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Gli sciacalli che speculano sui prodotti dei terremotati

neXtQuotidiano 10/11/2016

Le proposte di acquisto di formaggi e altre tipicità a prezzi più che dimezzati rispetto al normale da parte di sciacalli con la scusa di “voler aiutare”. Alcune aziende agricole hanno ricevuto proposte di acquisto indecenti per i prodotti colpiti dal sisma

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È allarme speculazioni sui prodotti agroalimentari delle zone terremotate con proposte di acquisto di formaggi e altre tipicità a prezzi più che dimezzati rispetto al normale da parte di sciacalli con la scusa di “voler aiutare”. A lanciarlo e’ la Coldiretti in occasione della consegna di una casetta di legno ad una famiglia terremotata a Cessapalombo (Macerata) da parte di Giorgio Caprari, agricoltore della Coldiretti di Rolo (Reggio Emilia), uno dei paesi epicentro delle scosse che devastarono quattro anni fa il territorio emiliano.

Gli sciacalli che speculano sui prodotti dei terremotati

Alcune aziende agricole hanno ricevuto proposte di acquisto indecenti per i prodotti colpiti dal sisma, ma anche – sottolinea la Coldiretti – per gli animali allevati che non possono più rimanere nelle stalle dichiarate inagibili. E’ evidente il pericolo che gli stessi prodotti – precisa la Coldiretti – possano essere poi rivenduti a prezzo maggiorato approfittando della straordinaria ondata di solidarietà manifestata dagli italiani verso le popolazioni colpite dal sisma. Comportamenti inaccettabili, tanto più considerate le migliaia di richieste giunte in questi giorni su come dare poter il proprio contributo in questo momento difficile. L’arrivo del gelo – denuncia la Coldiretti – minaccia circa 100mila animali che sono stati in molti casi sfollati dalle stalle crollate o rese inagibili, che oltre a soffrire il freddo e lo stress delle scosse, rischiano anche di essere preda di animali selvatici, lupi o degli sciacalli. Serve una corsa contro il tempo – precisa la Coldiretti – per dare un riparo alle persone e agli animali con l’arrivo di moduli abitativi e di stalle mobili nella campagne prima che sia troppo tardi. Sono circa 3mila le aziende agricole a rischio nei territori dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo colpiti con danni strutturali gravi nelle campagne dove c’e’ un’elevata significativa presenza di allevamenti. Oltre l’80 per cento delle strutture agricole e zootecniche delle zone terremotate marchigiane controllate presenta danni secondo la Regione mentre in Umbria sono circa un centinaio le stalle di dimensione economica rilevante in difficolta’ e nel Lazio gli allevatori di Accumoli ed Amatrice sono allo stremo a quasi due mesi e mezzo dalla prima scossa che ha colpito la maggioranza degli allevamenti.

L’agroalimentare del centroitalia

Le scosse mettono a rischio un sistema che secondo la Coldiretti offre opportunità occupazionali, solo nella fase di produzione agroalimentare, ad almeno diecimila persone, ma in pericolo ci sono anche specialita’ conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al prosciutto di Norcia Igp, ma anche la roveja, le olive Piantone di Mogliano, la Vernaccia di Serrapetrona, il Verdicchio di Matelica, il vino cotto o quello di visciole, piccole ciliegie selvatiche che gli agricoltori hanno salvato dall’estinzione. Il sito www.campagnamica.it e l’app farmersforyou rappresentano oggi, sottolinea la Coldiretti, il modo piu’ semplice e sicuro per sostenere l’economia e l’occupazione acquistando prodotti tipici delle aziende agricole dei territori dei comuni delle aree colpite dal sisma che e’ peraltro possibile verificare personalmente, senza cadere nel rischio di truffe e inganni. Basta andare nello spazio del sito “Scopri i nostri produttori”, cliccare su “Punto Campagna Amica” e utilizzare il motore di ricerca per individuare le aziende presenti comune per comune. Ma nelle prossime settimane verranno promosse iniziative anche nei mercati di Campagna Amica per dare spazio ai prodotti delle aree terremotate. Iniziative che hanno un impatto economico diretto su queste zone per dare continuita’ all’attivita’ e all’occupazione e fermare l’abbandono delle campagne duramente colpite.

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