La faida del Gargano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-11

La ricostruzione della Gomorra del Gargano, ovvero la faida che sta decimando i clan dal 2015, dopo l’uccisione del boss Angelo Notarangelo, «garante» degli equilibri tra famiglie

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Dopo l’arresto avvenuto ieri di sette componenti del clan Perna, il Corriere della Sera riepiloga in questa infografica la cosiddetta Gomorra del Gargano, ovvero la faida che sta decimando i clan dal 2015, dopo l’uccisione del boss Angelo Notarangelo, «garante» degli equilibri tra famiglie. Il Gargano e Vieste sono stati sconvolti da una faida tra due clan, guidati rispettivamente da Marco Raduano e Girolamo Perna, che tra gli affiliati malavitosi ha provocato 9 morti (oltre a un caso di«lupara bianca»).

Il 5 agosto scorso la Lettura del Corriere della Sera ha dedicato una lunga inchiesta alla «Gomorra del Gargano». Traffico di droga sulla rotta Albania-Puglia. Due clan rivali. Una faida dimenticata: senza romanzi, senza serie Tv, senza considerazione dell’opinione pubblica nazionale, anche se il rapporto tra abitanti e omicidi, in questo momento, non ha paragoni nel resto d’Italia.

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La faida del Gargano (Corriere della Sera, 11 settembre 2018)

La faida del Gargano è una guerra scoppiata per questioni di abigeato e poi trasformatasi in lotta per il controllo del territorio e dei traffici illeciti. La piu’ nota è quella tra i Li Bergolis e gli Alfieri-Primosa di Monte Sant’Angelo. Una guerra iniziata oltre 30 anni fa e scandita da oltre 30 omicidi, altrettanti tentativi di omicidio e decine di casi di Lupara bianca. Un tempo alleati dei Li Bergolis e del capo famiglia Francesco, detto “Ciccillo” vi erano anche i Romito. Poi l’alleanza subì una rottura e anche queste due famiglie entrarono in guerra uccidendosi tra loro. Un’altra faida è quella di San Nicandro Garganico tra i Tarantino e i Ciavarrella. Tutto inizio’ con il furto di un bovino. La catena di delitti comincia il 28 marzo del 1981 quando scompaiono nel nulla – forse inghiottiti per sempre da una delle grotte garganiche o, secondo alcuni, dati in pasto ai maiali – cinque componenti della famiglia Ciavarrella: Matteo, di 57 anni, la moglie Incoronata Gualano, di 55, e i tre figli, Nicola, Giuseppe e Caterina, di 17, 16 e 5 anni.

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Le famiglie del Gargano (Il Messaggero, 10 agosto 2017)

Per questa strage viene condannato all’ergastolo Giuseppe Tarantino, primo di otto fratelli. Matteo aveva testimoniato nel processo del furto di bovino e doveva essere vendicato. Diciassette gli omicidi contati sino ad oggi che hanno l’unico obiettivo di eliminare il rivale che porta quel cognome. E quando tutti i Tarantino o i Ciavarrella sono terminati si passa ad eliminare i cognati. Una faida che racconta anche la storia di una donna, diventata collaboratore di giustizia, che prima e’ sposata ad un Tarantino e poi diventa l’amante di un Ciavarrella. Poi c’è l’ultima guerra, quella che si sta svolgendo a Vieste dopo il vuoto di poter creato dall’omicidio di Angelo Notarangelo, detto “Cintaridd”, ucciso nel gennaio del 2015, secondo alcuni da qualcuno che gli era amico e che voleva scavalcarlo. Famiglie in guerra tra loro ma che a seconda della convenienza si alleano anche con qualche clan della Società, la mafia di Foggia. Una guerra tra ex allevatori ora diventanti imprenditori dei traffici illeciti, tra cui la droga e le estorsioni.

In copertina: l’arresto del boss Tommaso Pacilli

Leggi sull’argomento: Cosa c’è dietro l’omicidio di Mario Luciano Romito

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