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Il gentismo internescional sul terremoto (o di come gli stranieri vedono e giudicano l'Italia)

Giovanni Drogo 26/08/2016

Un sito straniero pubblica le foto dei paesi italiani distrutti dal sisma e i commentatori si scatenano facendo notare che in Siria succede di peggio ed è per colpa dell’uomo. Perché Facebook è gratis ma la pietà per le vittime mica la si trova ovunque

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Ci sono quelli che l’11 settembre ostentano il ricordo della morte di Salvator Allende, contrapponendo quella morte alle migliaia di morti degli attacchi alle Torri Gemelle, quasi che non si potessero ricordare tutti. È un meccanismo molto semplice, per ogni tragedia – non importa quanto immane e dolorosa – ci sarà sempre qualcuno pronto a ricordarti che ce n’è una molto più “seria” a cui pensare e soprattutto dalla quale trarre insegnamento. Del resto i commenti sono gratis, quindi perché non approfittarne?
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Il momento esatto in cui gli utenti di Facebook si sono trovati a corto di solidarietà

Succede in Italia, ma succede anche all’estero. E guardare ai fatti di Amatrice e Accumoli “da fuori” ci fa capire come il lamentarsi del Governo o dare la colpa agli altri non sia una prerogativa solo italiana. Bored Panda ha pubblicato ieri un articolo con le foto dei paesi distrutti dal sisma prima e dopo la notte del 24 agosto. Le foto del prima e del dopo hanno colpito molti lettori ma non tutti, perché al solito sono arrivati quelli che la sanno lunga e ci spiegano che la situazione geopolitica è tale che non ci si può certo fermare a pensare alle vittime di un evento naturale quando in Siria ci sono bambini che ogni giorno rimangono uccisi sotto i bombardamenti.
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Probabilmente la pietà e la solidarietà vengono distribuite in dosi limitate quindi non è possibile pensare a tutte le vittime. Succede. In fondo i terremoti sono qualcosa di naturale mentre la guerra no, quindi se la morte è naturale è più accettabile di quando è per mano umana.
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E sono in molti a chiedere che venga fatto un pezzo simile anche sulla Siria (che naturalmente è già stato pubblicato). Perché nessuno ne parla?? E soprattutto, perché la Siria? Perché non l’Iraq, il Vietnam o Dresda?


Ma tranquilli, qualcuno che fa notare che anche in questo caso l’uomo ha una sua responsabilità c’è. Per fortuna non si tratta di quelli che dicono che i terremoti sono un prodotto dell’attività umana ma sono quelli che addossano la responsabilità della mancata prevenzione al Governo.
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Non mancano i confronti con altre realtà decisamente più preparate ad affrontare emergenze di questo tipo.
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E c’è chi provocatoriamente si chiede cosa farà la Chiesa Cattolica con tutte le sue ricchezze per aiutare la ricostruzione
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C’è spazio anche per del sarcasmo sulla sorte dei rifugiati italiani, a quanto pare – si chiede qualcuno – nessuno proporrà di aiutarli a casa loro. Sembra che la famosa accoglienza italiana dei profughi sia diventata famosa in tutto il mondo.
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E poteva mancare quella che si interroga sul fatto di dover essere più felice o più triste sul fatto che generalmente un livello simile di distruzione sia causato dall’essere umano (è lui la vera bestia!1) mentre qui si tratta solo di una catastrofe naturale.
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È meglio che le cose siano andate così? Chitemmuort’ è la risposta.

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