La mappa della marijuana in Italia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-06-03

Un terzo della marijuana e dell’hashish “italiano” è prodotto in Calabria

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La mappa dei sequestri di marijuana in Italia lo spiega perfettamente: un terzo della marijuana e dell’hashish prodotti nel Belpaese si trova in Calabria, dove oggi (ma anche in Calabria e Sicilia) si produce erba paragonabile a quella albanese, mentre quella olandese è quattro volte superiore. Lo spiega oggi un lungo reportage di Corrado Zunino su Repubblica:

Un terzo della marijuana e dell’hashish Made in Italy, dicono i sequestri di polizia realizzati, è prodotto in Calabria. Nella provincia di Vibo Valentia, che ha solo 163 mila abitanti e comprende cinquanta comuni in tutto, nel 2015 sono state individuate e distrutte 15.519 piante di canapa, a Reggio Calabria 13.132. Sono i due picchi italiani. Il report mensile della Direzione centrale dei servizi antidroga racconta che, solo nella provincia di Reggio, lo scorso aprile carabinieri, polizia e finanza hanno sradicato 670 piante. Seicentosettanta in un mese.
Sulla coltivazione della canapa indiana in Aspromonte si è creata una collaudata economia di scala che segue lo schema messo a punto per i sequestri di persona: si coinvolge, facendolo lavorare, il territorio. C’è chi individua i campi adatti, e sufficientemente nascosti, chi si occupa dell’irrigazione (a goccia, più difficile da individuare). Chi sorveglia, chi trasporta il prodotto raffinato sui mercati urbani. La manovalanza è tutta calabrese. Per investigare in questi territori i carabinieri devono calarsi di notte dagli elicotteri, a chilometri di distanza dai luoghi individuati, e poi raggiungerli con marce rapide e silenziose.

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La mappa della marijuana in Italia (La Repubblica, 3 giugno 2016)

Nell’inchiesta si spiega che il 68% dei sequestri viene dal Sud:

Al Sud, ecco, si certifica il 68 per cento dei sequestri. Nel quadrilatero tra Castellammare di Stabia, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere venti tonnellate nel solo 2015. Per entrare nella Giamaica alle porte di Napoli il Decimo battaglione Campania e gli esperti del Club alpino hanno avanzato machete in mano individuando, alla fine, cinque piantagioni su terreno demaniale: impossibile avvistarle dall’alto. Piante alte quattro metri erano protette da sistemi d’allarme: fili rasoterra con campanelli appesi. I semi, i marijileros dei Monti Lattari, li avevano avuti dai capibastone d’area. La Toscana mostra una singolare diffusione della cannabis, in particolare nelle province di Massa e Prato, terza per sequestri. La piccola Savona registra interventi giudiziari cinquanta volte superiori rispetto alla vicina Genova, Bergamo il doppio di Milano. A Roma, 3.292 piante distrutte nel 2015, il vivaio di riferimento era sotto terra, tra il Quadraro e Tor Pignattara: un sotterraneo lungo un chilometro che seguiva la vecchia linea metropolitana lambendo una sede di Banca Italia. La terra migliore per far crescere la marijuana (dalla pianta della canapa) e dell’hashish (dalla sua resina) resta la Sardegna.

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