Attualità
Carlo Sibilia e la Mégane di tutela ad Avellino
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-10-01
Il sottosegretario all’Interno si fa fotografare su treni e mezzi pubblici ma quando torna nella sua città usa un’auto e un agente della polizia
Carlo Sibilia si scatta volentieri selfie sui treni di linea per dimostrare che il mezzo pubblico è il faro del MoVimento 5 Stelle e le scorte non sono simpatiche, tanto che alla sua a Roma ha rinunciato subito. Intanto però chiama di volta in volta la Questura della sua città quando vi rientra nei fine settimana. E utilizza in stile “Uber” un’automobile a disposizione del programma di tutela: una Renault Mégane “frequentata” dai suoi predecessori in città. La storia la racconta oggi Carmelo Lopapa su Repubblica e ha un antagonista d’eccezione: Gianfranco Rotondi.
Succede che proprio nelle ultime settimane il ministero dell’Interno che fa capo a Matteo Salvini ha rivisto i programmi di protezione, in particolare per i segretari di partiti e partitini. A finire nel setaccio sembra siano stati Lorenzo Cesa, segretario Udc, e Gianfranco Rotondi, fondatore di Rivoluzione Cristiana e detentore del simbolo Dc. E fin qui la stretta del ministero.
Il fatto è che Rotondi, quando rientrava nella sua Avellino fino a qualche giorno fa, era “tutelato” con un agente proprio in quella Megane (anche per via di minacce ricevute dopo una sua denuncia). Poi lo stop. Scopre in questi giorni dai suoi concittadini che sulla stessa auto viene trasportato adesso – per brevi tratti e su “chiamata”, appunto – il giovane sottosegretario pentastellato.
Due giorni fa, al capo di gabinetto di Salvini al Vimininale, il prefetto Matteo Piantedosi, è stato recapitato da Rotondi un messaggio di fuoco, che apre un nuovo versante (Mastella) e lancia criptiche allusioni al passato: «Avrete il problema di spiegare al Paese perché togliete la tutela a uno dei pochi leader dell’opposizione e la date a Mastella. Non è escluso che il vecchio Rognoni non ricordi qualche corrispondenza privata degli Anni ‘80». Sibilia, contattato per dire la sua sulla vicenda e sull’utilizzo del mezzo, non si è reso rintracciabile.