Il presunto foreign fighter arrestato a Cosenza

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-01-25

Ordinanza di custodia cautelare per un uomo di nazionalità marocchina

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Blitz antiterrorismo della Polizia: gli uomini della Digos di Cosenza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un foreign fighter marocchino. L’operazione è coordinata dal Servizio centrale Antiterrorismo. – In manette, secondo quanto si apprende, è finito un giovane di 25 anni residente a Luzzi, in provincia di Cosenza: gli uomini della Polizia, che indagavano su di lui dal luglio scorso, lo hanno bloccato all’alba. Il marocchino è indagato per i reati previsti dalla nuova legge antiterrorismo in vigore da aprile 2015 ed in particolare gli viene contestato l’articolo 270 quinques del codice penale. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 in questura a Cosenza alla presenza del questore Luigi Liguori e del coordinatore della Dda di Catanzaro Giovanni Bombardieri.
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Il presunto foreign fighter arrestato a Cosenza

Il marocchino arrestato questa mattina a Cosenza, era arrivato in Turchia lo scorso 10 luglio, dove è stato fermato dalle autorità per un controllo. Al termine degli accertamenti, le autorità turche, d’intesa con gli uomini dell’Antiterrorismo italiano, lo hanno respinto per motivi di “sicurezza pubblica” e lo hanno fatto rientrare in Italia. “L’arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l’auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero”. Lo ha detto il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, circa l’arresto del marocchino di 25 anni al quale viene contestato l’articolo 270 quinquies del codice penale. “Lo abbiamo monitorato costantemente – ha aggiunto – dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia”. Al momento dell’arresto, all’uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.  “Sono andato in Turchia solo per pregare”. Così Hamil Mehdi si è giustificato davanti ai poliziotti della questura di Cosenza che questa mattina sono andati ad arrestarlo a Luzzi con l’accusa di auto addestramento a fini terroristici. Lo scorso luglio era stato respinto dalle autorità turche, d’intesa con quelle italiane, sospettando un suo interesse per gli scenari di guerra, e l’attività investigativa nei suoi confronti era stata rafforzata. Il marocchino 25enne già da allora aveva sempre negato di essere vicino all’Isis.  Nel luglio dello scorso anno, i poliziotti della Digos di Cosenza hanno effettuato una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del cittadino marocchino bloccato presso l’Aeroporto di Fiumicino in entrata dalla frontiera turca da dove era stato respinto per motivi di ”sicurezza pubblica”. Al momento del controllo, spiega una nota della Polizia, oltre al passaporto marocchino con cui è stato identificato, era in possesso di un unico bagaglio a mano (zaino multitasche) contenente un pantalone di tipo militare con le tasche laterali, una camicia, biancheria intima, un tappeto da preghiera, un libro in lingua araba, una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere un buon musulmano secondo il Corano, due telefoni cellulari e denaro contante per la somma di 800 euro. Nel corso della perquisizione il personale della Digos ha avuto modo di apprendere dai familiari presenti che nella stessa serata avrebbe dovuto fare rientro a casa, “elemento contrastante con la sua presenza nella stessa giornata a Istanbul da dove è stato respinto, motivo per il quale – chiarisce la nota – unitamente ad altri, si legittimava la supposizione che lo straniero potesse essere partito alla volta della Siria con l’intenzione di combattere a fianco dei guerriglieri dell’Isis”.

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