Attualità
L'indagine dell'Antimafia su Carlo Giovanardi
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-04-10
Il senatore avrebbe utilizzato notizie riservate e fatto pressioni indebite per salvare dall’interdittiva antimafia del prefetto una società di costruzioni modenese, la Bianchini, esclusa dai lavori pubblici perché condizionata dalle cosche
Il senatore Carlo Giovanardi è indagato per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e minaccia o violenza a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa al centro dei processi Aemilia. Giovanardi, secondo l’accusa ricostruita dal settimanale L’Espresso, avrebbe utilizzato notizie riservate e fatto pressioni indebite per salvare dall’interdittiva antimafia del prefetto una società di costruzioni modenese, la Bianchini, esclusa dai lavori pubblici perché condizionata dalle cosche: il titolare è attualmente a processo.
Giovanardi, in pratica, avrebbe utilizzato notizie riservate e fatto pressioni indebite per salvare dall’interdittiva antimafia del prefetto una società di costruzioni modenese, esclusa dai lavori pubblici perché condizionata dalle cosche. Il titolare dell’azienda Bianchini costruzioni è sotto processo per concorso esterno alla mafia a Reggio Emilia, insieme ai capi bastone dell’organizzazione criminale. Ma il senatore, è l’ipotesi degli inquirenti, non si è fatto alcuno scrupolo nel montare una campagna contro prefetti, investigatori e magistratura, per tutelare un imprenditore che con gli uomini del padrino Nicolino Grande Aracri andava a braccetto.
Con i titolari di questa azienda di San Felice, paesone colpito pesantemente dal sisma del 2012, l’ex ministro si è incontrato varie volte. Anche nel suo studio. Per il politico modenese i Bianchini sono imprenditori seri, guai a chi lo mette in dubbio. E per questo vanno difesi senza remore, nonostante le pesanti accuse dell’antimafia e il primo pentito della cosca emiliana che ha riempito decine di verbali sugli affari portati avanti con la complicità dell’imprenditore modenese, che oltre a fare la parte del leone nella ricostruzione post terremoto aveva ottenuto lavori anche nei cantieri Expo di Milano.
Giovanardi ha negato tutto in una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa ANSA: “Non ho mai avuto contatti diretti o indiretti con esponenti della ‘Ndrangheta. Sono solo intervenuto per le imprese modenesi, salvandole”. Per il senatore non c’è stata alcuna interferenza: “Ho sempre svolto l’attività in aula, in commissione antimafia, presentando emendamenti e interrogazioni, ed è tutto agli atti, con una radicale critica a come venivano gestite le interdittive – prosegue – perché non venivano fatte per salvare le aziende, ma per distruggerle. Ma la mia è stata un’attività di parlamentare, le cui prerogative ho esercitato in maniera rigorosa, visto che tra i miei compiti c’è anche il sindacato ispettivo. Ho fatto tutto con la massima trasparenza e onestà e sono intervenuto su questioni amministrative. Quando sono arrivati gli aspetti penali, non mi sono più interessato”.