I 22 sgomberi pronti a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-23

Tra questi non c’è l’edificio di via Napoleone III in cui dimora Casapound. Palazzi su cui pendono sentenze che impongono al ministero dell’Interno salatissimi risarcimenti a favore dei legittimi proprietari, la restituzione immediata del bene o il suo sequestro

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A Roma ci sono 22 sgomberi pronti. Ma tra questi non c’è l’edificio di via Napoleone III in cui dimora Casapound. Il documento stilato dalla prefettura che Repubblica Roma ha potuto consultare e di cui parla oggi in un articolo a firma di Lorenzo D’Albergo dice che dono 22 — su un totale di 88 — gli immobili occupati su cui palazzo Valentini, ente territoriale del Viminale del vicepremier Matteo Salvini, promette di intervenire il prima possibile. Palazzi su cui pendono sentenze che impongono al ministero dell’Interno salatissimi risarcimenti a favore dei legittimi proprietari, la restituzione immediata del bene o il suo sequestro. La graduatoria, come detto, è lunga. E inizierà a scorrere una volta terminate le operazioni di sgombero di due casi ormai sul tavolo da mesi: entro agosto verranno liberate le occupazioni di via Cardinal Capranica, a Primavalle, e via del Caravaggio, zona Tor Marancia. Poi sotto con gli altri.

22 sgomberi roma
La mappa dei 22 sgomberi a Roma (La Repubblica Roma, 23 aprile 2019)

Si parte da via Antonio Tempesta, a Tor Pignattara, dove vivono 25 famiglie con bambini. Per poi finire coi 100 abitanti del vecchio immobile Inps in Corso d’Italia. Nel mezzo c’è di tutto. Al terzo posto della graduatoria, per esempio, si trova il Nuovo cinema Palazzo. Sì, proprio la residenza artistica nel cuore di San Lorenzo che ha ospitato Marcello Fonte e che con lui lo scorso maggio ha festeggiato la Palma d’Oro vinta grazie a Dogman, il film di Matteo Garrone sul “canaro della Magliana”. Occupato dal 15 aprile 2011, come si legge nelle carte della prefettura, ora va liberato.

Lo stesso destino spetterà al centro sociale Acrobax, che ha preso gli spazi dell’ex cinodromo comunale, e allo Strike di via Umberto Parini, zona Portonaccio. Le due autogestioni, ritrovi della sinistra capitolina, sono rispettivamente alle postazioni numero otto e nove del listone. Un passo indietro, al quarto posto, e si scova anche l’ex stabilimento Fiorucci di via Prenestina 913, il Museo dell’Altro e dell’Altrove. Sull’esposizione curata da Giorgio De Finis, poi promosso dal vicesindaco Luca Bergamo al Macro, pende una sentenza da 27,9 milioni di euro. Ma anche la richiesta di vincolo che lo stesso numero due del Campidoglio ha inoltrato al Mibact. Si vedrà.

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