Ma cosa abbiamo fatto di male per sorbirci Briatore contro la pizza a quattro euro? | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-20

Libera pizza in libero stato. Briatore venda la sua e noi decidiamo di mangiare la nostra

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Ma perché Briatore ce l’ha con la pizza a quattro euro? Partiamo da un presupposto: le polemiche sui prezzi dei ristoranti o dei locali trainati da nomi famosi come quello di Cracco o altri lasciano il tempo che trovano. Chi desidera pagare nome, location e quanto ne consegue è liberissimo di farlo. Ma che Briatore se la prenda, definendo invidioso, chi pensa sia uno spreco pagare 65 euro per uno street food popolare come la pizza è altrettanto assurdo.

Briatore, pizza a quattro euro: la polemica | VIDEO

Tutto nasce dalle solite, e anche un po’ noiose, reazioni al listino del nuovo locale dell’imprenditore. Che ha reagito pubblicando un video di risposta sui suoi social con argomentazioni risibili. Non è infatti l’elenco di ingredienti gourmet, “il patanegra”, i pelati o i metodi di lavorazione come l’assenza di fermentazione usati nel suo Crazy Pizza a essere messo in discussione. Libera pizza in libero stato si potrebbe dire. Ma che Briatore insinui che una pizza semplice come una margherita sia venduta a prezzi molto più popolari dei suoi solo nel caso in cui chi la prepara non segua tutte le regole è quantomeno discutibile. Senza arrivare ai quattro euro del suo esempio, che ormai si trovano difficilmente, ci sono virtuose vie di mezzo che salvano qualità e portafogli. Sui social come sempre le reazioni sono di ogni tipo. Una su tutte quella del consigliere regionale della Campania Francesco Borrelli: “Sulla pizza napoletana non accettiamo lezioni da chi non ha nessun titolo per farne. Ancora una volta Flavio Briatore interviene a sproposito non sapendo minimamente di cosa parla. La pizza, riconosciuta dall’UE con marchio STG (Specialità Tradizionale Garantita), inserita dal 2017 nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità per la tradizione del pizzaiolo napoletano, è tipicamente un piatto povero e popolare, non di certo appannaggio per cafoni arricchiti. La tradizione secolare e la cultura che accompagna questo straordinario piatto di certo non può essere insolentita da un parvenu della ristorazione per ricchi. Briatore farebbe bene a venire a lezione dai pizzaioli napoletani dai quali potrebbe apprendere tanti segreti per una buona pizza realizzata con prodotti di qualità e alla portata di tutti. Faccia liberamente i suoi affari senza dare lezioni a chi rappresenta la storia e il successo di questo prodotto”. Viene però il dubbio che Briatore su una cosa abbia perfettamente ragione. Gli stiamo facendo pubblicità. Troppa. E lui è un genio.

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