Il focolaio di COVID-19 e il lockdown in Australia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-06

Il 3 luglio scorso oltre 10 mila persone nello Stato australiano di Victoria si erano rifiutate di sottoporsi al tampone per COVID-19. A pesare, secondo le autorità, sono stati i complottisti che hanno indotto una parte di questi a opporsi agli esami

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Da domani a mezzanotte 6,6 milioni di persone saranno isolate in Australia a causa di un aumento dei casi di Coronavirus SARS-COV-2 a Melbourne. Il Victoria, dove si trova la città colpita, e il New South Wales, gli stati australiani più popolosi, saranno messi in lockdown per la prima volta dall’inizio della pandemia di COVID-19, secondo quanto annunciato dalle autorità che hanno anche deciso di inviare militari e polizia al confine. Il Victoria ha registrato il picco giornaliero più alto con 127 nuovi casi, di cui 16 in un popolosissimo condominio popolare. Nello stato sono 2.663 le persone contagiate e 22 le vittime. In Australia, oltre 8.500 persone hanno contratto il coronavirus e 106 sono morte.

Il lockdown in Australia

Finora i due stati avevano mantenuto i confini aperti anche quando altri li avevano chiusi. La chiusura, a partire da mercoledì, limiterà il viaggio a tutti coloro che avranno i permessi. Il premier di Victoria, Daniel Andrews, ha dichiarato che si è trattato di una decisione congiunta presa con il primo ministro Scott Morrison e il premier del New South Wales, Gladys Berejiklian. “Questa è una di quelle misure precauzionali – è una di quelle cose che penso ci aiuteranno in termini più ampi a contenere la diffusione del virus”, ha detto Andrews. Il 4 luglio scorso erano stati messi in isolamento nigliaia di residenti in alcuni edifici popolari di Melbourne, la seconda città dell’Australia dopo lo scoppio di un nuovo focolaio di coronavirus che le autorità stentano a mettere sotto controllo. Centinaia di poliziotti sono stati dispiegati per imporre il lockdown a nove torri di edilizia popolare.

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“Ci sono molte persone vulnerabili che vivono in queste torri”, ha detto ai media il premier di Vittoria, Daniel Andrews, precisando che chi si è trovato fuori casa al momento del lockdown avrà tempo fino a questa sera per farvi ritorno. Il blocco scattato senza alcun preavviso nella zona nord di Melbourne comporterà un “enorme compito logistico” che include la fornitura di cibo a circa 3.000 residenti e il dispiegamento di almeno 500 agenti di polizia per turno. Annaliese van Diemen, vicedirettore generale per la salute di Victoria, ha affermato che sono stati rilevati numerosi casi nelle torri, esponendo al rischio di contagio una comunità già altamente vulnerabile per altre patologie in essere. “La priorità è individuare tutti i casi presenti negli edifici, in modo da prevenire un’esplosione di infezioni”, ha detto van Diemen.

Le zone rosse a Melbourne

In altri due quartieri è stato imposto il coprifuoco a partire dalla mezzanotte, che si aggiungono alle quasi 300.000 persone sottoposte martedì all’ isolamento forzato. I residenti di queste aree possono lasciare la propria casa solo per ragioni essenziali, motivi di lavoro e per acquistare cibo. I blocchi sono stati un “passo difficile ma importante”, ha dichiarato il vice capo responsabile medico Paul Kelly.

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Il 3 luglio scorso oltre 10 mila persone nello Stato australiano di Victoria si erano rifiutate di sottoporsi al tampone per COVID-19. A pesare, secondo le autorità, sono stati i complottisti che hanno indotto una parte di questi a opporsi agli esami.

Infografiche da: OurWorldInData

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