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Anis Amri: l'uomo ricercato per l'attacco di Berlino
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-12-21
Ha presentato richiesta di asilo in Germania ad aprile e ha ricevuto un permesso di soggiorno provvisorio. L’uomo era sotto osservazione per i suoi legami con un imam accusato di estremismo islamico, ma questo mese era riuscito a far perdere le sue tracce
“C’è un nuovo sospettato che viene ricercato. È un sospettato e non necessariamente il colpevole”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Thomas de Maizière a Berlino riferendosi al cittadino tunisino Anis Amri. Nei suoi confronti “è stato emesso alla mezzanotte un mandato di cattura per la Germania e per tutta l’area Schengen, quindi anche per l’Europa”, ha aggiunto il ministro. Anis Amri ha 23 anni ed è nato a Tataouine in Tunisia. Documenti dell’Ufficio asili che appartengono all’uomo sono stati ritrovati nell’abitacolo del tir utilizzato nell’azione.
Anis Amri: l’uomo ricercato per l’attacco di Berlino
Anis Amir ha utilizzato almeno tre diversi nominativi. Ha presentato richiesta di asilo in Germania ad aprile e ha ricevuto un permesso di soggiorno provvisorio, come ha scritto Sueddeutsche Zeitung. Un altro sospetto arrestato – un 23enne pachistano richiedente asilo – era stato rilasciato martedì per insufficienza di prove. Un provvedimento che ha scatenato le paure per un terrorista in fuga e ha gettato sull’orlo di una crisi di nervi un Paese già traumatizzato. Amir era arrivato in Italia nel 2012, nel luglio 2015 aveva poi raggiunto la Germania e dall’aprile 2016 risultava “tollerato”. Era stato poi “fermato dalla polizia nello scorso agosto con un falso documento d’identità italiano a Friedrichshafen”, località sul lago di Costanza, al confine con la Svizzera, continua la Sueddeutsche. In quel momento risultava registrato in un centro per richiedenti asilo a Emmerich sul Reno, nell’area di Kleve, al confine con l’Olanda, ma poi il domicilio era stato cancellato dalle autorità locali. “Anis A. doveva essere noto alla polizia”, aggiunge il quotidiano di Monaco.
La polizia nel Nordreno-Vestfalia, un Land della Germania, sta preparando “azioni imminenti” in relazione all’attentato.Il giovane, secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, aveva ricevuto un permesso per restare in Germania ad aprile, ma era stato classificato come soggetto “pericoloso” dalle autorità. Per la precisione aveva ottenuto un Duldungsbescheinigung, un documento che consente la permanenza su territorio tedesco senza aver ancora ottenuto l’asilo. Era sotto osservazione per i suoi legami con il predicatore Abu Walaa, accusato di estremismo islamico, ma questo mese era riuscito a far perdere le sue tracce. Secondo il quotidiano ha utilizzato tantissime diverse identità, almeno otto, e con una di queste aveva presentato richiesta di asilo. A novembre la polizia ha arrestato Abu Walaa insieme con altri quattro uomini, considerati legati allo Stato Islamico in Germania. Il tunisino, che ha età compresa tra i 21 e i 23 anni, possiede inoltre diversi passaporti ed era noto alla polizia per lesioni personali gravi. Secondo Die Welt il ragazzo sarebbe ferito.
La caccia all’uomo
De Maiziere ha sottolineato che vengono portate avanti diverse piste nell’ambito dell’inchiesta, ma “dovremmo permettere che i servizi di sicurezza svolgano il loro lavoro”. “Nessuno si risparmierà finchè l’autore o gli autori non saranno catturati”, ha dichiarato all’emittente pubblica Ard. L’agenzia di stampa Amaq, riconducibile all’Isis, ha scritto che “un soldato dello Stato Islamico” ha compiuto una strage a Berlino “in risposta agli appelli a colpire i cittadini dei Paesi della coalizione”. La Germania fa parte della coalizione sotto comando statunitense che combatte l’Isis in Siria e in Iraq. La Tunisia è uno dei principali “fornitori di combattenti jihadisti”, con circa 5.500 suoi connazionali che si ritiene siano coinvolti nei combattimenti in Siria, Iraq e Libia. L’attentato arriva in un momento molto delicato per il cancelliere Angela Merkel, che nel 2017 correrà per un quarto mandato ma ha già dovuto fronteggiare aspre critiche dall’interno per aver aperto lo scorso anno le frontiere ai rifugiati.
Con un duro colpo agli inquirenti, i procuratori federali hanno annunciato di aver dovuto scarcerare l’unico sospetto arrestato, non essendo riusciti a trovare alcuna prova che lo collegasse al più grave attentato in Germania degli anni recenti. Il pachistano era stato arrestato lunedì a tarda ora, dopo essere stato visto gettarsi fuori dal finestrino e abbandonare il luogo dell’attentato. Le autorità avevano espresso crescenti dubbi sul fatto di aver messo le mani sul sospetto giusto e l’uomo ha ripetutamente negato le accuse che gli venivano contestate. Dopo il rilascio di questo sospetto, il capo della polizia di Berlino – Klaus Kandt – ha dichiarato ai microfoni di Ard che “uno o più” responsabili sono in fuga e probabilmente armati. La polizia sta vagliando più di 500 segnalazioni dei cittadini ed esaminando tracce di dna rinvenute sul tir.
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