La storia del falso passaporto e del vero terrorista

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-17

Ad Ahmad al Mohammad era intestato un documento ritrovato accanto a uno dei corpi dei kamikaze di Parigi. La stessa identità era stata registrata come migrante a Lesbo. Le sue tracce arrivano nel Montenegro e si perdono in Croazia

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Un terrorista ancora senza nome. Ad Ahmad al Mohammad era intestato un passaporto ritrovato accanto a uno dei tre corpi che si trovavano sulla spianata che collega la stazione del metrò allo Stade de France. Un nome che corrispondeva a quello utilizzato per l’identificazione da un uomo che è sbarcato il 3 ottobre sull’isola di Leros, in Grecia. Ma il passaporto era falso, hanno dichiarato alla CBS i servizi segreti americani prima di tutti. Ma intanto gli inquirenti hanno tracciato i passaggi della persona in questione in Europa. Dopo lo sbarco a Leros, il passaporto è stato utilizzato per chiedere asilo al posto di blocco di Presevo in Serbia. Era il vero possessore, visto che ieri la polizia serba ha arrestato un migrante in possesso di un passaporto siriano che contiene lo stesso nome di quello scoperto a Parigi in una delle scene degli attentati di venerdì sera. Lo ha riportato il quotidiano serbo Blic.

La storia del falso passaporto e del vero terrorista

“Il documento che conteneva lo stesso nome e gli stessi dati ma una fotografia diversa è stato scoperto sabato nel centro di accoglienza di Presevo e la persona che lo aveva con sé è stata fermata per essere interrogata”, ha spiegato il giornale che non cita fonti. Un passaporto siriano a nome di Ahmad al Mohammad, 25 anni, è stato rinvenuto allo Stade de France. Dopo la domanda di asilo in Serbia, nel centro di accoglienza di Presevo,  le sue tracce si sono perse in Croazia. Il suo nome non è conosciuto dai servizi dell’antiterrorismo francese. Gli inquirenti restano prudenti sulle conclusioni da tirare: il passaporto è autentico, potrebbe essere stato rubato o venduto? Se fosse così, la storia sarebbe simile a quella che si sta delineando per Abdel Maiyd Touil, arrestato per la sua presunta partecipazione alla strage del museo del Bardo in Tunisia e poi rilasciato quando si è scoperto che l’aveva venduto per due soldi. Ma qui la storia potrebbe essere diversa:  le impronte digitali del kamikaze, nei pressi del quale il passaporto siriano a nome di Ahmad alMohammad è stato ritrovato, concordano con quello di un uomo controllato in ottobre in Grecia. Secondo Blic, «è molto probabile che i due uomini abbiano comprato, separatamente, due falsi passaporti siriani dallo stesso falsario in Turchia».

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La prima pagina del quotidiano Blick con la storia di Ahmad Al Mohammad

In questo video girato in un campo di rifugiati e pubblicato dal Daily Mail vediamo un uomo identificato come Ahmad Al Mohammad mentre festeggia insieme ad altre persone sulle note di una melodia tradizionale.

Alcune foto di  Ahmad al Mohammad pubblicate dai giornali greci e croati

I nomi del Commando

Con il nome di Ahmad Al Mohammad si comincia a mettere un punto sulle identità degli uomini del commando che ha colpito a Parigi. Riepiloghiamo:
– SALAH ABDESLAM, ‘squadra Bataclan’, ricercato: 26 anni, cittadino francese, è considerato figura chiave negli attentati. Si crede sia stato lui a noleggiare la Polo nera in Belgio che è stata ritrovata presso il teatro. Sabato si trovava su un’auto con altri uomini al confine belga ma non è stato fermato. Viene descritto come “molto pericoloso”.
– OMAR ISMAIL MOSTEFAI, ‘squadra Bataclan’, morto: 29 anni, cittadino francese, piccoli precedenti penali, è morto anch’egli al Bataclan, ucciso dalla polizia. Ha vissuto a Courcouronnes e Chartres. Andò nel 2013 in Turchia, Paese che ne avrebbe segnalato le intenzioni terroristiche a Parigi. E’ probabile che nel frattempo sia stato in Siria. – SAMY AMIMOUR, ‘squadra Bataclan’, morto: 28 anni, cittadino francese, si è fatto esplodere nel teatro. Viveva vicino a Parigi. Era sotto osservazione da parte dei servizi francesi e classificato con la “S” che contraddistingue gli estremisti. Era stato in Siria.
– NON IDENTIFICATO, ‘squadra Bataclan’, morto: ha preso parte all’assalto al Bataclan, non è ancora stato identificato.
– BRAHIM ABDESLAM, ‘squadra ristoranti’, morto: 31 anni, fratello di Salah, si è suicidato facendo detonare la sua cintura esplosiva presso un caffè di Rue de Voltaire. Secondo gli inquirenti, noleggiò la Seat nera ritrovata dopo gli attacchi. Appare in molti fascicoli della polizia come associato ad Abdelhamid Abaaoud, la presunta “mente”, latitante, con cui ha vissuto a Molenbeek, Bruxelles.
– “IL SIRIANO”, ‘squadra Stadio’, morto: uccisosi con cintura esplosiva fuori dallo Stade de France. E’ stato trovato un passaporto siriano, ritenuto falso, che lo indica come “Ahmad al-Mohammad”, 25 anni, di Idlib. Gli inquirenti francesi affermano che le sue impronte digitali e la foto sono state registrate sull’isola di Leros dalle autorità greche dove figurava come richiedente asilo.
– BILAL HADFI, ‘squadra Stadio’, morto: 20 anni, cittadino francese residente in Belgio. Vi sono alcuni indizi che affermano che ha combattuto con l’Isis in Siria. Saltato in aria fuori dallo stadio. – POSSIBILE 8/o UOMO, ‘squadra ristoranti’, in fuga: secondo gli inquirenti avrebbe partecipato all’assalto ai ristoranti e caffè.
– ABDELHAMID ABAAOUD, latitante: si crede viva in Siria, viene ora ritenuto la “mente” degli attacchi. Viveva a Molenbeek, a Bruxelles, ed era considerato membro della cellula di Verviers, in Belgio, prima della fuga in Siria.

Alcuni dei terroristi degli attentati di Parigi

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