“Ho strangolato papà per farlo stare zitto”: la confessione di Benno Neumair

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-09

I passaggi del verbale della confessione di Benno Neumair, che ha ammesso di aver ucciso i genitori Peter Neumair e Laura Perselli

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“La confessione di Benno non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un’ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo davanti a me come un processo puramente indiziario”. Sono le prime parole di Madè Neumair dopo la confessione resa da suo fratello ai magistrati. È stato lui a uccidere e a disfarsi del corpo dei genitori. Oggi il Corriere racconta qualche passaggio della sua confessione. Eccone uno in particolare, in cui racconta di aver ucciso il padre per farlo stare zitto:

«Avevamo litigato per i soliti motivi. Io volevo finirla lì ma lui continuava e allora…». Allora Benno racconta che gli è capitata per le mani una corda, una di quelle da arrampicata. «L’ho presa e gliel’ho stretta al collo. L’ho fatto per farlo stare zitto». Sta parlando di suo padre, di quel pomeriggio del 4 gennaio che è l’ultimo di cui Peter ha visto la luce. Il verbale che riassume le tre ore di interrogatorio videoregistrato racconta di un ragazzo che confessa, sì, ma che non dice una sola parola di pentimento. Nemmeno un «mi dispiace», non una lacrima, non un cenno di agitazione, di rimorso. Ha risposto alle domande, semplicemente

La mamma di Benno è arrivata solo dopo, come vi avevamo raccontato. E appena è entrata in casa è stata strangolata: «mia madre è arrivata che era appena successo, non le ho nemmeno dato il tempo di togliersi il cappotto e quando è entrata ho strangolato anche lei».

“Il fatto che Benno abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma il mio papà la sera del 4 gennaio – spiega la sorella del giovane personal trainer in carcere per aver ucciso Peter Neumair e Laura Perselli – per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 5 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all’accaduto, stento a credere – continua – come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce”. “Ho sentito i miei genitori vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina – racconta Madè – mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto i primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori, scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri, poco dopo lamentandosi con me al telefono su quanto fosse nauseato e irritato da tutte le ‘strane domande’, sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti e palesi menzogne”.

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