade de France hanno ancora un nome. Di loro si sa che sono stati controllati all’inizio di ottobre sull’isola greca di Leros fra il flusso dei migranti in fuga dalla Siria. La polizia ha lanciato un pubblico appello per raccogliere informazioni sul terrorista che si è fatto saltare in aria presso la porta H dello stadio. Un appello simile era già stato lanciato per l’altro kamikaze dello stadio. Per quanto riguarda i ruoli, si ignora se l’uomo che si è fatto esplodere a Saint Denis abbia partecipato direttamente agli attentati, nella fattispecie se sia il terzo componente del commando che ha aperto il fuoco sui caffè e ristoranti del X e XI arrondissement spostandosi a bordo di una Seat nera. Grazie al lavoro sulle impronte digitali e alle telecamere di sorveglianza, gli investigatori pensano di aver identificato in questo trio Abaaoud e Brahim Abdeslam, che ha azionato la sua cintura esplosiva in un ristorande dell’XI arrondissement uccidendosi. Abaaoud è morto nell’assalto delle teste di cuoio francesi nell’appartamento di Saint Denis. Come sua cugina, sospettata di averlo aiutato a trovarsi questo nascondiglio nella periferia parigina. L’identificazione del terzo kamikaze del Bataclan, dove sono morte la maggior parte delle vittime di Parigi, è in corso. I primi due sono dei francesi che avevano soggiornato in Siria, Omar Ismail Mostefai, 29 anni, e Samy Amimour, 28. Come il terzo kamikaze dello Stade de France, Bilal Hadfi, francese di 20 anni che risiedeva in Belgio.

nomi e cognomi dei terroristi degli attentati di parigi
Chi sono i terroristi degli attentati di Parigi (Corriere della Sera, 18 novembre 2015)

Le operazioni effettuate ieri e questa mattina a Bruxelles, con un totale di 21 fermi, non hanno portato all’arresto di Salah Abdeslam, fratello di un kamikaze e che ha avuto quanto meno un ruolo logistico negli attentati. Si sono perse le sue tracce alcune ore dopo gli attentati dopo un controllo dei gendarmi francesi a cui è sfuggito alla frontiera franco-belga. E resta il mistero su cosa abbia fatto effettivamente.
 
 

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