Dove è finito Salah Abdeslam

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-20

Un nuovo identikit e un nuovo nome per il terrorista secondo gli inquirenti francesi: si farebbe chiamare Yassine Baghli e avrebbe paura dell’ISIS che lo cercherebbe perché non ha avuto il coraggio di farsi esplodere. Intanto però viene avvistato ad Anderlecht. E il vicino racconta di una misteriosa lite con il fratello la sera prima degli attentati

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Un uomo ancora senza nome. È quello ritrovato a Saint Denis insieme ad Abdelhamid Abaaoud e a sua cugina Hasna Aitboulahcen dopo il blitz delle teste di cuoio. La speranza che sia Abdeslam Salah, ovvero l’unico rimasto tra i componenti dei commando che hanno colpito nella notte degli attentati di Parigi. Ma è poco probabile che i resti ritrovati nell’appartamento a Rue de la République siano quelli di Salah, visto che i suoi due amici, Mohammed Amri e Hamza Attouh, sono andati a prenderlo quella notte a Parigi e lo hanno lasciato, secondo la loro stessa testimonianza, nei pressi dello stadio di Bruxelles. Che Salah sia tornato a Saint Denis quando ormai il suo nome e il suo volto erano noti sembra francamente improbabile, anche se non impossibile. Mentre i suoi amici rimarranno in cella per un altro mese perché la loro spiegazione dei fatti non ha convinto gli inquirenti, oggi Parigi ha diffuso un nuovo identikit alle polizie europee, dove si sostiene che Salah Abdeslam oggi è conosciuto con il nome di Yassine Baghli e ha un nuovo look con capelli lunghi e occhiali.

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L’identikit di Salah Abdeslam travestito come Yassine Baghli

Dove è finito Salah Abdeslam

Un travestimento necessario, visto che l’ottavo uomo delle stragi parigine, il super-ricercato in fuga, sarebbe braccato, oltre che dalle polizie di tutta Europa, anche dall’Isis stesso per “vigliaccheria”. Una fonte degli inquirenti francesi citata dal quotidiano britannico The Independent, ricorda che Salah, al contrario del fratello Brahim, non ha azionato il suo corpetto esplosivo e non avrebbe completato il suo lavoro con il martirio finale. Nel frattempo le sue tracce rimangono ben definite:  era a Bari nell’agosto scorso da dove, si sarebbe imbarcato per la Grecia per poi rientrare nel giro di pochi giorni. Secondo quanto pubblicato dal Corriere della Sera, il primo agosto scorso Salah sarebbe arrivato al porto di Bari in auto insieme con un amico per imbarcarsi su un traghetto diretto a Patrasso. Il rientro è avvenuto pochi giorni dopo, il 5 agosto, sempre al porto di Bari dove Salah è giunto sempre a bordo di un traghetto. Non si conoscono al momento i suoi spostamenti sul suolo greco.  Altre fonti hanno riferito a La Libre che Salah sarebbe stato visto “quattro o cinque volte” nel mese di ottobre in bar del Belgio frequentati da gay. La sua presenza, secondo quanto riferito, troverebbe una spiegazione nel traffico di documenti orchestrato dal fratello Brahim, che si è fatto esplodere durante gli attacchi di venerdì nella capitale francese. “In questi bar, frequentati da persone ignare, non è molto complicato rubare portafogli” ha spiegato una fonte di La Libre. “Furti di carte d’identità, patenti di guida e altro sono stati compiuti in quel periodo in questi luoghi”. Secondo quanto riporta la stampa belga, il 26enne francese residente in Belgio sarebbe stato avvistato a Anderlecht, poco distante da Bruxelles. La notizia, che non ha conferme ufficiali, rafforzerebbe l’ipotesi che l’uomo sia riuscito a tornare in Belgio dopo gli attacchi. Un altro testimone martedì aveva detto di aver incontrato Salah Abdleslam martedì sera a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles dove abita che viene considerato la roccaforte degli estremisti islamici. Intanto, la caccia all’uomo si è estesa anche all’Olanda, secondo quanto riporta la Cnn citando una fonte vicina all’inchiesta, che ricorda che Salah Abdeslam ha vissuto per un certo periodo nel Paese.

nomi e cognomi dei terroristi degli attentati di parigi
Chi sono i terroristi degli attentati di Parigi (Corriere della Sera, 18 novembre 2015)

 

La notte prima degli attentati

Nel frattempo le voci si susseguono. C’è ad esempio quella che racconta di una furiosa litigata tra i due fratelli Abdeslam, giovedì sera, nel loro appartamento di Molenbeek, proprio alla vigilia delle stragi di Parigi: la testimonianza, da prendere con le pinze, arriva da un loro vicino di casa nonché amico di famiglia, intervistato per l’ultima puntata di Envoyé Special, andata in onda ieri sera su France 2. Giovedi’ 12 novembre. I due fratelli si sono duramente scontrati. “Quella sera ero a casa. Ho sentito una litigata, una litigata pazzesca. Mi sporgo dalla finestra e vedo i due fratelli che se ne dicono di tutti i colori”. Motivo? “Io non vado se non mi date i soldi!”, avrebbe detto uno dei due. “No, no, tu andrai eccome!”, ha risposto l’altro. E ancora: “Io senza grana non mi muovo, non ci vado!”. Intervistato a volto coperto il vicino di casa racconta che i due avevano “cominciato a pregare e a fare sport da tre mesi” . “Si allenavano da tre mesi, pregavano da tre mesi, hanno smesso di fumare da tre mesi”. Cosa significa questo? “Si preparavano alla guerra. E’ cosi’ che fa la gente di Molenbeek, ne conosco diversi. Si allenano a full contact, al krav maga. Non vogliono arrivare sul teatro di guerra senza sapere come si combatte”. Intanto la magistratura belga ha prorogato di un mese la carcerazione provvisoria di Hamza Attou e Mohammed Amri, sospettati di aver riportato da Parigi in Belgio Salah Abdeslam, uno dei principali sospetti degli attentati che venerdì scorso hanno insanguinato la capitale francese. Lo ha annunciato la Procura belga. La camera di consiglio della corte d’appello di Bruxelles “ha prorogato di un mese la detenzione dei due sospetti che sono stati privati della libertà sabato scorso nel quadro delle indagini sugli attentati di Parigi”, ha precisato la Procura a cui competono i casi di terrorismo in Belgio.

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