In Italia il femminicidio non passa mai di moda

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-05

Il rapporto dell’ISTAT sulle vittime di omicidio nel 2018: per le donne il rischio è soprattutto nell’ambiente domestico: sono uccise soprattutto da partner o ex partner (54,9%) e da parenti (24,8%). E sono più esposte al rischio di essere uccise da un partner o un ex partner al Nord-ovest e al Nord-est

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Nel 2018, sono stati commessi 345 omicidi (erano 357 l’anno precedente), 212 hanno interessato gli uomini (22 in meno rispetto al 2017) e 133 le donne (10 in più). Gli uomini sono quindi più numerosi ma in calo, mentre aumenta la quota di donne assassinate sul totale che, dall’11% del 1990, raggiunge il 38,6% nel 2018. Lo rileva l’Istat nel rapporto sulle Vittime di omicidio – Anno 2018.

Il rapporto dell’ISTAT sulle vittime di omicidio nel 2018

Per le donne il rischio è soprattutto nell’ambiente domestico: sono uccise soprattutto da partner o ex partner (54,9%) e da parenti (24,8%); per gli uomini lo spazio pubblico: il 37,7% è vittima di sconosciuti mentre il 33% non ha un autore identificato. Il tasso di omicidi in Italia nel 2018 è dello 0,57 per 100mila. Nel 2017 il valore era pari a 0,59 contro un tasso medio europeo di 1,03; meglio dell’Italia solo il Lussemburgo. Del 5,5% è la quota di omicidi di mafia (19 casi), in diminuzione negli ultimi venti anni. È invece del 23,1% la quota di donne straniere uccise. Il totale delle vittime di cittadinanza straniera è del 21,1%.

istat femminicidio

Negli ultimi anni è diminuita la mortalità per omicidio volontario soprattutto per gli uomini, in particolare quella causata dalla criminalità organizzata di tipo mafioso. Nei primi anni Novanta, si contavano 5 vittime di sesso maschile per ogni donna uccisa . Nel 2018 si sono invece verificati 212 omicidi di uomini e 133 di donne (corrispondenti rispettivamente a un tasso di 0,72 e 0,43 omicidi per 100mila abitanti dello stesso sesso). Sono quindi assassinati più gli uomini delle donne, ma il rapporto è sceso a 1,6. Con l’eccezione dei bambini e degli anziani, per i quali vi è sostanzialmente una pari incidenza per maschi e femmine, i tassi di mortalità per omicidio degli uomini, nel triennio 2016-2018, sono più alti di quelli delle donne a tutte le età. La distribuzione delle vittime di sesso maschile assume il suo valore più elevato in corrispondenza della classe di età 25-34 anni (1,20 omicidi per 100mila maschi della stessa età), ma anche le successive due classi decennali sono caratterizzate da valori di poco inferiori (1,17 e 1,19 rispettivamente), per poi progressivamente attenuarsi al crescere dell’età. Per le donne il tasso raggiunge il valore più elevato tra le ultra 64enni (0,55 per 100mila donne), seguite dalle 45-54enni (0,45). La matrice dell’omicidio è quasi sempre maschile: gli autori di omicidio volontario rappresentano, nel periodo 2016-2018, il 93,0% del totale.

Le donne vengono uccise dai partner o dagli ex

Delle 133 donne uccise nel 2018, più dell’80% è stata vittima di una persona conosciuta. In particolare, nel 54,9% dei casi dal partner attuale o dal precedente, un dato in aumento dallo scorso anno. Sono state uccise dal partner attuale 63 donne (47,4%) mentre per altre 10 (7,5%) l’autore del delitto è il partner precedente; altre 33 (24,8%) sono state vittima di un parente e solo nel 12,5% l’autore è sconosciuto; infine nel 6,8% dei casi si tratta di un omicidio con autore non identificato. Anche negli anni precedenti, malgrado le oscillazioni annuali, la situazione non risulta particolarmente diversa. Tra i partner, nel 2018, i mariti e gli ex mariti sono stati gli autori del 71,2% degli omicidi, con una percentuale in crescita rispetto al 2017 (anno che ha registrato il valore minimo, 51,9%). Negli anni precedenti, invece, le morti per mano di mariti ed ex mariti erano pari al 63,2% nel 2013, al 66,7% nel 2014, al 77,1% nel 2015 e al 69,3% nel 2016.

tasso omicidio città

Per questa peculiarità di collegamento con la dimensione domestica, sugli omicidi delle donne non incidono le politiche intraprese nel settore della sicurezza e della lotta alla criminalità organizzata, che hanno invece favorito una forte contrazione degli omicidi degli uomini, il 37,7% dei quali è avvenuto per mano di una persona che non conoscevano (80 uomini) e il 33% di un autore identificato (70). Al contrario, la quota di uomini uccisi da conoscenti è pari a 29,2%, con un aumento rispetto al 2017 (24,8%) dovuto alle uccisioni da parte di parenti. In particolare il 2,4% degli uomini nel 2018 è stato ucciso da un partner attuale (5 uomini), il 16% da un parente (34 uomini), il 10,8% da un conoscente (23 uomini). Nessun uomo è invece stato ucciso da ex partner. Anche nel Global Study on Homicide Report, redatto da Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime) sulla base dei dati della Crime Trend Survey del 2016, emerge che le donne sono uccise in prevalenza da partner o in ambiente familiare. A livello mondiale le donne rappresentano il 20% delle vittime di omicidi, ma se si considera la relazione con il proprio uccisore le donne vittime salgono al 64% delle morti in ambito familiare e all’82% degli omicidi compiuti dai partner. Il tasso di omicidio delle donne uccise da parte di un partner e da parenti è di 1,3 per 100mila donne, con forti differenze nei vari continenti: è massimo in Africa (3,1), seguono le Americhe (1,6) ed è minimo in Europa (0,7). In Italia nello stesso anno era pari a 0,35. Questi dati sono costanti malgrado le lievi oscillazioni e confermano la diversità strutturale degli omicidi a danno di uomini e donne.

Più facile morire nel Nord-Est per mano dell’ex

Al Mezzogiorno spetta il primato di omicidi di cui non si è scoperto l’autore e di omicidi commessi per mano di sconosciuti alla vittima. Nel triennio 2016-2018, Campania, Puglia e Calabria (rispettivamente con tassi pari a 1,01, 0,90 e 0,73 per 100mila maschi) detengono il primato degli omicidi di uomini di cui non e’ stato identificato l’autore. La Calabria presenta anche tassi elevati di uomini uccisi da parte di estranei (0,87), seguita dalla Puglia (0,51), insieme a Basilicata (0,48), Sardegna (0,45) e Sicilia (0,41). Tuttavia, rispetto al triennio 2013-2015, i quozienti medi degli uomini per gli anni 2016-2018 mostrano una forte diminuzione degli omicidi il cui autore non e’ stato identificato in Calabria (da 1,90 a 0,73 per 100mila uomini) e in Sardegna (da 1,19 a 0,40). Lo rileva l’Istat nel rapporto sulle ‘Vittime di omicidio – Anno 2018’.

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Le donne invece sono più esposte al rischio di essere uccise da un partner o un ex partner al Nord-ovest e al Nord-est (entrambe le ripartizioni con 0,25 per 100mila donne) mentre il rischio è minimo al Centro (0,17). Il tasso nel triennio considerato (2016-2018), sempre in riferimento alle morti inflitte da parte dei partner, e’ pressoche’ doppio a Bolzano (0,50) e in Friuli Venezia Giulia (0,43) rispetto al valore del Nord-est. Il tasso di omicidi assume valori elevati anche in Liguria (0,41) e si attesta sopra la media in Toscana, Piemonte e Sardegna. Risulta in diminuzione rispetto agli anni passati in Umbria ed Emilia Romagna. I tassi di omicidi delle donne sono ancora in calo rispetto al triennio precedente (2013-2015) in alcune regioni, con l’eccezione di Valle d’Aosta, Liguria, Bolzano, Veneto e Sardegna, soprattutto per l’aumento delle morti in ambito familiare e da partner.

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