Cosa deve fare chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca secondo Galli | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-10

Chi ha già fatto la prima dose del vaccino anti-Covid AstraZeneca senza problemi ‘può andare avanti tranquillamente con la seconda senza aspettarsi guai e rogne

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Chi ha già fatto la prima dose del vaccino anti-Covid AstraZeneca senza problemi ‘può andare avanti tranquillamente con la seconda senza aspettarsi guai e rogne, perché le manifestazioni negative a questo vaccino sono molto rare ma intervengono nell”arco di un periodo ristretto successivo alla prima dose, entro i primi giorni, al massimo le prime due settimane dalla somministrazione. Credo che questo sia il messaggio forte e chiaro da dare”. Lo ha detto Massimo Galli direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di Agorà, su Raitre.

Cosa deve fare chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca secondo Galli | VIDEO

Galli è dunque esplicito, nel ribadire: una volta trascorsi molti giorni dalla prima dose “non state lì ad aspettare il ‘coccolone’ perché a questo punto non vi viene. State tranquilli – aggiunge – anche se avete storie personali che possono far pensare a pericoli di questo genere”

Galli ha anche spiegato: “Dovremmo avere una posizione forte, chiara e definita che venga dalle autorità responsabili”, denunciando che “C’è stato un tira e molla veramente increscioso, anche con dei difetti di inadeguatezza di comunicazione imbarazzanti su questo vaccino”. “Il punto fondamentale su cui mi piacerebbe fosse fatta chiarezza – dice – è su quanto questo vaccino resta strategico per completare il quadro di vaccinazione nel nostro Paese. Se dobbiamo ancora ragionare in termini di costi-benefici in quella direzione allora il discorso resta aperto. Altrimenti – afferma l’infettivologo – non ho difficoltà a schierarmi nell’ambito di coloro che stanno pensando a una seria divisione dell’utilizzo di questo vaccino e a una sua limitazione in fasce di età in cui non ha una associazione significativa con questa pur rara condizione ma che crea un continuo allarme, molta ansia e certamente non migliora la qualità di vita di coloro che si vaccinano. Io credo – conclude- sia giunto il momento di porre questo problema sul tavolo e ci sia una presa di posizione chiara e definitiva”.

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