La baby gang del quartiere Testaccio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-27

Nove rapine commesse da quattro minorenni italiani di età compresa tra i 15 e i 17 anni

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– Agivano a volto scoperto, con disinvoltura usando coltelli e altri oggetti con cui poi malmenavano, anche brutalmente, le loro vittime. Era questo il modus operandi di una baby-gang che tra maggio e luglio ha messo a segno a Roma almeno nove rapine ai danni di passanti nei quartieri Testaccio, Eur, centro, Ponte Milvio. I carabinieri della Stazione Aventino hanno fermato quattro minorenni, italiani, di età tra i 15 e i 17 anni, accusati di rapina aggravata in concorso e porto abusivo di arma da taglio. Le attivita’ investigative condotte dai militari sono iniziate dopo una rapina avvenuta a Testaccio, commessa dai quattro minori, armati di coltello e noccoliera, ai danni di due ventenni universitari che avevano appena prelevato del denaro contante dal bancomat, prima di recarsi nei locali della movida tra via Galvani e via di Monte Testaccio.
 
LA BABY GANG DEL QUARTIERE TESTACCIO
Grazie ad alcuni elementi forniti dalle vittime, i militari hanno potuto orientare l’attivita’ investigativa verso un gruppo di minorenni, gia’ noto per bravate, provenienti da famiglie problematiche, che si incontravano in una pizzeria della zona. Monitorando i profili personali dei sospettati sui social network, i militari sono risaliti alle frequentazioni ed ai legami della banda criminale, che aveva anche una sorta di codici distintivi di appartenenza, ossia tatuaggi di un certo tipo, ed in particolare la cifra “1998”, anno di nascita di molti dei componenti, che si e’ scoperto poi stava imperversando per il quartiere, disseminando paura tra i coetanei. La capacita’ di intimidazione della baby gang ha fatto si’ che in piu’ di un episodio criminoso, le vittime, minorenni e residenti anch’esse a Testaccio, alla richiesta dei Carabinieri, non avessero voluto denunciare le rapine per paura di incontrare nuovamente, nel quartiere, o nei tanti locali della zona, i loro aggressori e subire ritorsioni. Quando i componenti della banda hanno avuto il sentore di essere nel mirino dell’Arma, non ha esitato a cancellare completamente i loro profili personali per poi spostarsi in altre zone di Roma per commettere reati come Eur, centro, Ponte Milvio, motivo per cui sono in corso ulteriori indagini da parte dei Carabinieri. Nella ordinanza del GIP si fa anche menzione del particolare contesto socio-ambientale in cui i ragazzi sono cresciuti e continuano a vivere, situazioni di vero e proprio degrado familiare, connotato da abbandono dei genitori, stili di vita improntati alla delinquenza come mezzo di sostentamento, che hanno motivato il Giudice a disporre l’odierna misura cautelare del collocamento in comunita’ diverse per ognuno degli imputati, individuate dal Centro per la Giustizia Minorile di Roma che, oltre a raggiungere lo scopo di inibire la reiterazione dei comportamenti delittuosi, “appare misura adeguata anche per avviare eventuali processi educativi”.

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