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Cosa può riaprire in Italia dal 26 aprile?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-15

Cosa può riaprire in Italia dal 26 aprile? Domani si dovrebbe tenere una cabina di regia sulle riaperture: si parla di un primo step che vedrebbe le prime aperture nelle regioni con i dati migliori, per poi passare al giallo a maggio

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Cosa può riaprire in Italia dal 26 aprile? Domani si dovrebbe tenere una cabina di regia sulle riaperture: si parla di un primo step che vedrebbe le prime aperture nelle regioni con i dati migliori, per poi passare al giallo a maggio

Cosa può riaprire in Italia dal 26 aprile?

La cabina di regia sulle riaperture dovrebbe tenersi venerdì, con possibile conferenza stampa del premier Mario Draghi a seguire, spiega ADNkronos. Si attendono i nuovi dati dell’Iss per assumere decisioni. Nel corso della riunione, numeri alla mano, non è escluso si stabilisca di allentare sin da subito le misure che prevedono l’Italia divisa in rossa e arancione fino a fine mese, ripristinando le zone gialle prima della scadenza-contenuta nell’ultimo dl del 30 aprile: “se i dati lo consentono, nulla vieta di farlo. Ma bisogna procedere con i piedi di piombo per non annullare gli sforzi fatti sinora”, dice all’Adnkronos un ministro tra i più rigoristi, assicurando tuttavia che nel Cdm di oggi non è stato affrontato il tema. Di certo la questione verrà sollevata dalla Lega nella riunione di venerdì, con Fi che potrebbe accompagnare nella richiesta gli alleati di coalizione. Sullo sfondo il pressing delle regioni, che domani presenteranno al governo le linee guida per le riaperture in sicurezza. Spiega Repubblica che le regioni con la miglior curva dei contagi, la più bassa pressione ospedaliera e la più alta percentuale di vaccinazioni le riaperture potrebbero partire già dal 26 aprile:

ci saranno tutte le attività commerciali in funzione e bar e ristoranti aperti a pranzo. Un ritorno alla zona gialla nella quale entrerà poi, nella prima decade di maggio, il resto del territorio, sempre che i parametri lo consentano. Un paio di settimane dopo, entro la fine di maggio (i più ottimisti parlano addirittura di metà mese), probabile la vera prima svolta: la riapertura di bar e ristoranti anche di sera, sempre nei locali dotati di dehors. Sarebbe il ritorno alle cene fuori che mancano, in Italia, dallo scorso mese di ottobre, con l’unica eccezione della Sardegna che a marzo era finita

Prende quindi quota l’ipotesi di allentare le misure step by step, offrendo una serie di ‘date obiettivo’ per le riaperture che consentano agli italiani di tornare a guardare al futuro, espressione usata più volte dallo stesso presidente del Consiglio. E continua a farsi spazio l’idea -a partire da maggio e sempre dati permettendo- di spostare più avanti le lancette del coprifuoco, portandolo dalle 22 alla mezzanotte così da consentire l’apertura dei ristoranti con tavolini all’aperto. Il Corriere riassume il probabile calendario delle riaperture:

Il calendario a grandi linee del governo prevede un mese di riaperture graduali, per arrivare alla fine di maggio con svariate attività aperte. Per le Regioni oltre ai ristoranti e ai bar devono ripartire anche palestre, piscine, luoghi della cultura e dello spettacolo. Le linee guida che oggi la Conferenza illustrerà alla ministra Mariastella Gelmini sono state visionate dai tecnici delle strutture sanitarie regionali e prevedono la riapertura di ristoranti e bar sia a pranzo, che a cena, con regole molto stringenti al chiuso e maggiori libertà all’aperto

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Nel dettaglio in una proma fase i locali potrebbero accogliere i clienti solo con posti a sedere. Inoltre per quanto riguarda la riapertura di palestre e piscine potrebbero essere concessi solo gli allenamenti individuali. C’è anche la possibilità che parrucchieri e barbieri, come prospettato dalla ministra Gelmini possano riaprire in zona rossa ma con regole molto rigide. L’idea di posticipare il coprifuoco alla mezzanotte va di pari passo con la riapertura dei ristoranti la sera. Cinema, teatri e sale da concerto apriranno i battenti con il ritorno della zona gialla. Dario Franceschini ha inviato al Cts un documento in cui chiede di aumentare i posti a sedereespera che «la risposta sia positiva»: 500 persone al chiuso e 1000 all’aperto e un tetto del 50% al coperto, invece che del 25%

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