Eco X Pomezia, la «nube infernale» e la psicosi collettiva

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-07

L’incendio sulla Pontina alimenta una psicosi collettiva. Alimentata dai media. Mentre dalle prime analisi dell’ARPA non emergono superamenti dei limiti di qualità dell’aria

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La vicenda dell’incendio all’interno del deposito di plastiche della ECO X di Pomezia sta diventando un argomento di conversazione e alimenta una psicosi collettiva in città. Grazie anche al contributo dei media. Il Corriere della Sera Roma per esempio contribuisce a tranquillizzare la popolazione parlando in prima pagina di «nube infernale»:
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Eco X Pomezia, la «nube infernale» e la psicosi collettiva

Secondo il tossicologo Paolo Soave, del Centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma non sussiste nessun rischio di avvelenamento da fumi. Possono però presentarsi eventuali problemi di irritazione delle vie respiratorie se si dovesse sostare nelle vicinanze del rogo per un tempo prolungato. In base alle notizie infatti sarebbe andato in fumo un deposito che conteneva materiali in plastica, carta e ferro. Secondo Soave per questo genere di materiali “non sussiste un rischio di avvelenamento”. Esiste però il rischio che “possano verificarsi delle intossicazioni da fumo con problemi alle vie respiratorie, come tosse e asma soprattutto per i bambini e gli anziani. Ciò perchè il contatto del fumo con le prime vie respiratorie ha un effetto irritante”.

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Le zone colpite dopo l’incendio alla ECO X di Pomezia (Il Messaggero, 7 maggio 2017)

Al pronto soccorso della clinica Sant’Anna di Pomezia, però, è un viavai di persone che non riescono a respirare bene. I sintomi sono uguali quasi per tutti: occhi che lacrimano e gola irritata. Chiedono aiuto ai medici della struttura ospedaliera che ieri hanno dovuto sottostare a un turn-over per affrontare l’emergenza.  Dalle prime analisi dell’Arpa Lazio non emergono superamenti dei limiti della qualità dell’aria. Scrive il Corriere della “nube infernale” che «Valori entro i limiti per benzene, ossido di carbonio, biossido di azoto e PM10 (polveri sottili), in linea insomma con altre giornate: i campionamenti delle centraline installate invece a Pomezia, per diossine e Ipa (idrocarburi), saranno disponibili nei prossimi giorni dopo le verifiche in laboratorio».

La ECO X e gli allarmi

Antonio Buongiovanni è il titolare della Eco X, ormai Ecoservizi per l’Ambiente dal 2014, autorizzata all’epoca dalla Regione come impianto di rifiuti speciali pericolosi e non. Contemporaneamente, però, divampano le polemiche tra gli attori che avrebbero dovuto vigilare per prevenire l’incendio: il Comando dei vigili urbani di Pomezia, il Noe e la Asl Rm6 in un continuo rimpallo di responsabilità. Fatto sta che oggi è emerso con chiarezza che nessuno dei tre organismi ha compiuto un controllo o un sopralluogo nello stabilimento dove si è sviluppato l’incendio, nonostante la denuncia-esposto presentata sei mesi fa dai residenti. Ora però è la nube a far paura, con il suo odore acre e nauseabondo che irrita occhi, gola e narici; ha avvolto Pomezia, e le farmacie della piccola cittadina a sud di Roma sono state assaltate: tutti a chiedere le mascherine col filtro tanto che le scorte sono ormai terminate.

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