Cos'è la meningite e come si trasmette

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-28

L’incremento di nuovi casi nel 2015 e quest’anno, a partire dal focolaio che si è sviluppato in Toscana, ha riportato al centro dell’attenzione una patologia che nella percezione comune sembrava pressoché scomparsa: dopo il caso della maestra della scuola Cesare Battisti di Garbatella ancora di più

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La meningite torna a far paura. L‘incremento di nuovi casi nel 2015 e quest’anno, a partire dal focolaio che si è sviluppato in Toscana, ha riportato al centro dell’attenzione una patologia che nella percezione comune sembrava pressoché scomparsa: dopo il caso della maestra della scuola Cesare Battisti di Garbatella ancora di più. Ma che cos’è, come si previene e, nel caso, quali sono i sintomi? La meningite, si legge sulla scheda dell’Istituto Superiore di Sanità, è un’infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. La forma batterica, quella tornata a colpire in questi mesi, è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali. Il Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione).

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Meningite: come si trasmette e come si manifesta (Corriere della Sera, 6 dicembre 2016)

Cos’è la meningite e come si trasmette

È stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era già stata descritta nel 1805 nel corso di un’epidemia a Ginevra. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco e’ un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell’essiccamento. Dunque, fuori dell’organismo sopravvive solo per pochi minuti. La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia e’ rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari.

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Meningite: la diffusione dell’infezione nel mondo

Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici. Per limitare il rischio di casi secondari, e’ importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici. Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione: i conviventi considerando anche l’ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza); chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato; le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli); i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca). La sorveglianza dei contatti e’ importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni). Inoltre, bisogna considerare che il meningococco puo’ causare sepsi meningococcica (un quadro clinico, talvolta molto severo, per la presenza del meningococco nel sangue con febbre alta, ipotensione, petecchie, insufficienza da parte di uno o piu’ organi fino anche ad un esito fatale) che può presentarsi da solo o coesistere con le manifestazioni cliniche della meningite. I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia. I sintomi piu’ tipici includono:irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale); febbre alta; mal di testa; vomito o nausea; alterazione del livello di coscienza; convulsioni. L’identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquido cerebrospinale o di sangue. Nei neonati, alcuni di questi sintomi non sono evidenti. Si può però manifestare febbre, convulsioni, un pianto continuo, irritabilita’, sonnolenza e scarso appetito. Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che pero’ forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di eta’ maggiore di 2 anni, il vaccino coniugato contro il sierogruppo C (usato attualmente nei calendari vaccinali in Italia) e il vaccino coniugato contro i sierogruppi A, C, Y e W 135. E’ di recente introduzione (2014) sia nel mercato che nell’offerta vaccinale di alcune regioni un vaccino per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B. In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l’opportunita’ di introduzione della vaccinazione su larga scala nell’area geografica interessata quando l’incidenza e’ superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi.
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Meningite: a Roma c’è da aver paura?

Ma quindi dopo il caso della maestra della Garbatella a Roma c’è da aver paura? “Niente panico” , dice all’ADN Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Istituto superiore di sanità. “Il panico non deve esserci, sarebbe immotivato – rassicura l’esperto sentito dall’AdnKronos Salute – In questi casi scatta subito la profilassi antibiotica dei contatti stretti e la protezione è assolutamente efficace, tanto che né in Toscana né a Milano abbiamo mai avuto casi secondari di meningite, ossia episodi di infezione in persone entrate a contatto con i pazienti”. Intanto, dal Dipartimento Prevenzione – Profilassi delle malattie infettive dell’Asl Roma 2, ex Asl Roma C, fanno sapere che la profilassi antibiotica è in corso, dopo la mail inviata dai funzionari del Dipartimento ai genitori degli alunni dell’istituto scolastico della Garbatella. Dalla direzione precisano che a breve verranno diffuse informazioni tramite una nota ufficiale. La profilassi è stata attivata in via precauzionale, sulla base delle prime analisi ospedaliere che fanno pensare a una meningite batterica. La certezza arriverà al termine delle indagini microbiologiche condotte per tipizzare il germe responsabile della morte della donna. “E’ stato un decesso molto improvviso e come Iss non abbiamo ancora il campione”, puntualizza Rezza.
EDIT: La Regione Lazio fa sapere che non si tratta di menginococco:

“In relazione al decesso della donna morta il 26 dicembre scorso presso il Policlinico Gemelli si precisa che, effettuati gli esami presso la struttura ospedaliera universitaria del Gemelli, non si tratta di meningite meningococcica, ma di una forma dovuta al batterio escherichia coli senza rischio di trasmissione diretta da persona a persona. In accordo con raccomandazioni internazionali, si comunica inoltre che in seguito alle prime informazioni la Asl Roma 2 ha fatto eseguire la profilassi precauzionale dei contatti stretti (circa una trentina di persone). La donna, che insegnava presso la scuola Cesare Battisti alla Garbatella e aveva poco piu’ di 50 anni, era stata ricoverata il giorno di Natale presso l’Ospedale San Giovanni e successivamente era stata trasferita al Policlinico Gemelli. La profilassi per la famiglia della paziente e’ scattata il giorno di Natale, mentre per gli alunni, le loro famiglie, e per il personale della scuola in contatto con la donna e’ scattata grazie all’intervento della Asl Roma 2, in collaborazione con l’Autorita’ scolastica, nella giornata di ieri (27 dicembre) a seguito della notifica da parte del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni”. E’ quanto si legge in una nota della Regione Lazio.

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