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I militari della Marina che aiutavano Mafia Capitale

neXtQuotidiano 15/12/2014

Nei guai un capitano di corvetta e un primo maresciallo; nei guai altri marescialli e un tecnico chimico. Sei milioni di euro i danni per l’erario

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È in corso un’operazione del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma scattata alla luce di alcuni elementi emersi nei confronti di Massimo Perazza, detto ‘Massimo il romanista’, nell’ambito dell’operazione ‘Mondo di mezzo’ svolta con il Ros dei Carabinieri. In tutto sono sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, di cui tre nei confronti di ufficiali e sottufficiali della Marina Militare. Dalle indagini sono emersi contatti tra Perazza e Roberto Lacopo, anche nel distributore di corso Francia riconducibile a Massimo Carminati.
 
MAFIA CAPITALE E GLI UOMINI DELLA MARINA
L’operazione di oggi, denominata Ghost ship, effettuata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha consentito di scoprire un’associazione criminale specializzata nelle frodi nelle pubbliche forniture, che aveva organizzato, solo cartolarmente però, la consegna di milioni di litri di prodotto petrolifero presso il deposito della Marina Militare di Augusta (Siracusa) in Sicilia. Lo stratagemma utilizzato, grazie anche alla complicità di appartenenti alla stessa Marina Militare, consisteva nell’attestare falsamente il rifornimento dei citati depositi per mezzo della nave cisterna denominata ‘Victory I’. Le indagini delle fiamme gialle hanno permesso di accertare come in realtà la stessa nave fosse naufragata nel settembre 2013 nell’Oceano Atlantico, tanto che alcuni componenti dell’equipaggio risultano ancora oggi formalmente dispersi. Grazie ai fittizi trasporti della fantomatica Victory I, mai attraccata nel porto di Augusta, è stata attestata falsamente la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale, del valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, pari al danno subito per le casse dell’Erario.

Massimo Perazza: cosa dice l’ordinanza di Mafia Capitale su Massimo il romanista


LA STORIA DEL CARBURANTE VENDUTO PER FINTA
Il carburante veniva fornito documentalmente dalla ditta danese O.W. Supply a/s, riconducibile a Lars P. Bohn, destinatario di ordinanza di custodia cautelare, titolare di un appalto con l’Amministrazione della Difesa, che si avvaleva della collaborazione di due società italiane quali brokers, la Global chemical broker Srl di Massimo Perazza e la Abac Petroli di Andrea D’Aloja, entrambi complici del Bohn e anch’essi destinatari di analoga misura restrittiva della libertà personale. Mario Leto e Sebastiano Distefano, il primo capitano di Corvetta della Marina Militare, capo deposito della direzione di Commissariato Militare Marittimo di Augusta, e il secondo, primo maresciallo dellaMarina Militare, capo reparto Combustibili della medesima direzione, erano invece i punti di contatto dell’associazione presso il porto di Augusta, fungendo da trait d’union con la pubblica amministrazione militare. Gli stessi, per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, predisponevano tutta la falsa documentazione necessaria alla realizzazione delle fittizie forniture.
 
GLI UOMINI DELLA MARINA
L’organizzazione poteva poi contare sull’attiva collaborazione di altri appartenenti alla Marina Militare, i marescialli Salvatore De Pasquale e Salvatore Mazzone, quest’ultimo destinatario di custodia cautelare in carcere, che, a vario titolo, attestavano falsamente l’avvenuta consegna del carburante ovvero la sua certificazione, nonché del tecnico chimico Francesco Ippedico, che invece attestava la qualità e le caratteristiche del prodotto mai consegnato. Nel complesso, sono in corso di esecuzione sei ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Lars P. Bohn, Massimo Perazza, Andrea D’Aloja, Mario Leto, Sebastiano Distefano e Salvatore Mazzone, nonché perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di tutti i dieci indagati. Il Tribunale di Roma, sezione gip, ha anche disposto il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l’erario di 7.401.248,36 di euro, delle risorse finanziarie e dei beni delle persone fisiche e delle società coinvolte.

Leggi sull’argomento: Servizi segreti, carabinieri e poliziotti corrotti al servizio di Mafia Capitale

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