La bomba di Kim e le conseguenze su Donald

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-03

Il sesto test nucleare della Corea del Nord ha provocato due terremoti e la reazione di Trump che ha minacciato l’uso della forza. L’annuncio trionfante dell’anchorwoman storica della tv nordcoreana e l’arsenale di Kim Jong-Un, che ha il quarto esercito del mondo

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Il sesto test nucleare della Corea del Nord ha provocato un terremoto di magnitudo 6.3. Pyongyang ha messo a punto con “successo” un’arma nucleare “più avanzata”: una testata a idrogeno in grado di essere montata sul nuovo missile intercontinentale Icbm e di esplodere anche ad altitudine elevata. Soprattutto, ha portato Donald Trump a minacciare l’uso della forza e a dichiarare inutili gli sforzi di contenimento “diplomatico” attuati da Cina e Corea del Sud. Kim Jong-Un, che si è fatto ritrarre vicino a una testata all’idrogeno prima di essere incapsulata in un missile, dovrà fronteggiare un presidente in difficoltà sul fronte interno.

La bomba di Kim e le conseguenze su Donald

La televisione nordcoreana ha confermato che la Corea del Nord ha testato una bomba a idrogeno: il test è stato un “successo assoluto”. Pyongyang afferma inoltre che la sua bomba H può essere montata su un missile a lungo raggio. Poche ore dopo l’esplosione e successimi terremoti dovuti al sesto test nucleare nordcoreano, la Korean Central Television ha dichiarato: “Il test con la bomba a idrogeno è stato un successo perfetto”. Questo è il messaggio con cui Ri Chun-hee, l’anchorwoman storica della tv nordcoreana, dà con soddisfazione l’annuncio della riuscita dell’ultimo test nucleare ordinato da Kim Jong-un.

In realtà qualcosa che non è andato deve esserci stato. L’Agenzia cinese di sorveglianza sismica ha parlato di una seconda scossa di magnitudo 4.2 avvenuta a profondità zero, dovuta probabilmente al cedimento di un tunnel che si trovava nel sito dove si è svolto il test. Il sisma provocato dall’esplosione è stato sentito al confine con la Cina (nella provincia di Jilin) e in Russia a Vladivostok. Il tremore, ha reso noto la tv di Stato cinese Cctv, è stato chiaro a Changchun, città distante circa 400 km dal sito nucleare di Punggye-ri. Nella cittadina di Yanji, ad appena 20 chilometri dal confine, le persone sono uscite addirittura di casa. In questo video si spiega la differenza e si mettono a confronto le altre bombe nucleari e la bomba a idrogeno:

Donald Trump e Kim Jong-Un

Donald Trump ha convocato il Consiglio per la sicurezza nazionale. Prima però ha usato Twitter per mandare chiari messaggi dichiarando la Corea del Nord un pericolo per gli Stati Uniti, definendola stato-canaglia e chiamando in causa gli scarsi successi della Cina nella politica di appeasement che Pechino aveva in mente e mandando un segnale alla Corea del Sud, che sarebbe ormai cosciente che i colloqui di pace non porteranno ad alcun risultato. Perché loro “capiscono una sola cosa”, ovvero l’uso della forza. Il 22 agosto – dopo che il 15 agosto la Corea del Nord aveva rinunciato a colpire l’isola americana e le basi militari di Guam – Trump aveva sostenuto che “Kim Jon-un (il dittatore nordcoreano, ndr) ha iniziato a rispettare” lui e gli Usa.
kim jong-un donald trump
Poi aveva corretto il tiro, e infatti oggi, come scrive l’AGI, la Corea del Nord entra nel club delle potenze nucleari di cui fanno parte Russia (7.000 testate), Usa (6.800), Francia (300), Cina (260), Gran Bretagna (215), Pakistan (140), India, (130), Israele (80). L’ultimo ostacolo che deve superare è lanciare un missile Icbm da un sottomarino. Club ancora più esclusivo. Qualche giorno fa il lancio di un missile a raggio intermedio che dopo 2.700 km e aver sorvolato il Giappone è precipitato in mare; oggi il sesto e più potente test nucleare: la deflagrazione di una bomba all’idrogeno che, secondo Pyongyang, può esser montata nell’ogiva di un missile balistico intercontinentale (Icbm) in grado, come i Hwasong-14 (lanciati il 4 ed il 28 luglio scorsi) in grado di raggiungere gli Usa, rappresenta di un triste (per noi) trionfo per la Corea del Nord che in soli 11 anni, dal primo il test nucelare del 9 ottobre 2006, è riuscita a produrre una bomba H ed un Icbm con oltre 10mila km di gittata, scrive sempre l’agenzia.

L’arsenale e l’esercito di Kim Jong-Un

Dal punto di vista militare le forze armate nordcoreane contano su un milione e duecentomila uomini: si tratta del quarto esercito più grande del mondo. L’esercito è formato da quattro corpi d’armata più uno di forze speciali e dispone, scrive l’ANSA, di 7.000 tra carri armati (3000 vecchi T54/55 ex sovietici e type 59 cinesi, 1000 versioni locali del T62 e 500 del T72) e blindati/corazzati (2.000 vecchi BMP1, BTR60 ex sovietici e Type 63 cinesi), oltre 25mila pezzi di artiglieria e 20mila lanciarazzi. Il 50-60% è schierato nei 100 km dal confine del 38/mo parallelo e il Nord sarebbe in grado di sparare su Seul 2.700 colpi d’artiglieria al minuto. La Marina nordcoreana ha una flotta nel Mar Giallo e una nel Mar del Giappone: 4 vecchie corvette lanciamissili e 30-50 motocannoniere. Incerto il numero di sottomarini ex Urss, mentre sono numerosi i sommergibili costieri. I 200.000 soldati delle Forze Speciali hanno una Marina tutta loro, oltre all’unità di missili balistici, il fiore all’occhiello. Debole l’aviazione ferma ai tempi dell’Urss, con pochi aerei moderni come MIG 29 e SU 25. Pyongyang ha inoltre un arsenale chimico e batteriologico: 5000 tonnellate lanciabili con artiglieria, razzi e bombe aeree, prodotti da otto siti. Ci sarebbero antrace, salmonella, febbre gialla, emorragica, tifo e colera.

L’ultimo test nucleare, il sesto, presentato come un ordigno all’idrogeno per un supermissile intercontinentale, aggiunge un altro pezzo all’arsenale della Corea del Nord, impegnata dagli anni ’90 in una corsa agli armamenti sia sul fronte atomico sia delle tecnologie missilistiche. Il vettore del 29 agosto, che è volato sul Giappone finendo nel Pacifico, è il primo disegnato per il lancio di una testata atomica. Sul fronte balistico, l’inizio è del 1986 con gli Scud sovietici, quando al potere c’era Kim Il-sung, nonno dell’attuale leader. Il 2017 ha registrato finora 22 lanci, in base al Center for Strategic & International Studies, oltre i 21 record del 2016. La minaccia nordcoreana si materializza principalmente con l’incubo di 20 ordigni nucleari. L’Institute for Science and International Security ha ipotizzato che a fine 2016 il Nord avesse 33 kg di plutonio, 175-645 kg di uranio arricchito e 13-30 testate nucleari pronte.
 

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