Asporto sì, scuole no? Perché il DPCM Draghi non ha scelto lezioni a distanza e aperitivi in presenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-03

Ieri si è creato un piccolo giallo attorno alle misure contenute nel DPCM Draghi. I sindaci, guidati da Antonio De Caro, hanno protestato perché sembrava fosse stato dato il via libera all’asporto per le bevande per i bar dopo le 18. Mentre le scuole rimanevano chiuse. Poi il chiarimento

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Ieri si è creato un piccolo giallo attorno alle misure contenute nel DPCM Draghi. I sindaci, guidati da Antonio De Caro, hanno protestato perché sembrava fosse stato dato il via libera all’asporto per le bevande per i bar dopo le 18. Mentre le scuole rimanevano chiuse. Poi il chiarimento.

Asporto sì, scuole no? Perché il DPCM Draghi non ha scelto lezioni a distanza e aperitivi in presenza

“Scuole chiuse ma movida libera. Il nuovo Dpcm sembra dire esattamente questo.Con una mano si chiudono le scuole e con l’altra si elimina il divieto di asporto per tutti dopo le 18, favorendo così di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida e nei pressi di bar e locali frequentati per lo più dai ragazzi” aveva spiegato a caldo Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci: ”Se si consente l’asporto di bevande e drink si favoriscono gli assembramenti.Lo abbiamo detto e ripetuto al precedente governo così come all’attuale. Anche oggi. Le uniche misure di restrizione sembrano riguardare le lezioni in presenza.Gli stessi ragazzi che il Governo dice di voler preservare dai luoghi del contagio, consentendo la sospensione delle lezioni in presenza, vengono autorizzati ad affollare i luoghi della movida. Sinceramente così a non capire il senso delle norme non sono soltanto genitori, ragazzi e cittadini in genere, ma anche noi sindaci che rischiamo di diventare solo il bersaglio delle richieste di fare controlli senza averne neanche la competenza.Ci aspettiamo quantomeno una spiegazione visto che nessun componente dell’esecutivo presente oggi nella cabina di regia ha sollevato l’argomento né ha parlato di questa norma di liberalizzazione dell’asporto che si stava pensando di introdurre”.  Per quanto riguarda la chiusura delle scuole, spiega La Stampa, la discrezionalità è affidata, nelle zone gialle e arancioni che superano il limite di 250 contagi per 100mila abitanti, ai presidenti di regione:

Di nuovo c’è che la terza ondata dei contagi non passerà attraverso misure di lockdown generalizzato. Resta il sistema dei colori per le Regioni, resta il sistema degli stop localizzati, resta la misura estrema della chiusura delle scuole, aumentano le zone rosse. Con un però: per un mese – dal 6 marzo al 6 aprile – chiuderanno automaticamente solo in quest’ultimo caso o quando si registrino 250 contagi ogni centomila abitanti in sette giorni. Ai governatori resta la facoltà di chiudere anche in zona arancione e gialla, secondo una previsione lasca e astrusa: «nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti». In sintesi: la piena discrezionalità se farlo comunque, e poco importa se possa essere incongruo

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Invece il giallo dell’asporto per i bar che favorisce la movida è stato chiarito in serata da una nota diffusa dal ministero della Salute:

“A proposito delle notizie di stampa riguardanti la disciplina delle ‘attività dei servizi di ristorazione’ in relazione all’asporto, si precisa che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice Ateco 56.3) dopo le 18, come per gli altri esercizi commerciali della stessa tipologia. Viene consentito ora l’asporto solo fino alle 22 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice Ateco 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto”.

dpcm draghi fino a 6 aprile cosa chiude spostamenti

Niente aperitivi in presenza dunque. Ma chissà se i clienti dei bar adesso si sposteranno in massa verso le enoteche. Staremo a vedere.

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