Le città a rischio chiusura

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-31

Un lockdown morbido a livello nazionale o chiusure locali per le grandi città? Mentre il governo discute sulla chiusura delle scuole il numero dei contagi cresce e le grandi città potrebbero essere le prime a sperimentare restrizioni pesanti. A partire da Milano

article-post

Un lockdown morbido a livello nazionale o chiusure locali per le grandi città? Mentre il governo discute sulla chiusura delle scuole il numero dei contagi cresce e le grandi città potrebbero essere le prime a sperimentare restrizioni pesanti. A partire da Milano

Le città a rischio chiusura

Qual è il criterio che deciderà la chiusura delle città? L’indice RT oltre 2 che è già stato superato in Lombardia e Piemonte, spiega Repubblica:

Il criterio, già messo nero su bianco in un precedente dpcm, è quello di valutare l’Rt, stabilire dove è fuori controllo, varare dei mini-lockdown. Dove l’indice di trasmissibilità si attesta oltre il 2, scatta l’intervento. Soprattutto se si affianca alla perdita di controllo del tracciamento e a segnali di sofferenza delle strutture sanitarie. Ci sono due Regioni sopra questo livello, Lombardia e Piemonte. E ci sono diverse grandi città e capoluoghi a ballare attorno a questo dato, tra cui Milano e Napoli, Caserta, Varese e Genova, Como, Torino e alcune realtà del Veneto del Centro e del Sud (per la debolezza della sanità si osservano con preoccupazione Calabria e Sicilia). Non c’è Roma, anche se la situazione è in rapido deterioramento. Toccherà al governo trattare con governatori e sindaci l’elenco dei centri in cui scatteranno le restrizioni. Che dovrebbero portare alla temporanea chiusura delle scuole e di molte attività commerciali. Da stabilire, invece, l’ipotesi di bloccare i movimenti interregionali, che divide il Cts e il governo.

bollettino coronavirus protezione civile italia oggi 30 ottobre 1

“Sulla scuola si deciderà quando il governo opterà per ulteriori misure anti-Covid”, spiegano fonti qualificate di governo senza specificare quanto il premier passerà alla nuova stretta. “Potrà essere domani, tra una settimana o tra due settimane”, spiegano le stesse fonti. Il M5S, si sottolinea, resta il più fermo sulla linea delle lezioni in presenza a scuola. “Bisogna capire cosa significa scuole aperte. Sul primo ciclo siamo ancora fiduciosi, sulle superiori abbiamo capito che si andrà molto in Dad”, spiega una fonte M5S di governo. Il tema, però, è che l’orizzonte delle nuove chiusure appare, in queste ore, più vicino e il range di tempo che Conte aveva scelto di prendersi – dieci giorni circa – potrebbe accorciarsi drasticamente. Per ora, toccherà alle Regioni prendersi l’onere e “l’onore” della decisione sulla scuola. Il destino della scuola è strettamente legato al tipo di lockdown che metterà in campo il governo, se i contagi continueranno a crescere in maniera esponenziale: se sarà un lockdown – più morbido rispetto a quello di marzo – nazionale o saranno mini-lockdown locali per le zone più a rischio. E non si esclude che il governo torni a confrontarsi già nelle prossime ore. Anche perché potrebbe non essere più sufficiente chiudere solo Milano, spiega il Corriere:

Fermare solo il capoluogo lombardo non viene ritenuto sufficiente. Il governo tratta con il Pirellone e con il sindaco Sala per il blocco dell’area metropolitana dove ci sono migliaia di nuovi contagiati e ospedali in grave affanno, in alcuni casi a rischio collasso. Il «cinturamento», con il divieto di spostamento per i cittadini e il blocco di tutte le attività ad esclusione di quelle essenziali, diventerebbe operativo già da lunedì. La stessa misura potrebbe essere presa anche in quelle altre città che mostrano un incremento di nuovi positivi rispetto ai tamponi effettuati e una saturazione dei posti disponibili nei nosocomi e nelle terapie intensive. È il caso di Napoli, Bologna, Torino e Roma. Nella capitale i postivi nelle ultime 24 ore sono oltre 2.200, con un rapporto tra nuovi contagiati e tamponi dell’8,8 %. In Campania il governatore De Luca ha chiuso tutte le scuole, nidi compresi e la scelta ha innescato un duro scontro nel governo.

Potrebbe interessarti anche