La storia di Messina senza acqua

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-29

La rottura della condotta idrica di Fiumefreddo a Calatabiano per una frana ha causato uno stop della fornitura che dura da cinque giorni e potrebbe prolungarsi per altri cinque. I cittadini sono esasperati, il sindaco ricorda che manca anche la strada d’accesso per arrivare al danno

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La città di Messina è da cinque giorni senza acqua dopo la rottura della condotta idrica di Fiumefreddo a Calatabiano (Ct) per una frana. I lavoratori dell’Amam, l’azienda meridionale acque di Messina, sono a lavoro da giorni per riparare il guasto. I tecnici sono al lavoro per ripristinare la condotta ma lo smottamento rende difficoltoso raggiungere il luogo dove si registrano i danni. Si sta lavorando per realizzare un accesso sicuro. Il sindaco Renato Accorinti temendo un emergenza igienico sanitaria ha chiuso le scuole. I tecnici dell’Amam hanno raggiunto il posto impervio dove si è verificata la frana e sperano di riparare la condotta prima possibile. L’Amam spera di poter fare arrivare l’acqua in tutta la città almeno per due ore giornaliere, ma molti quartieri sono a secco. Intanto diversi consiglieri comunali chiedono se sia possibile fare degli accordi anche con altre fonte di approvvigionamento come l’acquedotto Alcantara perché questa è l’ennesima emergenza idrica che ha colpito la città in pochi anni.

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#messinasenzacqua, foto da Twitter @seisicilianose

La storia di Messina senza acqua

I messinesi anche mercoledì si sono radunati per rifornirsi dalle autobotti nei due punti individuati dell’autoparco e dell’ex Gazometro. I residenti lamentano le file di ore e la carenza di informazioni. Tra chi ha avuto più difficoltà i diversamente abili e gli anziani. Il portavoce del Movimento peloritano democrazia disabile Mario Midolo spiega: «Sono ben 5 giorni che Messina è senza un goccio d’acqua nei serbatoi delle abitazioni private e nessuno, fra i responsabili delle istituzioni o tra le decine di associazioni di categoria, ha pensato di chiedere ai disabili, agli anziani soli e agli ammalati non ricoverati di segnalare la loro situazione». L’assessore regionale al Territorio Maurizio Croce e i vertici del dipartimento saranno sentiti dalla Commissione regionale Antimafia in merito alle frane che, tra settembre e ottobre, hanno messo in ginocchio la provincia di Messina. Lo annuncia il presidente della Commissione, Nello Musumeci: “Da giorni sto valutando la documentazione di cui siamo in possesso. Ne emerge un quadro sconsolante: da oltre un anno il Genio Civile di Messina aveva dato l’allarme e nessuno nel governo regionale lo ha raccolto. Concorderemo il da farsi nella seduta di mercoledi'”. Le carte del Genio Civile parlano chiaro: i torrenti negli anni, a causa di regimentazioni idrauliche rigide, hanno accumulato grandi quantitativi di sabbie e ghiaie che ne hanno fatto sollevare i letti fluviali di svariati metri. Si sono cosi’ trasformati in corsi d’acqua “pensili”, piu’ alti di diversi metri rispetto sia ai muri d’argine che ai centri abitati circostanti. Situazione pericolosa rappresentata piu’ volte dal Genio Civile all’Arta, competente in Sicilia in materia di demanio fluviale, “e mai presa in considerazione”. Dopo una disamina delle maggiori criticita’ individuate nelle esigenze degli ospedali e degli istituti di ricovero per anziani, il Comune di Messina e l’Ispettorato delle Foreste ed al Comando provinciale dei vigili del fuoco hanno dichiarato la disponibilita’ di intervenire con autobotti per il rifornimento delle strutture sanitarie e di uffici pubblici che dovessero segnalare l’esaurimento delle loro riserve; allo stesso modo l’amministrazione ha assicurato l’intervento dei volontari per fronteggiare particolari esigenze dei cittadini. Il Comune di Messina coordinerà gli interventi di erogazione con l’ausilio degli enti che hanno offerto la disponibilità dei mezzi. Presso il Comando provinciale dei vigili del fuoco, l’autoparco municipale e l’ex gasometro sono aperti punti di distribuzione di acqua per uso non potabile.

Dieci giorni senza acqua

Pur avendo infatti l’Amam (Azienda meridionale acque Messina) completato i lavori di riparazione della condotta compromessa dalla frana che nei giorni scorsi ha interessato il comune di Calatabiano, i tecnici hanno individuato “una significativa attività del fronte franoso” che non consentirebbe di ripristinare l’erogazione dell’acqua. “Pur essendosi concluse le operazioni per la riparazione della condotta – si legge in una nota dell’Amam – nel pomeriggio di oggi, i tecnici presenti sul luogo per testare l’immissione in funzione della tubazione, hanno rilevato una significativa attività del fronte franoso che non consente di mettere in rete l’acqua per servire la città di Messina. Per questo, si ritiene necessario porre in essere tutte le azioni a tutela dell’incolumità delle popolazioni interessate dai disagi e dai pericoli incombenti e, nelle more, di non dare corso alla normale immissione in esercizio della rete idrica a partire da Fiumefreddo”.  “La citta’ ha affrontato in maniera esemplare la peggiore crisi di approvvigionamento idrico mai sperimentata, oramai orientata a un rapidissimo superamento. La frana a monte di Calatabiano ha provocato sabato scorso una rottura della condotta principale (il Fiumefreddo-Bufardo), riducendo di circa l’80 per cento la fornitura. L’Amam e’ intervenuta immediatamente sul posto, mobilitando gia’ sabato mattina l’intera dirigenza, gli operai e i macchinari”, aveva detto l’altroieri il sindaco Renato Accorinti. “Purtroppo – aggiungeva il primo cittadino -la continuazione del fenomeno franoso, la necessita’ di coordinarsi con le autorita’ locali (su cui e’ ripetutamente intervenuto il sindaco, Renato Accorinti), la posizione impervia del luogo dell’incidente e la necessita’ di realizzare appositamente una inesistente strada d’accesso hanno ritardato l’avvio delle operazioni dirette di riparazione del danno. L’impressionante lavoro eseguito dagli uomini dell’Amam, durato senza sosta per tutta la notte, unitamente alla tenuta delle condizioni atmosferiche, ha consentito di recuperare il tempo perduto e di realizzare a tempo record una riparazione particolarmente complessa sotto il profilo tecnico”. “Oggi la riparazione potra’ essere completata e potra’ riavviarsi la messa in pressione del sistema e il riempimento dei serbatoi – prosegue Accorinti -, pervenendo con dodici ore di anticipo sulla tabella di marcia alla normalizzazione del servizio”.
 
Foto copertina da qui

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