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La donna dietro la fuga di Johnny Lo Zingaro

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-07-02

La polizia penitenziaria sta cercando una donna dell’Est europeo, forse una cittadina romena, con la quale Johnny lo Zingaro negli ultimi mesi avrebbe avuto una relazione. Pare che sia arrivato in taxi fino a Genova

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Potrebbe esserci una donna dietro l’allontanamento di Giuseppe Mastini, l’ergastolano di 57 anni che venerdì mattina è uscito dal carcere di Fossano per recarsi al lavoro, dove non si è mai presentato, ed è sparito nel nulla. La polizia penitenziaria, che coordina le ricerche con le forze dell’ordine, sta cercando una donna dell’Est europeo, forse una cittadina romena, con la quale Johnny lo Zingaro negli ultimi mesi avrebbe avuto una relazione.

La fuga di Johnny Lo Zingaro

Al momento, secondo quanto si apprende, si tratta soltanto di una indiscrezione che, se confermata, potrebbe però spiegare l’ allontanamento dell’uomo, una lunga carriera criminale alle spalle e un comportamento da detenuto esemplare, almeno da quando nel gennaio 2015 era stato trasferito da Alba a Fossano. Lo scorso agosto, infatti, all’uomo era stato concesso il cosiddetto articolo 21, il permesso al lavoro esterno che il direttore di una casa circondariale può proporre al magistrato di sorveglianza sulla base del comportamento del detenuto e delle relazioni degli psicologi.

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Johnny Lo Zingaro all’epoca del suo secondo arresto


Secondo alcuni testimoni, ieri alle 12 Johnny Lo Zingaro avrebbe preso un taxi per Genova e sarebbe sceso alla stazione Brignole. Da quel momento in avanti nessun’altra notizia. “Mi auguro che il mio cliente rientri e spieghi perché si è allontanato”, è l’appello del legale di Mastini, l’avvocato torinese Enrico Ugolini. L’ergastolano potrebbe avere preso un treno, forse per la vicina Francia, dove non si esclude che qualcuno lo aspettasse.  Non è la prima volta che il Biondino, l’altro soprannome di questo figlio di giostrai sinti che a 11 anni aveva già commesso il suo primo omicidio e a cui sono stati dedicati un film e una canzone, riesce ad evadere.
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Johnny Lo Zingaro alias Giuseppe Mastini oggi

La storia di Johnny Lo Zingaro

Dopo il primo arresto nel 1976, nel 1987 era scappare dalla prigione minorile di Casal del Marmo, dando vita a una spericolata fuga con furti d’auto e rapine, il sequestro di una ragazza, l’omicidio della guardia giurata e il ferimento di un carabiniere, fino alla resa a Mentana, alle porte di Roma. Condannato all’ergastolo aveva girato tre penitenziari: Voghera in Lombardia, Badu ‘e Carros in Sardegna fino a Fossano, dove aveva ottenuto il lavoro esterno grazie a un programma di reinserimento dei detenuti.
zaira pochetti johnny lo zingaro
Mastini era figlio di giostrai di etnia sinti. Si è trasferito a Roma a dieci anni e già a undici fu coinvolto in una sparatoria con la polizia. Nel 1975 a quindici anni insieme all’amico Marco Giorgio rapinò e uccise un autista di tram. Trovato qualche tempo dopo, finì in carcere per omicidio volontario e rapina aggravata. Mentre sconta la pena di quindici anni di carcere nel febbraio del 1987, mentre è fuori per un permesso premio, si dà alla latitanza e compie alcune rapine, venendo accusato anche per l’omicidio del console italiano in Belgio Paolo Buratti.

L’evasione e la storia di Zaira Pochetti

Durante la latitanza Johnny Lo Zingaro conosce Zaira Pochetti, che risiedeva in un collegio di suore a Roma dove studiava Scienze Politiche alla Sapienza. Con lei vive da latitante a Roma finché, il 23 marzo 1987, non incrocia una vettura di polizia di pattuglia presso la circonvallazione Tuscolana. Nel conflitto a fuoco Mastini riesce a uccidere un agente e a ferirne gravemente un altro e scappa fino a via Palmiro Togliatti dove, fermato da un carabiniere, spara a lui e alla sua macchina. La fuga prosegue fino alla Nomentana dove la sua macchina si ferma. Ne ruba un’altra a una coppia di giovani fidanzati e carica la ragazza in automobile mentre questa è in stato di shock.
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Dopo essersi liberati della ragazza i due finiscono per farsi arrestare in zona Bufalotta. A quel punto viene condannato all’ergastolo. Anni dopo in un’intervista disse che la Pochetti era morta in carcere perché caduta in stato catatonico dopo l’arresto. In carcere ha continuato a comportarsi come detenuto modello, arrivando anche ad assistere a un concerto dei Prodigy a Roma, prima della fuga di questi giorni.
 
 

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