Attualità
La propaganda gender arriva nelle scuole
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-09-17
No, non è quella delle lobby omosessualiste ma dei cattolici integralisti. Che se fosse successo il contrario avrebbero urlato allo scandalo
Era tutto previsto e non possiamo certo dire che la cosa ci abbia colti di sorpresa. La propaganda gender è arrivata nelle scuole e ha iniziato la sua opera di convincimento e di manipolazione delle giovani menti dei nostri ragazzi. L’increscioso episodio è avvenuto poco fa, in un Liceo in provincia di Napoli, e grazie all’utente che ha sfidato i poteri del gender e ha caricato i documenti incriminati su Imgur siamo in grado di poter leggere i documenti distribuiti all’interno della scuola.
LOVE ME GENDER, LOVE ME DO
Questo foglio è la stampa di questo “articolo” apparso sul sito dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali (WTF?). Si tratta di un appello di Farida Belghoul (che in quanto leader antirazzista negli anni Ottanta dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, secondo gli anti-gender) contro “l’educazione LGBT” che riprende tutti i temi cari alle Sentinelle in Piedi. Eh sì, perché se pensavate che la propaganda gender che è entrata in classe fosse quelal delle “lobby omosessualiste” vi sbagliate. Gli unici a fare davvero propaganda e opera di convicimento, facendo pressioni sui dirigenti scolastici e sul Minsitro dell’Istruzione oppure terrorizzando i genitori con messaggi WhatsApp e post su Facebook sono proprio i difensori della famiglia, quelli che vanno al Family Day, quelli che “non sono omofobi ma…“. Quelli che in nome della difesa della famiglia naturale si scagliano contro provvedimenti contro l’omofobia e il bullismo che spesso non vogliono fare altro che diffondere il pericoloso concetto della parità di genere. Ovvero dell’uguaglianza tra uomo e donna.
In uno dei fogli si legge:
«Col pretesto ingannevole della ‘lotta per l’uguaglianza e contro l’omofobia’», ha spiegato la militante anti-razzista francese, «centinaia di scuole, dove i nostri figli sono trattati come cavie, sono già coinvolte nel progetto, che ha come scopo dichiarato quello di “decostruire gli stereotipi di genere»
Ed è evidente come si stia parlando di scuola francese non di insegnamenti italiani. Che c’entra l’Italia in tutto questo? In fondo la Francia è anche un paese dove sono consentite le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Ma gli anti-gender ragionano così, quello che succede in Francia o in Germania sta per accadere anche da noi. Non è rilevante che le leggi e i regolamenti scolastici siano diversi. Il gender travalica i confini e si fa beffe delle leggi, perché il gender è barbarie. Non come negare i diritti degli altri oppure contribuire alla svalutazione del ruolo della donna nella società. Quella si chiama religione cattolica in effetti.
Fin’ora però l’unica cosa che ha scavalcato i confini è il movimento delle Sentinelle in Piedi, che guardacaso è nato in Francia ed è stato importato in Italia. Gli insegnamenti sul gender invece, come ha ribadito la Ministro Giannini, non esistono. Ma non è importante, come non è importante avviare un referendum abrogativo per una legge che non è ancora stata approvata. Oppure spacciare bufale sulla legge sui matrimoni omosessuali. L’importante per chi fa propaganda gender è creare confusione, quella sì pericolosa, tra studi di genere e l’inesistente ideologia gender. L’ironia della faccenda è che coloro che sono contro la confusione dei generi sono quelli che alimentano la confusione delle definizioni.