La storia degli incontri gay di un parroco di Napoli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-02-18

Un dossier che, secondo quanto si legge sul Mattino, è ora sulla scrivania del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. I ragazzi, non minorenni, sarebbero stati adescati sui social network

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Incontri gay, tra un parroco di Napoli e diversi giovani: ci sarebbe questo al centro di un dossier che, secondo quanto si legge oggi sul quotidiano Il Mattino, è ora sulla scrivania del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. I ragazzi, non minorenni, sarebbero stati adescati sui social network come su siti dedicati a incontri omosessuali. Da lì festini in appartamenti. In una intervista ad uno dei ragazzi, sempre riportata da Il Mattino, si legge che il prete “regalava venti, trenta euro ogni volta che ci vedevamo”. “Non gli ho mai chiesto niente, insisteva sempre lui per darmeli i soldi, alla fine me li prendevo. Che dovevo fare?”, racconta il 28enne. Un giro del quale farebbero parte anche altri sacerdoti. “Navigando su internet ho scoperto una chat per preti, Reverendis – racconta ancora il giovane – Se ne hai voglia lì di preti disponibili ne trovi quanti ne vuoi anche se i napoletani sono pochi”.

La storia degli incontri gay di un parroco di Napoli


Racconta Il Mattino che la vicenda comincia nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone; Paolo conferma i rapporti con il sacerdote:

La storia andrebbe avanti da alcuni anni: incontri e festini a luci rosse si consumerebbero all’insaputa di tutti, o quasi, ormai da tempo. Il parroco di Santa Maria degli Angeli, don Mario D’Orlando, si sorprende, prende le distanze dal dossier, e soprattutto dai festini, e dichiara di non saperne nulla: «Ma che dite? Incontri con i ragazzi? Mi sembra tutto molto strano. Anzi lo ritengo impossibile. E comunque davvero non ne so proprio niente». Nessun minore coinvolto, per fortuna.
La vicenda al momento riguarda solo ed esclusivamente alcuni ragazzi intorno ai vent’anni, conosciuti quasi sempre online,che per qualche decina di euro prende parte agli incontri. In quei messaggi, rubati da una chat, non si risparmiano commenti, apprezzamenti sulle performance e altri dettagli irriferibili che lo stesso Sepe avrà difficoltà a leggere. Non solo. Nel dossier si fa riferimento anche al sacerdote di un’altra diocesi che uno dei ragazzi vorrebbe coinvolgere per un incontro a tre. Anche in questo caso si fanno nomi e cognomi, si specificano luoghi, circostanze e numeri di telefono.

Sempre il Mattino segnala «Sepe conosce molto bene la storia ed è su tutte le furie. – raccontano a Donnaregina -Qualcosa ha già fatto ma è chiaro che non basta e non finisce qui. Soprattutto dopo la conferma di uno dei protagonisti che libera il campo anche dai pochi dubbi rimasti».

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