Attualità
Beppe Grillo ci spiega il valore della povertà affittando casa a 14mila euro a settimana
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2016-12-27
A Natale Beppe Grillo era in vena di lezioni e quindi – citando Goffredo Parise – ci ha spiegato l’importanza della povertà che ci aiuta a dare valore alle cose necessarie e a disprezzare il superfluo, come ad esempio la casa al mare, le vacanze in barca o quelle in Kenya. Tutte cose che Grillo fa abitualmente.
Nemmeno a Natale Beppe Grillo perde l’occasione per ricordarci quali siano i veri Valori della vita. Quest’anno lo fa con un brano di Goffredo Parise sulla povertà. Non quella di spirito naturalmente, ma quella materiale. Con il suo messaggio di Natale Grillo vuole essere un po’ profeta della decrescita felice (fuori tempo massimo) contro il consumismo sfrenato di questi giorni e un po’ Pepe Mujica. Lo fa prendendo a prestito le parole di Parise per dire che “povertà è godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario, la casa necessaria e non superflua“. Il che è davvero interessante visto che è noto che Grillo possiede una seconda casa non necessaria, la villa a Marina di Bibbona dove ogni tanto ha organizzato le riunioni di fedelissimi e Direttòri vari.
Il rimedio è predicare bene e razzolare male
Proprio di questa villa sulla riviera degli Etruschi l’Huffington Post e La Stampa ci facevano sapere qualche tempo fa che può essere affittata alla modica cifra compresa tra i 13 ed i 14 mila euro a settimana. Sarà una casa necessaria? Ne dubitiamo, ma questa non è certo l’unica occasione in cui Grillo fa sfoggio di ciò che ha e che ha – sia ben chiaro – perché ha lavorato e non perché ha rubato (come i politici!1). Ciò non toglie che gli appelli al pauperismo morale lanciati sull’house organ del partito stridano con lo stile di vita di Grillo (e di molti dei suoi parlamentari “griffati”). Continua Parise dal blog di Grillo:
Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime “barche”
Ed è proprio per questo che il comico genovese e capo politico del MoVimento 5 Stelle quest’estate ha scelto di trascorrere il Ferragosto a bordo dell’Aldebaran, lo yacht da 42 metri dell’imprenditore Enrico De Marco, re della simil-pelle. Il tutto in una delle location meta per antonomasia del vippume e dei ricchi italici: Porto Cervo. Eppure nel 2010 il blog di Beppe ospitava questo intervento contro le imbarcazioni di lusso dei paperoni italiani e i “furbetti dello yacht”:
Basta creare una società di noleggio, va bene anche in Italia, ma è molto meglio nei paradisi fiscali così la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate impazziscono. Ma se vai a vedere, pochi, pochissimi noleggiano le barche. Gli altri fanno contratti fittizi con fratelli e cugini. Risultato: così non si paga l’Iva sull’acquisto, sul combustibile, sulle riparazioni, sul posto barca.
Curiosamente nel 2007 proprio l’Aldebaran era stato protagonista di una vicenda simile scoperta dalla Guardia di Finanza. Qualche tempo prima, nel Capodanno del 2015, Grillo invece se la spassava in Kenya a Malindi nel resort di proprietà di Flavio Briatore. Nel 2013 infine, quando il Paese appena uscito dalle elezioni politiche non era ancora in grado di formare un Governo Grillo rinviò l’incontro al Quirinale perché impegnato a fare vacanza in Costa Smeralda. Un impegno senza dubbio “necessario” e non derogabile, per il bene del Paese. Continua Parise:
Il denaro non è più uno strumento economico, necessario a comprare o a vendere cose utili alla vita, uno strumento da usare con parsimonia e avarizia. No, è qualcosa di astratto e di religioso al tempo stesso, un fine, una investitura, come dire: ho denaro, per comprare roba, come sono bravo, come è riuscita la mia vita
E improvvisamente scopriamo che forse Grillo non ha letto poi così bene quello che ha scritto Parise nel 1974, perché a ben guardare se c’è uno che non sa cosa sia la povertà e che si comporta proprio nel modo stigmatizzato da Parise è proprio il capo del M5S.
I ragazzi non conoscono più niente, non conoscono la qualità delle cose necessarie alla vita perché i loro padri l’hanno voluta disprezzare nell’euforia del benessere. I ragazzi sanno che a una certa età (la loro) esistono obblighi sociali e ideologici a cui, naturalmente, è obbligo obbedire, non importa quale sia la loro “qualità”, la loro necessità reale, importa la loro diffusione.
Quando Parise scriveva queste parole Grillo aveva 26 anni, era lui uno dei ragazzi ai quali lo scrittore si rivolgeva. Oggi, a 68 anni suonati Grillo è uno di quei padri che disprezzano le cose necessarie della vita nell’euforia del benessere. E come tutti i padri Grillo ha l’ambizione di fare la predica “ai suoi ragazzi”.