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La storia della capotreno aggredita a Porto Torres

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-16

Ieri la notizia: la donna è stata aggredita e molestata sessualmente da un gruppo di cittadini nigeriani. Oggi Trenitalia smentisce però la ricostruzione fornita dai sindacati dei trasporti. Che però la ribadiscono e accusano l’azienda di voler minimizzare

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Ieri la FIT CISL ha diffuso la notizia di una capotreno di 55 anni aggredita e molestata sessualmente da un gruppo di cittadini nigeriani su un treno in Sardegna, sulla linea che va da Porto Torres a Cagliari. La capotreno svolgeva il suo servizio di controllo dei biglietti e quando ha chiesto i ticket di viaggio al gruppo di ragazzi stranieri, che ne erano sprovvisti, questi l’hanno prima circondata quindi aggredita fisicamente e palpeggiata.

La storia della capotreno aggredita a Porto Torres

Dopo essere stata assalita, la donna è stata costretta a rivolgersi ai medici del Pronto soccorso di Sassari: attualmente è sotto osservazione in stato di choc. La Polizia ferroviaria ha identificato gli aggressori ma al momento non risultano provvedimenti di fermo. Fonti della questura sarda sottolineano che le indagini sono scattate immediatamente sia da parte della squadra mobile sia da parte della Polizia Ferroviaria.
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L’aggressione è stata denunciata dai rappresentanti sindacali della Fit Cisl. “Non si può continuare così, con i lavoratori dei trasporti in balia dei violenti – ha dichiarato Antonio Piras, segretario generale di categoria -. Ormai registriamo un episodio di violenza al giorno e le lavoratrici e i lavoratori non possono essere lasciati soli. Chiediamo a ‘Protezione aziendale’ di Trenitalia un incontro urgente per valutare ulteriori azioni e iniziative da mettere in campo per meglio tutelare l’incolumità fisica del personale di front-line”.

La versione di Trenitalia sulla capotreno aggredita a Porto Torres

Oggi però in una nota diffusa dalle agenzie di stampa Trenitalia ha ricostruito quanto accaduto a bordo del convoglio sentendo la stessa protagonista. Si è trattato, secondo la ricostruzione dell’azienda, di una aggressione verbale, un diverbio. La capotreno stava controllando i biglietti quando ha raggiunto il gruppo di stranieri, circa una decina di persone, molti dei quali erano senza ticket. Solo alcuni di loro si sarebbero agitati, iniziando a inveire contro la donna.
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In queste fasi concitate, la capotreno sarebbe stata sfiorata su un braccio o su una gamba: nessun palpeggiamento quindi, secondo Trenitalia. La donna è poi andata in cabina dal macchinista e ha avvertito, come avviene sempre in queste occasioni, la Polizia ferroviaria. Al momento, conferma Trenitalia, non è stata presentata alcuna denuncia e la capotreno non si è fatta visitare in ospedale. La Polizia già ieri aveva identificato tutti gli stranieri coinvolti nella vicenda.

Ma i sindacati ribadiscono

Subito dopo la nota di Trenitalia però i sindacati hanno ribadito la veridicità della prima versione. La Capotreno aggredita da un gruppo di stranieri mentre controllava i biglietti sul regionale 26981 Porto Torres-Sassari, “è stata visitata all’ospedale di Alghero e, constatato lo stress conseguente all’aggressione, le hanno fatto un certificato per infortunio sul lavoro”, ha fatto sapere il segretario generale della Fit-Cisl Sardegna, Valerio Zoccheddu, contestando la ricostruzione fornita sull’episodio da Trenitalia, “una smentita gravissima e imbarazzante”, sottolinea. “Invece di preoccuparsi di dare risposte serie e concrete al grave problema della sicurezza sul lavoro dei propri dipendenti – attacca Zoccheddu confermando le prime dichiarazioni del sindacato – Trenitalia non si preoccupa neanche di verificare lo stato di salute della Capotreno”. La Fit-Cisl chiede la convocazione di un tavolo istituzionale presso la prefettura di Cagliari che coinvolga tutte le aziende concessionarie di trasporto pubblico locale gommato e ferroviario e le organizzazioni sindacali.

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