La storia dei festini a luci rosse nel cimitero di Sezze

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-12

Un’indagine dei carabinieri sul custode del camposanto di Sezze, in provincia di Latina, racconta di incontri a luci rosse tra le lapidi del cimitero e di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione anche minorile

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Un’indagine dei carabinieri sul custode del camposanto di Sezze, in provincia di Latina, racconta di incontri a luci rosse tra le lapidi del cimitero e di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione anche minorile. La storia la racconta Repubblica Roma in un articolo a firma di Clemente Pistilli:

Una storia ancora tutta da chiarire venuta fuori quasi per caso a seguito di una serie di accertamenti su alcune segnalazioni di presunti illeciti
amministrativi legati alla gestione degli spazi interni al cimitero. E invece i carabinieri si sono trovati davanti a una vicenda ben più complicata legata all’utilizzo del cimitero dopo il tramonto.

Da tempo nel paese lepino circolavano indiscrezioni su alcuni festini a luci rosse che di notte sarebbero stati organizzati all’interno del cimitero. La casa del custode in particolare sembra fosse diventata la meta preferita per quanti erano alla ricerca di sesso mercenario. Voci che sembrano aver trovato diverse conferme nelle indagini che stanno conducendo i carabinieri del Nucleo investigativo di Latina e della stazione di Sezze.

cimitero sezze

Secondo gli investigatori, che al termine della lunga perquisizione compiuta ieri mattina hanno prelevato diversi documenti e computer, il custode avrebbe utilizzato il camposanto per favorire e sfruttare la prostituzione, offrendo alla clientela anche delle baby-squillo. Un giro messo su quattro anni fa e che non si sarebbe mai interrotto.

Per gli inquirenti, l’indagato avrebbe sfruttato anche una tredicenne e una sedicenne, che avrebbe continuato a vendere il suo corpo fino al febbraio scorso. Accuse pesantissime per il custode, noto alle forze dell’ordine solo per piccoli precedenti. Ancora tutti da chiarire però i contorni dell’inchiesta, che sembra sia piuttosto ampia.

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