Attualità
L'assalto finale degli ultracattolici contro «l'ideologia gender»
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-08-20
Settembre si avvicina e i fanatici del gender si preparano a combattere la santa battaglia contro omosessuali e diversi. Vediamo con quali argomenti e come finirà
Manca davvero poco all’inizio della scuola e i gruppi di genitori preoccupati dall’ideologia gender tentano l’assalto finale per convincere i più incerti ad unirsi nella santa crociata contro gli omosessuali e tutti coloro che sono colpevoli di voler insegnare il rispetto per la diversità. Non importa che la cosiddetta ‘ideologia gender sia un’invenzione di coloro che la criticano e la usano come grimaldello retorico per impedire sostanzialmente l’approvazione di alcune leggi, come quella sui matrimoni omosessuali, che non sono di loro gradimento.
LA DIFFIDA AI DIRIGENTI SCOLASTICI PER LE LEZIONI GENDER
Fioriscono in ogni dove incontri per allertare i genitori in vista dell’inizio della scuola sui pericolo cui andranno incontro i propri figli una volta rinchiusi all’interno delle aule scolastiche, dove professori, maestri e psicoterapeuti si avventeranno come vampiri sulle anime dei nostri bambini. Anche se in realtà le cose non stanno così e il DDL Fedeli non prevede assolutamente l’introduzione di “corsi gender” (a ribadirlo anche la stessa Ministro Giannini) le linee guida di questa crociata sono le solite. Bombardare di messaggi via whatsapp i genitori dei compagni di classe e raccogliere firme per l’abrogazione del DDL sulla buona scuola, colpevole di promuovere l’educazione gender. Alcuni genitori particolarmente spaventati hanno espresso l’intenzione di ritirare i propri figli dalla scuola pubblica per dedicarsi anima e corpo all’insegnamento in casa, l’unico luogo dove ormai i “gender” non riescono ad arrivare. Un’altra arma è la “diffida”, come quella preparata dall’avvocato Alberto Veccia, il professionista anti-gender già promotore del fallimentare flash mob contro la “mafia gay” sulla pagina di Elton John. I genitori contro il gender potranno trovare la diffida in questo bellissimo sito. Ma le sentinelle in piedi ed affini hanno già dato prova di non volere i corsi di educazione alla sessualità (questo il loro vero nome) nemmeno quando sono facoltativi. Per chi non sapesse leggere facoltativo significa che i genitori possono scegliere se fare seguire le lezioni (in orario extrascolastico) ai propri figli o meno. Indovinate un po’? A Treviso qualche tempo fa gli anti-gender si sono opposti fieramente anche a questa soluzione, non si sa mai, magari i bambini che hanno partecipato alle lezioni potrebbero dire qualcosa in grado di turbare i sogni dei “puri”. Ovviamente il gruppo Docenti, famiglie e dirigenti contro il gender nelle scuole ce l’ha anche con quell’altra bufala delle direttive OMS e all’insistente storia dell’insegnamento della “masturbazione precoce” ai bambini. Si comincia con una semplice dichiarazione d’intenti:
Il gruppo si prefigge l’obiettivo di divulgare le informazioni relative alle problematiche dell’insegnamento delle IDEOLOGIA GENDER nelle scuole e alle problematiche relative alla difesa dei MINORI. Soprattutto si pone l’obiettivo di trovare soluzioni adeguate, per evitare che diventi obbligatorio far partecipare a lezioni di gender i bambini e le famiglie che non lo vogliono.
Ma si arriva rapidamente al concetto della masturbazione precoce; per chi si fosse perso qualche puntata significa solo che la masturbazione è un aspetto della sessualità dei bambini fin dalla più tenera età. I crociati del gender invece hanno erroneamente inteso che i corsi di educazione sessuale ne prevedano l’insegnamento. Peccato che ogni volta che portano la prova che nelle scuole si insegna la masturbazione questa sia una mezza bufala.
In realtà, insieme alla sacrosanta tematica del rispetto delle diversità sessuali, si farebbe anche riferimento alle tabelle dell’ OMS che prevedono la masturbazione precoce dei bimbi. Ritenendo la violazione dell’ innocenza e della purezza un crimine contro l’umanità, diciamo forte il nostro NO, anche aderendo alle attività proposte dai docenti per il Referendum abrogativo DDL scuola, invio lettera di diffida a presidi e sindaci della vostra città o altro proposto dalle diverse associazioni laiche e soprattutto cristiane a difesa dei diritti dei bambini e della famiglia tradizionale.
Nel finale però questi genitori preoccupati superano veramente sé stessi. I corsi di educazione sessuale, a prescindere da loro contenuto vogliono cancellare “la conoscenza del Bene e del Male”. Sono quindi l’antidoto perfetto alla mela tratta dall’albero della conoscenza del bene e del male mangiata da Adamo ed Eva che Dio non voleva gli esseri umani mangiassero? Oppure molto più semplicemente i nostri eroi ci stanno dicendo che essere diversi (omosessuali, transessuali, etc) è male, è peccato? C’è poco da discutere con chi crede che l’insegnamento della parola di Dio debba essere la materia scolastica d’elezione per elevare le giovani menti.
Il momento storico che stiamo vivendo è molto critico! Si vorrebbe cancellare la conoscenza del bene e del male, rendendo tutto lecito, con la speranza di ottenere la felicità! Noi pensiamo che la felicità derivi dalla pace, dal rispetto, dalla solidarietà, dalla trasparenza e dall’ insegnamento della parola di Dio, medico essenziale in quest’epoca malata, dove il delirio vorrebbe diventare legittimo e collettivo. Che Dio protegga i nostri bambini e benedica questa nostra lotta a favore di quelli che Egli ama di più:gli innocenti!
ALBERTO VECCIA, L’AVVOCATO IN MISSIONE PER CONTO DI DIO
Alberto Veccia, avvocato a Roma, mira a diventare una delle anime (in compagnia di Mario Adinolfi) del movimento dei genitori anti-gender. Per poterlo fare sfodera tutto l’armamentario retorico in un lungo post in cui pretende di stabilire un parallelismo tra “ideologia gender” e transessualismo, facendo intendere che le due cose vanno di pari passo e che l’obiettivo finale è quello di farci diventare tutti transessuali.
L’inizio è chiaro, di “transessualismo” si muore. Il motivo? Agli albori della chirurgia moderna una persona transessuale è morta sotto i ferri mentre tentava di diventare quello che sentiva di essere. In realtà di transessualismo e di coesistenza di più generi si parla da molto prima. Nel Simposio di Platone uno dei commensali, Aristofane, racconta del mito dell’androgino un terzo genere accanto a maschio e femmina che partecipa però delle caratteristiche di entrambi. Anche la figura di Ermafrodito (figlio di Ermes e Afrodite) è quella di un individuo ibrido che racchiude in sé entrambi i sessi. Infine, sempre per rimanere in quel periodo remoto un caso emblematico di transizione da un sesso all’altro è quello dell’indovino Tiresia che divenne donna per sette anni per poi ritornare ad essere uomo. E sono diversi i casi in cui, in altre culture, alla capacità profetica (ovvero quella di accostarsi al divino) corrisponde un mutamento di genere. Insomma, il transessualismo, lungi dall’essere un’invenzione della fantomatica ideologia gender, è sempre stata una condizione che ha accompagnato il percorso dell’umanità. Oggi la scienza medica consente di operare un cambiamento più rispondente all’identità di genere di un individuo, ma per Veccia in realtà è uno dei drammi della contemporaneità, perché “la tecnologia può consentire agli esseri umani di prescindere dal proprio corpo“. Un po’ come volare, andare in macchina, sconfiggere le malattie.
Non contento poi Veccia se la prende con i veri gender studies, ovvero quella branca del sapere che studia l’attribuzione di un ruolo sociale ad un determinato sesso. Ad esempio, perché in alcune società (anche la nostra fino a qualche decennio fa) le donne erano quelle che avevano il compito di stare a casa e gli uomini invece potevano lavorare e fare carriera? Oppure ancora, perché a parità di competenze e abilità una donna prende meno di un uomo pur esercitando la stessa mansione?
Domande – e risposte – pericolose solo per coloro che hanno paura di una parità tra i generi.
Il genere (gender) non è il sesso (che è biologicamente determinato), il genere è una costruzione sociale e individuale. Paradossalmente un aiuto ce lo dà proprio Veccia quando ricorda il caso di Bruce/Brenda/David seguito da John Money.
In questo famoso caso Money consiglio (sbagliando) ai genitori di un bambino rimasto gravemente menomato durante la circoncisione di compiere una procedura di riassegnazione di sesso, Bruce divenne così Brenda. Le cose non andarono bene perché Bruce/Brenda non si riconobbe mai nell’identità che gli altri avevano scelto per lui, sentendosi invece un maschio. Al di là dei gravi errori clinici compiti da Money in questo caso, la vicenda ci mostra come non sia sufficiente che la società ti dica “sei maschio” oppure “sei femmina”, perché l’identità di genere è un’esperienza privata.