Le mascherine senza idoneità dell’Alto Adige

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-22

Ci sono dubbi sull’efficacia filtrante delle mascherine e in alcuni casi “i rapporti appaiono alterati in varie parti con scritte sovrapposte e cancellature”. Sui camici destinati ai medici compare persino la dicitura “Not for hospital use”

article-post

Dopo la bandana anti-Coronavirus che non proteggeva dal Coronavirus in Alto Adige hanno fatto un altro salto di qualità importando  dalla Cina di milioni di mascherine e tute protettive risultate non idonee e bocciate dai tecnici dell’Inail. Gli importi dei contratti sfiorano i 35 milioni di euro. E così la presidente dell’ordine dei medici Monica Oberrauch lo scorso 10 aprile ha scritto al ministro della Salute per chiedere un’ispezione urgente, segnalando “il fatto sconcertante che ha lasciato i medici della Provincia autonoma di Bolzano in condizioni precarie in tema di dispositivi di protezione individuale”. Racconta oggi Il Fatto Quotidiano:

A marzo l’azienda sanitaria di Bolzano, con un affidamento diretto per via dell’emergenza, incarica la ditta altoatesina Oberalp (che commercia il noto marchio di attrezzatura sportiva Salewa) di importare un milione di mascherine chirurgiche, 500mila Ffp2 e Ffp3 e 430milatute protettive per i medici e gli infermieri in prima linea contro il Covid-19, un ordine da 9,3 milioni di euro. Per sbloccare il trasporto, il presidente Arno Kompatscher dichiara al quotidiano Alto Adige di aver istituito un canale diretto con il presidente austriaco Kurz per attivare un ponte aereo con l’Austria Airlines. I dispositivi arrivano, ma il 16 aprile l’Inail verifica il materiale ed esprime un parere negativo: “La documentazione fornita per tutti i dispositivi non risulta sufficiente per condurre una valutazione di conformità”, ci sono dubbi sull’efficacia filtrante delle mascherine e in alcuni casi “i rapporti appaiono alterati in varie parti con scritte sovrapposte e cancellature”.

alto adige mascherine senza idoneità

SUI CAMICI destinati ai medici compare persino la dicitura “Not for hospital use”. La bocciatura diventa ufficiale il successivo 23 aprile, con una delibera Inail che dichiara mascherine e tute cinesi non idonei ad essere usati come dispositivi di protezione individuali e vieta all’importatore “l’im missione in commercio dei prodotti come dpi”. Il 28 marzo, prima del parere dell’istituto italiano, anche un ente certificatore austriaco aveva valutato negativamente l’efficacia delle mascherine, precisando che aderivano male al viso. Ma la frittata ormai è fatta.

Sulla vicenda  indaga la procura di Bolzano, che ha iscritto nel registro degli indagati il direttore generale dell’azienda sanitaria di Bolzano, Florian Zerzer, e il dirigente d’azienda altoatesino Christoph Engl, amministratore delegato di Oberalp.

Leggi anche: Come le Regioni riducono i tamponi nella Fase 2 (e la Lombardia ne fa quanti la Basilicata)

Potrebbe interessarti anche