Andrea Bacci: gli spari contro l'auto dell'amico di Renzi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-01-24

Due colpi di pistola contro la Mercedes dell’imprenditore Andrea Bacci, amico della famiglia Renzi, già socio di papà Tiziano e autore della ristrutturazione della villa di famiglia di Pontassieve. È accaduto nel piazzale della sua ditta «Ab Florence» a Scandicci e la procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla vicenda.

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Due colpi di pistola contro la Mercedes dell’imprenditore Andrea Bacci, amico della famiglia Renzi, già socio di papà Tiziano nella Party, già autore della ristrutturazione della villa di famiglia di Pontassieve, candidato ad assumere la carica di amministratore delegato di Telecom Sparkle. È accaduto nel piazzale della sua ditta «Ab Florence» a Scandicci e la procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla vicenda.

Andrea Bacci: gli spari contro l’auto dell’amico di Renzi

La  Ab Florence è un’azienda specializzata in prodotti di pelletteria e si trova in via delle Nazioni Unite nella zona industriale del comune dell’hinterland di Firenze.  Bacci, racconta oggi il Corriere della Sera, era arrivato alla Ab Florence (azienda nella quale ha un incarico) nella prima mattinata. Bacci era stato indagato in un’inchiesta su fatture false e bancarotta fraudolenta:

Aveva parcheggiato l’auto come sempre e poi aveva partecipato ad alcune riunioni di lavoro. Nessuno ha sentito gli spari e il rumore dei vetri in frantumi, né si è accorto che uno dei proiettili, probabilmente rimbalzando, ha colpito gli infissi di una finestra dell’azienda, scheggiandoli. Solo più tardi, quando Bacci si è avvicinato alla sua auto, si è accorto dei danni. In un primo momento ha pensato a un tentativo di furto o all’opera di un vandalo. Poi, dopo l’arrivo dei carabinieri, la certezza degli spari e il ritrovamento di due proiettili.
Un episodio che gli investigatori hanno definito inquietante. La Procura di Firenze, guidata da Giuseppe Creazzo, ha aperto un fascicolo e si sta indagando su ogni possibile pista. Una decina di giorni fa Bacci era stato indagato con altri sei in un’inchiesta della Guardia di finanza su presunte fatture false, ricorso abusivo al credito e bancarotta fraudolenta. Nel mirino della fiamme gialle Bacci era finito come proprietario della Coam Costruzioni, azienda di Rignano sull’Arno che aveva lavorato all’ampliamento dell’outlet Gucci. Si era parlato anche di un’evasione fiscale milionaria.

Quando Renzi era presidente della Provincia di Firenze lo nominò nel consiglio di amministrazione della Mukki, azienda del latte di Firenze; poi Bacci si ritrovò nella Florence Multimedia e presidente della SILFI, l’azienda che gestisce l’illuminazione pubblica della città. Scrive Repubblica che Bacci è finito nel fascicolo aperto dalla procura diretta da Giuseppe Creazzo in qualità di ad della Coam di Rignano, società di costruzioni in procedura fallimentare. Bacci è anche partner di Nikila Invest, gruppo che si occupa soprattuto di costruire e gestire outlet e che a Firenze, dopo aver acquisito l’antico marchio della cioccolata Rivoire, sta trasformando in residence il vecchio Teatro. In passato la Nikila possedeva il 40% della Party srl, società che faceva capo a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier.
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Andrea Bacci non ha paura perché un amico di Renzi non teme nulla

In un’intervista a Repubblica Bacci spiega che in ogni caso non è indagato per false fatture ma per ricorso abusivo al credito nella vicenda che sembra collegata agli spari contro la sua Mercedes, e poi sostiene che un amico di Renzi non debba temere nulla:

Bacci, ha paura?
«Paura? Macché. Non ho mai paura di nulla. Uno che sta con Renzi non può avere paura di nulla nella vita».
Ma aveva ricevuto qualche minaccia prima di oggi?
«Mai, mai ricevute. Chi è che mi ferma per strada e mi minaccia? Se qualcuno ci prova gli salto addosso».
Era in azienda quando sono stati esplosi i due colpi?
«No, non ero lì».
Ha qualche idea, qualche sospetto, su chi possa essere stato?
«Assolutamente no».
Forse qualcuno che ha a che fare con l’inchiesta che la coinvolge?
«Non credo. E poi è bene precisare che non sono indagato per false fatturazioni. Io con questa roba non c’entro niente. Semmai mi si accusa di ricorso abusivo al credito. Che è una roba che fa ridere rispetto alle false fatturazioni».

Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Non ci sono feriti. Secondo prime informazioni i presenti non si sarebbero subito resi conto degli spari e hanno dato l’allarme un po’ dopo. I due colpi hanno raggiunto i vetri dell’auto, una Mercedes, mandandoli in frantumi. Uno dei proiettili è rimbalzato e ha scheggiato il vetro di una finestra della ditta.

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