La morte di Abdesselem El Danaf: cos'è successo ieri sera alla GLS di Montale

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-09-15

Ieri notte un operaio di 53 anni padre di cinque figli è stato travolto e ucciso da un TIR durante un presidio sindacale a Montale in provincia di Piacenza. Ma la procura smentisce che in quel momento fosse in atto una manifestazione sindacale. Abbiamo parlato con chi era lì

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Un uomo è rimasto ucciso ieri durante un presidio sindacale organizzato dall’Unione Sindacale di Base fuori dalla sede piacentina del corriere espresso GLS. Alle 23:45 un TIR, uscendo dai cancelli dell’azienda ha travolto e ucciso Abdesselem El Danaf che stava partecipando al picchetto fuori dai cancelli. Secondo i sindacati e i lavoratori l’autista del mezzo è stato spronato da un preposto a forzare il blocco, sotto gli occhi della Polizia. Ma la procura smentisce la ricostruzione degli operai spiegando che in quel momento “non era in atto alcuna manifestazione sindacale”. Vediamo se è vero.

Cosa è successo ieri sera davanti alla GLS di Montale

I lavoratori, appartenenti al sindacato di base USB di Piacenza, si erano riuniti in assemblea ieri sera per discutere del mancato rispetto degli accordi nazionali riguardanti l’assunzioni dei precari a tempo determinato. Inizialmente era stato accordato ai lavoratori e alle rappresentanze sindacale di discutere dell’accordo riguardante la riassunzione dei lavoratori della SEAM (ditta in appalto della GLS) a tempo determinato all’interno del magazzino dell’azienda secondo quanto stabilito da un accordo raggiunto a fine maggio. In seguito al diniego della dirigenza i rappresentanti sindacali sono stati invitati dalla Questura ad uscire e a proseguire le trattative all’esterno, in un bar, a circa un centinaio di metri dalla sede della GLS. I lavoratori invece sono rimasti in attesa fuori dal cancello ed erano già stati avvertiti che qualora le trattative non fossero andate a buon fine si sarebbe proceduto con il blocco. Dopo un’ora di incontro con esito negativo i rappresentanti sindacali hanno comunicato il risultato della trattativa ai lavoratori che di comune accordo hanno deciso di uno sciopero stabilendo di dare vita ad un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, È stato proprio in quel momento, ovvero nei minuti intercorsi tra la comunicazione della fine delle trattative e l’organizzazione vera e propria del presidio, che il lavoratore, impiegato nell’azienda dal 2003, è stato travolto e ucciso da un camion che voleva superare il picchetto per uscire in strada del piazzale. Abdesselem El Danaf stava infatti procedendo verso il cancello richiamando l’attenzione dei suoi colleghi con un megafono. L’autista del mezzo, ha raccontato a neXtquotidiano la dirigente USB Maria Teresa Chiarello che era presente sul posto è stato incitato a sfondare il picchetto da un preposto della GLS che dopo aver consegnato la bolla di carico al conducente ha battuto con una mano sulla portiera del mezzo che, specifica la Chiarello, stava uscendo dal cancello d’ingresso e non da quello d’uscita a velocità sostenuta. Inutili i soccorsi del 118, i medici hanno tentato invano di rianimare l’uomo investito dal camion che è deceduto sul posto. La scena si è svolta sotto gli occhi degli agenti di Polizia che erano presenti per sorvegliare la manifestazione, sono stati loro a trarre in salvo il conducente del mezzo che stava per essere linciato dai manifestanti inferociti dopo aver appreso la notizia della morte del loro compagno. Abdesselem El Danaf, un lavoratore di origine egiziana di 53 anni, padre di cinque figli era considerato da tutti un grande lavoratore e pur non essendo precario aveva deciso di unirsi alla protesta sindacale.
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La Polizia smentisce: “nessun blocco”

Secondo USB la Polizia, che era sul cancello, non è intervenuta per fermare il mezzo ma a quanto pare stando alle dichiarazioni dell capo della procura di Piacenza Salvatore Cappelleriquando è avvenuto l’incidente non era in atto alcuna manifestazione all’ingresso della Gls“, l’autista 43enne, arrestato nell’immediatezza, è già stato rilasciato ed è indagato a piede libero per omicidio stradale. Cappelleri smentisce la ricostruzione data dai lavoratori raccontando quasi la storia di un suicidio al rallentatore spiegando che

grazie alla presenza di una pattuglia della polizia in quel momento sul posto abbiamo potuto effettuare subito una ricostruzione attendibile dell’incidente. Quando il Tir è uscito dalla ditta, dopo le regolari operazioni di carico, ha effettuato una manovra di svolta a destra. Inoltre escludiamo categoricamente che qualche preposto della Gls abbia incitato l’autista a partire. Davanti ai cancelli in quel momento non vi era alcuna manifestazione di protesta o alcun blocco da parte degli operai, che erano ancora in attesa di conoscere l’esito dell’incontro tra la rappresentanza sindacale e l’azienda. Allo stato attuale delle indagini riteniamo che l’autista non si sia accorto di aver investito l’uomo che è stato visto correre da solo incontro al camion che stava facendo manovra. Per questo si è deciso di rilasciare l’autista che, tra l’altro, è anche risultato negativo ai test di accertamento per le sostanze stupefacenti e l’alcol.

Sul fatto che non ci fosse alcuna manifestazione in atto il video qui sopra, postato da uno dei lavoratori dell’azienda, dove si vede circa una decina di lavoratori davanti al cancello sembra in parte smentire la ricostruzione della Polizia. Rhiad Zaghdani, dell’USB,  ha raccontato così i fatti della tragedia di Montale:

avevamo indetto un’assemblea per protestare contro la mancata stabilizzazione di 13 lavoratori a tempo determinato; è stato organizzato un incontro con l’azienda, andato male: per questo si è deciso di attuare il blocco.
Un camion in partenza ha iniziato ad avanzare, il nostro compagno pensava si sarebbe fermato e dal canto suo forse l’autista riteneva che si sarebbe spostato: il tir lo ha investito e trascinato per alcuni metri.

Una versione che non fa riferimento alle azioni di incitamento del preposto GLS e che sembra confermare la tesi secondo la quale l’autista del camion non avesse alcuna intenzione di uccidere Abdesselem El Danaf e che si sia trattata di una tragica fatalità ma al tempo stesso smentisce la Polizia, il blocco stava per essere posto in essere e del resto lo scopo del picchetto è quello di fermare l’attività dell’azienda quindi non ci si poteva aspettare che il lavoratore ucciso si spostasse. Riccardo Germani, di Usb, che era presente alla manifestazione ha raccontato i drammatici attimi durante i quali l’autista del camion, incitato da un addetto, ha tentato di forzare il blocco:

Il conducente del camion che ha travolto e ucciso il nostro lavoratore è stato incitato a forzare il picchetto da un addetto vicino all’azienda. Gli urlavano ‘parti, vai!’ e quello è partito investendo il nostro aderente.

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Negli ambienti di USB si parla apertamente di omicidio padronale e si segnala che episodi analoghi, fortunatamente senza vittime, erano già avvenuti presso altre sedi della GLS. USB ha annunciato uno sciopero nazionale del comparto della logistica e un presidio davanti alla Prefettura di Bologna per protestare contro la morte del lavoratore e il trattamento riservato ai lavoratori del comparto.


Solidarietà è giunta anche dall’Onorevole Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle, che su Twitter ha invitato a fare chiarezza sugli eventi di ieri notte. Da Bobo Craxi


e dalla CGIL

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