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Beppe Sala a processo con rito immediato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-05

Il sindaco annuncia su Facebook l’intenzione di saltare l’udienza preliminare: “Si tratta della modalità più rapida che la legge processuale prevede per arrivare velocemente all’accertamento della verità”

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Il sindaco di Milano, Beppe Sala, attraverso i suoi legali ha chiesto di essere processato con il rito immediato, saltando la fase dell’udienza preliminare già fissata per il 14 dicembre, per l’accusa di falso nell’inchiesta sull’appalto per la Piastra dei servizi di Expo. Il sindaco lo ha annunciato su Facebook e i suoi legali lo hanno confermato.

Giuseppe Sala a processo con rito immediato

“Si tratta della modalità più rapida che la legge processuale prevede – scrive Sala – per arrivare velocemente all’accertamento nel merito delle ipotesi di accusa attraverso il vaglio dibattimentale. Da oggi il mio auspicio è che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità e, quindi, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. Ho sempre agito per il bene comune e continuerò a farlo”. Il processo col rito immediato comporta il ‘salto’ dell’udienza preliminare che non verrà celebrata per Beppe Sala, ma solo per gli altri 7 imputati, tra i quali l’ex manager di Expo Angelo Paris e l’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni. Nei prossimi giorni il gup Giovanna Campanile prenderà atto della richiesta presentata dai legali del sindaco e fisserà la data del processo col rito immediato.
giuseppe sala beppe sala
Nelle prossime ore verrà invece definito l’altro filone dell’inchiesta in cui è coinvolto il primo cittadino, quello sulla turbativa d’asta per la fornitura di 6mila alberi al sito dell’Essposizione. I pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo stanno decidendo se chiedere l’archiviazione oppure il processo per questa seconda ipotesi di reato contestata a Sala e ad altri indagati. Il falso riguarda la retrodatazione della nomina dei due membri della commissione di gara per l’appalto sulla Piastra, il più ricco di Expo (valore 272 milioni) vinto dall’impresa Mantovani.

L’altra inchiesta su Sala per turbativa d’asta

Secondo la Procura Generale, Sala, con l'”intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta”, con il rischio di non riuscire ad aprire in tempo i cancelli dell’Esposizione, avrebbe falsificato i verbali. Lo dimostrerebbero le intercettazioni che riguardano i manager impegnati nella gara i quali raccontano che già il 21 maggio 2012 era stato sollevato il problema dell’incompatibilità dei commissari. Sala, secondo l’accusa, decide di firmare il 31 maggio, a casa sua, un atto falso, con data 17 maggio, per far entrare in gioco due commissari supplenti che sostituiscano i due incompatibili. I legali di Sala, gli avvocati Salvatore Scuto e Giuseppe Nespor, definiscono il capo d’imputazione basato sul “travisamento dei fatti”, sulla loro “errata lettura” e su una ricostruzione “tendenziosa, errata e superficiale”

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