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#iostoconFulvio: lo sciopero della fame di Fulvio Frisone contro la burocrazia siciliana

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-29

Da quasi un anno ormai un ricercatore di fisica dell’Università di Catania affetto da tetraparesi spastica, non riceve il sussidio regionale che gli consente di fare fronte alle spese per l’assistenza. E così Frisone si è visto costretto ad iniziare uno sciopero della fame che va avanti ormai da quasi una settimana

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Fulvio Frisone è un fisico nucleare, ricercatore dell’Università di Catania. Ha un solo problema, e non è la tetraparesi spastica da cui è affetto dalla nascita. Il problema di Fulvio Frisone è che la Regione Siciliana ha smesso di erogare i contributi per l’assistenza. Frisone infatti ha bisogno di assistenza 24 ore su 24 e la Regione dovrebbe farsi carico dei costi ed erogare un sostegno economico per consentirgli di partecipare ai congressi internazionali. Ad oggi però Frisone non ha ancora ricevuto alcun contributo per il 2017.

Lo sciopero della fame di Fulvio Frisone

A garantire il sostegno al ricercatore catanese – in ragione della sua disabilità e della sua attività di ricerca – è la  Legge regionale n.5 del 19.5.2005.A causa della sua sua disabilità Frisone necessita di cinque assistenti qualificati che lo aiutano durante tutta la giornata. A causa della riduzione dei fondi e della sospensione delle erogazioni per il momento Frisone si sta “arrangiando” riducendo l’assistenza a sole sedici ore al giorno. La notte Frisone rimane senza assistenza, con tutti i problemi che comporta una situazione del genere.
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Qualcuno potrà pensare che in fondo sono “tante” o “sufficienti”. Ma quel qualcuno probabilmente è una persona che non è affetta da disabilità e che può godere della libertà di movimento e di azione 24 ore su 24.
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Il problema di Frisone è che con il suo stipendio da ricercatore (2.400 euro al mese) non è in grado di sostenere i costi dell’assistenza medica che, mensilmente, viene a costare il doppio. Inizialmente la legge regionale – che prevede uno stanziamento annuale che quindi deve essere rinnovato ogni anno – aveva previsto lo stanziamento di 160mila euro l’anno. Lo scorso anno però Frisone ne ha ricevuti appena 36mila e per quest’anno ancora nulla visto che la Regione non ha erogato un centesimo.

Come mai la Regione non ha ancora erogato i fondi?

A complicare la situazione c’è il fatto che la madre di Frisone, che lo ha assistito per tutta la vita, è ormai molto anziana. Ad 87 anni anche la signora necessità ormai di assistenza e non ha le forze per prendersi cura del figlio come potrebbero farlo gli operatori specializzati che potrebbe pagare se solo la Regione stanziasse i fondi. La pensione della madre inoltre non è sufficiente a “tamponare” le mancanze della Regione Siciliana. A risentirne non è solo la vita quotidiana di Fulvio Frisone ma anche la sua attività accademica. Senza il contributo regionale Frisone ha dovuto rinunciare a partecipare a molti convegni internazionali.

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Fulvio Frisone con la madre durante una protesta in Piazza del Duomo a Catania nel gennaio 2016


E per chi fa ricerca scientifica poter prendere parte ai convegni è un’attività fondamentale. La questione a quanto pare è burocratica. Non è chiaro infatti quale sia il comune competente per l’erogazione dei fondi assistenziali. E così Frisone viene rimpallato tra il comune di Acireale ed il Comune di Aci Catena in attesa che i due Enti Locali riescano a venire a capo della questione. Per cercare di sbloccare la situazione – nella quale oltre a Frisone versano molti disabili siciliani – il ricercatore ha deciso di iniziare uno sciopero della fame ad oltranza. Frisone non è l’unico a protestare per questa situazione.

Qualche giorno fa il comitato “Siamo handicappati no cretini” ha lanciato l’allarme sul rischio che se i decreti di stanziamento economico per l’assegno di cura non arrivassero entro il limite di legge del 31 dicembre tutti i disabili gravissimi già censiti rischiano di vedersi bloccati i fondi. Per questo motivo il comitato ha chiesto al Presidente Nello Musumeci un incontro urgente per risolvere al più presto una situazione che è già drammatica ma che potrebbe addirittura peggiorare.

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