Attualità
Daniela Valentini: la figuraccia della senatrice su Mafia Capitale
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-12-13
«Non sentivo Buzzi da anni», sostiene lei. E il PM tira fuori gli sms…
Daniela Valentini, ex presidente di Ama e assessore al commercio della giunta Veltroni e oggi senatrice del Partito Democratico, ha testimoniato ieri al processo di Mafia Capitale chiamata dalla difesa dell’ex presidente di Ama Fiscon. La Valentini ha prima risposto alle domande del legale, l’avvocato Salvatore Sciullo. «Ero stata nominata presidente di Ama in un momento difficile per la città, molto sporca e con poche risorse. Avevamo bisogno di una figura di alto profilo. Facemmo una ricerca a livello nazionale. Alla fine optammo per lascelta interna. E fu nominato dg Fiscon, una figura di alta specializzazione, in grado pure di dialogare con i lavoratori». Ma, racconta Adelaide Petrucci sul Messaggero, la senatrice ha finito per essere smentita dal pubblico ministero:
Poi la parola è passata all’accusa che, con una raffica di domande, ha chiesto alle teste se conoscesse Buzzi, quale fosse il rapporto con lui e, soprattutto, se avesse finanziato le sue campagne elettorali. «Lo conoscevo come una figura che si era impegnata nel recupero degli ex detenuti. Non sono mai stata a casa sua. E non ha mai sostenuto le mie campagne elettorali in maniera diretta». Allora il pm Tescaroli ha letto in aula una intercettazione del 19 giugno del 2013 in cui Buzzi, parlando con una sua collaboratrice, diceva: «Io me ricordo quando Valentini era presidente di Ama…. Noi avevamo fatto due campagne elettorali per lei. Quando Veltroni la chiamò mi disse: Non je posso d de no, senno quello mi si.. Passo da trecentomila a quattromila euro di stipendio. E mo come cacchio faccio. C’ho il mutuo, degli impegni…».
«Quel linguaggio non è mio»,ha risposto la Valentini. «È impossibile comunque che io la sera in cui Veltroni mi chiamò per propormi l’assessorato abbia parlato con Buzzi. Sarei dovuta partire l’indomani. Ho avuto mezz’ora per decidere. La campagna elettorale poi me la sono sempre organizzata da sola. Non esiste proprio, per carità, io denuncio».
A quel punto il PM ha ricordato un sms inviato alla Valentini da Buzzi nel novembre 2014: «Compra stamattina il Tempo. Siamo a pag 7. I tuoi soldi sono investiti bene».
«Mai ricevuto messaggi di questo tenore», si è impuntata la testimone. «Ci sarà qualche errore. Io ho un ricordo del tipo: Compra stamattina Il Tempo, vedi come siamo stati bravi…». La stessa presidente della Corte, il giudice Rosanna Ianniello, ha deciso di fare una verifica sul messaggio. Eppure Tescaroli citava gli atti dell’inchiesta. La tensione sale quando la senatrice precisa: «Non sentivo Buzzi da anni e mi arrivò quel messaggio che mi faceva piacere».
Per il pm è quella la verità mancata. «Nell’ultimo anno lei ha ricevuto almeno 13 messaggi da Buzzi». La Valentini quasi si inalbera. «Quell’sms – ha voluto precisare poi Buzzi dal carcere di Tolmezzo – era un messaggio seriale. Come gli altri». Nella stessa udienza è stato sentito anche l’ex prefetto Goffredo Sottile, ex commissario per l’emergenza rifiuti. «Si stava chiudendo Malagrotta e non avevamo una soluzione», ha detto in aula, «Roma aveva il pericolo di finire in ecoballe, come Napoli. Ossia non sapevamo dove mettere i rifiuti. L’Ama era il mio braccio operativo», ha detto. «Mi confrontavo con Fiscon, con la dottoressa Anelli (ex dg) e con la Muraro (l’attuale assessore ai rifiuti, ndr) che veniva spesso nel mioufficio».