Attualità
CasaPound prova a prendersi Lemmy Kilmister
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-12-31
Dalle parti dei Fascisti del Terzo Millennio continua la costruzione del pantheon degli eroi dei fascisti del terzo millennio, dopo Che Guevara e Hugo Chavez ora tocca a Lemmy
Era già successo per Rino Gaetano e addirittura per il Che Guevara (quello delle magliette), i fascisti del terzo millennio di CasaPound non potevano resistere alla tentazione di mettere la loro tartarughina sul faccione di Lemmy Kilmister. Non era difficile, in fondo per tutta la vita Lemmy ha indossato e sfoggiato uniformi e simboli nazisti, con una particolare passione per quelli delle SS. Certo, per tutta la vita Lemmy ha anche detto che la sua era solo una passione per l’estetica delle divise degli uomini del Terzo Reich e di non essere né comunista né fascista (insomma era un più un proto-grillino che un fascista) ma un anarchico libertario. Ma soprattutto Lemmy era un cantante heavy metal e un performer, e il suo abbigliamento faceva parte del personaggio che portava sul palco.
Colleziono gli oggetti, non le idee
Da sempre si sono appropriati dell’immagine altrui, fin dal nome, la cui scelta è stata duramente contestata dalla figlia di Ezra Pound. C’è stata quella volta che si sono presi Corto Maltese, poi Peppino Impastato, Bobby Sands, Hugo Chavez e chissà quanti altri in futuro. In questi giorni è toccato a Lemmy, che in realtà tutto era tranne che un fascista. Poi ci sarebbero dei dettagli meno trascurabili, ad esempio il fatto che Lemmy non fosse razzista o nazionalista, anzi ha sempre detto che sono delle cose da idioti e di non riuscire a comprendere perché uno dovrebbe essere razzista (spiegando, tra l’altro, di avere avuto molte fidanzate dalla pelle nera). Per Lemmy non c’era niente di male nel collezionare oggettistica Nazi, ma c’è da sottolineare che la Croce di Ferro che sfoggiava spesso non è un simboli nazista (tra l’altro oggi è il logo della Bundeswehr). Per cercare di spiegare il personaggio ai tedeschi – nel 2008 Lemmy aveva rischiato di finire in galera perché aveva posato per un giornale tedesco con addosso simboli nazisti (che sono vietati dalla legge) – la Süddeutsche Zeitung ha pubblicato un compendio di cento domande al defunto leader dei Mötorhead. Come prevedibile alcune domande riguardano la sua passione per gli oggetti da collezionismo del periodo nazista. Lemmy (che era nato il 24 dicembre 1945) spiega che la sua fascinazione è dovuta al fatto che le uniformi dei nazi erano le più fiche.
Look, as I’ve always said, it’s not my fault the bad guys had the best shit. But by collecting Nazi memorabilia, it doesn’t mean I’m a fascist, or a skinhead. I’m not. I just liked the clobber. And let me tell you, the kind of people who do collect this stuff, they aren’t yobbos either. They are people with Masters , they are doctors, professors. I’ve always liked a good uniform, and throughout history, it’s always been the bad guy who dressed the best: Napoleon, the Confederates, the Nazis. If we had a good uniform, I’d collect ours as well, but what does the British Army have? Khaki. Makes them look like like a fucking swamp frog…
Tutto qui. Anzi, quando l’intervistatore gli chiede cosa ne pensa di quelli che al giorno d’oggi fanno i nazisti (o i fascisti del terzo millennio) Lemmy dice chiaramente che «il razzismo è il male del nostro mondo», e che essere «Nazi oggi significa che hai perso prima ancora di iniziare, non puoi vincere, sei solo stupido». E alla richiesta di lanciare un messaggio al mondo nazista contemporaneo Lemmy rispose «forget it. It’s over».
Vogliamo ricordare poi che Lemmy era amico di Jimi Hendrix e di altra gente che definire nazista sarebbe davvero ridicolo? E che dire inoltre del fatto che fosse un grande appassionato di droghe (psichedeliche e non)? Dettagli che ci fanno capire che Lemmy è quanto più di distante ci possa essere dall’ideologia di quelli che fanno cinghiamattanza ascoltando gli ZetaZeroAlfa. Poi si può parlare del fatto che Lemmy stesso ammettesse che l’estetica delle divise della Germania nazista, riutilizzata dai movimenti nazionalisti di mezzo mondo negli ultimi decenni, fosse uno dei motivi che spingevano i ragazzi ad avvicinarsi al nazionalismo e al fascismo. E non ci si deve stupire che quegli stessi movimenti oggi utilizzino l’immagine di Lemmy per attirarsi nuove simpatie.