Attualità
Cosa succede se un pediatra rifiuta i figli degli anti-vaccinisti?
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-11-05
Uno studio condotto tra i pediatri americani sembrerebbe mostrare che la scelta di non seguire i pazienti che rifiutano i vaccini ha un impatto positivo sull’aumento della copertura vaccinale
Nella polemica sui vaccini una voce che si sente meno è quella dei medici pediatri. Per anni abbiamo sentito le “ragioni” dei genitori che si oppongono alle vaccinazioni pediatriche, sostenuti da medici omeopati compiacenti. Di recente alcuni genitori “pro-vaccini” hanno fatto sentire la loro voce, chiedendo il ripristino dell’obbligo di presentazione del certificato vaccinale al momento dell’iscrizione alla scuola pubblica. Argomento sul quale si è espresso anche il Ministero della Salute che starebbe valutando la possibilità ma che non ha sgombrato il campo da alcune ambiguità di fondo. Una su tutte, come far rispettare l’obbligo della vaccinazioni pediatriche.
Perché i pediatri rifiutano di seguire gli anti-vaccinisti
Cosa devono fare i medici che seguono pazienti che rifiutano le vaccinazioni obbligatorie? È bene infatti ricordare che l’unica regione italiana che ha lasciato libertà di scelta – togliendo l’obbligo per le vaccinazioni – è il Veneto. In tutto il resto d’Italia invece rimane l’obbligo di vaccinare i propri figli, anche se sono stati notevolmente depotenziati i dispositivi di controllo che quest’obbligo venga effettivamente adempiuto. Alcuni medici e pediatri hanno quindi iniziato a rifiutarsi di seguire i figli degli anti-vaccinisti. Qualche anno fa era esploso un piccolo caso in Italia proprio riguardo il rifiuto di due pediatri di seguire i pazienti i cui genitori credono alle teorie del medico omeopata anti-vaccinista Roberto Gava che ha molto seguito nel padovano, dove il Dottor Mariano Menara e la Dottoressa Flavia Nardini hanno lo studio. I due dottori avevano affisso sulla porta un avviso dove invitavano i seguaci di Gava a cambiare pediatra. Per chi non conoscesse Gava basti sapere che il guru sconsiglia non solo le vaccinazioni ma anche altre pratiche mediche e che i suoi pazienti sono caldamente invitati a non seguire altre terapie.
In America, dove la situazione degli “obiettori dei vaccini” è molto più grave che in Italia è stato condotto uno studio (il primo nel suo genere) per capire le motivazioni di questa scelta da parte dei pediatri e le conseguenze per la salute pubblica. Lo studio che è molto limitato nelle sue scoperte e cauto nelle conclusioni, dal titolo Characteristics of Physicians Who Dismiss Families for Refusing Vaccines è stato pubblicato sulla rivista Pediatrics e riferisce che un quinto dei pediatri allontana dal proprio ambulatorio le famiglie dei pazienti che non vogliono le vaccinazioni. Negli USA la American Academy of Pediatrics ha pubblicato nel 2005 delle linee guida molto precise che invitano i pediatri a non “cacciare” gli obiettori dai propri studi medici (“pediatricians should avoid discharging patients from their
practices solely because a parent refuses to immunize his or her child”), linee guida che negli ultimi anni si sono ammorbidite (“…should endeavor not to discharge patients…” ha sostituito “…should avoid discharging patients…”) in modo da riflettere il dibattito all’interno della comunità medica ma che nella sostanza rimangono le stesse. Eppure secondo il sondaggio molti di questi professionisti della salute si dichiarano favorevoli a non seguire più pazienti del genere. A quanto pare la maggioranza dei medici che optano per questa scelta vive negli stati dove la legge consente quella che viene definita “philosophical exemption” il che sostanzialmente significa “non voglio vaccinare” e che non ha alcun legame con altri tipi di esenzione dovuti ai rischi, verificati, per la salute o al fatto che il bambino è immunodepresso o allergico ad alcune sostanze contenute nei vaccini. Ma quali sono le motivazioni di tale scelta? Alcuni medici lo fanno per non esporre i pazienti più esposti al contagio (che molto più probabilmente si recheranno negli ambulatori) ad eventuali infezioni di cui potrebbero essere portatori i bambini non vaccinati. Altri invece perché ritengono che il seguire la moda anti-vaccinista vada di pari passo con una certa sfiducia nella pratica medica in generale e che quindi coloro che preferiscono seguire i consigli di esperti dell’Internet o di star di Hollywood non siano in grado di distinguere un ragionamento scientifico dalla pseudoscienza e che siano quindi una causa persa.
Quali sono le conseguenze sulla copertura vaccinale?
Cosa comporta però, per la salute pubblica questa scelta dei medici? Le opzioni sono però grossomodo due: la prima è contribuire alla creazione di “sacche di resistenza” ovvero comunità di anti-vaccinisti localizzate nel territorio dove opera il pediatra cosa che a lungo termine potrebbe comportare l’insorgere e il diffondersi di epidemie. Questa ipotesi però è da scartare secondo gli autori dello studio perché in base al sondaggio i bassi tassi di vaccinazione sono nelle aree dove i pediatri tendono a non mandare via i pazienti: «Our finding argues against this hypothesis because lower vaccination rates and higher rates of vaccine-preventable diseases tend to be in states in which physicians are less likely to dismiss families». L’altra possibilità è che invece la pratica del rifiuto possa invece spingere i genitori ad accettare il fatto che i vaccini non rappresentano un rischio per la salute dei figli e questo contribuisca ad un innalzamento della copertura vaccinale. Anche se non ci sono prove schiaccianti a favore di questa seconda ipotesi secondo gli autori dello studio le cose sembrerebbero andare così: «Our findings could be consistent with this interpretation. However, we know little about the responses of families who have faced this decision, or about those who have actually been dismissed for refusing to vaccinate». Il problema è che la ricerca tiene conto solo delle decisioni dei medici e non è andata ad indagare le eventuali risposte delle famiglie che si sono dovute trovare a scegliere tra il vaccinare il proprio figlio o cambiare pediatra. Probabilmente la cosa migliore sarebbe, conclude su The Daily Beast uno dei medici chiamati in causa dallo studio di Pediatrics che il Governo e le autorità mediche prendessero una posizione chiara sul tema dei vaccini, in modo da consentire ai medici di operare con serenità per il bene dei pazienti.