Attualità
Gentilini e il sostegno a sua insaputa al Gay Pride di Treviso
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2016-06-19
Quei simpaticoni dei Pastafariani hanno convinto con l’inganno l’ex-sindaco di Treviso a dare l’ok al Gay Pride. Il dubbio rimane: ma Gentilini aveva un manganello in tasca o era solo contento di vederli sfilare?
Ieri Treviso ha festeggiato il suo primo Gay Pride. Un evento temuto da molti – e osteggiato da una parte della Giunta e della maggioranza che sostiene il sindaco PD Giovanni Manildo – che però si è rivelata quello che è: una festa. Nei giorni scorsi c’erano stati i soliti proclami dell’anziano ex-sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che stuzzicato dalla Zanzara e da Giuseppe Cruciani si era lanciato nella solita, oramai innocua, invettiva contro “i culattoni”.
Treviso Pride e Gentilini trollato
Sono caduti nel vuoto i proclami del portavoce regionale di Forza Nuova, che invitava a non portare bambini in manifestazione per non rischiare di turbarli. E non sono viste le scene paventate da FN che temeva che in manifestazione ci sarebbero stati anche i “pericolosissimi” uomini-cane (peraltro dotta citazione di una scena di Salò di Pasolini). Non c’è stato nulla di tutto questo perché il Treviso Pride è stato all’insegna della sobrietà. Ovviamente con una certa ironia. Ad esempio quella di alcuni discepoli della Chiesa Pastafariana che hanno intercettato Gentilini in un’osteria del centro e lo hanno convinto a supportare apertamente il Pride. I Pastafariani infatti sono state una delle tante anime (assieme a Arci Gay, Arci Lesbica, Coordinamento LGBTE di Treviso, Agedo, Famiglie Arcobaleno, UDU e CGIL) del Pride. A quanto pare il Frescovo patavino della Chiesa Pastafariana è riuscito a strappare un endorsement inconsapevole allo Sceriffo che dopo un “boia chi molla” di rito ha sfoderato i pollicioni e un sorriso a trentadue denti.
Meno spiritosi del vecchio sceriffo trevigiano sono stati alcuni esponenti di un qualche movimento pro-Life che, abbandonata la loro postazione anti-abortista di fronte all’ingresso dell’ospedale si sono presentati alla partenza del Pride a bordo strada con tanto di croci fatte con il legno delle cassette della frutta e rosario stretto forte forte tra le mani. Qualcuno di loro ha urlato “Sei il demonio!1” ad un pacifico manifestante che si era avvicinato loro per portare un po’ di amore e di conforto a quelle anime perdute. Ma a vincere tutto è stato Pietro Mazzariol, che ha messo le cose nella giusta prospettiva.
Treviso Pride e sobrietà
Dal momento che la sobrietà era la parola d’ordine di questo primo storico pride trevigiano non poteva mancare chi dichiarava la propria “sobria” passione per la figa.
Un cartello giudicato “dissidente” e di “solidarietà bipartisan” da quelli della Tribuna di Treviso, peccato però che fosse sorretto da una ragazza, e che fosse un’idea del Circolo Tralaltro di Padova. Insomma lesbiche a cui piace “sobriamente” la figa. Nessun “dissidente” quindi ma la solidarietà “bipartisan” c’è stata davvero, molte le famiglie (con bambini!!!11) e le coppie etero che hanno preso parte al Pride. E Treviso, città blindata dove per paura di turbare il Vescovo si è preferito non far transitare il corteo di fronte al Duomo (che ha visto sfilare manifestazione di ogni tipo), ha accolto con gioia e curiosità l’arrivo della carovana del Pride, molti i curiosi ai lati. E Forza Nuova si è limitata ad un solitario striscione (con tanto di hashtag!) appeso sul cavalcavia.
mentre qualcun altro ha preferito invitare i pervertiti a nascondersi e a farsi curare.
Al Treviso Pride non poteva mancare un ricordo per le vittime della strage di Orlando, e così è stato, con questa “installazione” del fotografo Davide Bazzerla