La lettera a Marcello Foa per il servizio sul signoraggio su Rai2

Categorie: Opinioni

La Società Italiana degli Economisti ha inviato una lettera al presidente della Rai Marcello Foa per contestare l’incredibile sequela di sciocchezze sul signoraggio contenute nel servizio che Alessandro Giuli, l’autore, ha tentato di spacciare per editoriale dimenticando che 2+2=5 è difficile farlo passare per “opinione”.



Nella lettera, pubblicata anche sul sito della SIECON, la Società Italiana Economisti scrive:



è con grande sconcerto che, rispondendo a numerose segnalazioni, abbiamo visto il servizio sul signoraggio all’interno della trasmissione Povera Patria andata in onda su RAI 2 il 25 gennaio. La trasmissione, rivolta ad un pubblico ampio, ha trascurato le basilari regole della divulgazione scientifica che necessitano di coniugare la semplicità ed efficacia nei modi di comunicazione con la assoluta correttezza scientifica dei contenuti. Il trattamento del tema del Signoraggio è stato a dir poco impreciso, inesatto e scientificamente fallace nei nessi causali proposti, che attribuiscono l’emergere del debito pubblico in Italia alla gestione della politica monetaria della Banca d’Italia, definita “banca privata”, e ai suoi sviluppi europei. La trasmissione sopra citata incrementa la produzione e la diffusione di informazioni inesatte che la RAI, adempiendo al suo mandato di servizio pubblico, dovrebbe contribuire a combattere soprattutto in un campo, come quello dell’economia, in cui la scuola italiana non fornisce nemmeno le più elementari conoscenze di base.

E’ con viva preoccupazione che le scriviamo questa lettera, chiedendo che i contenuti economici delle trasmissioni RAI siano affidati a giornalisti competenti, che pongano la conoscenza scientifica alla base dei loro servizi.



In attesa di una sua risposta e del veder attuare in futuro ciò che auspichiamo, le inviamo i nostri rispettosi saluti

Tra le firme della lettera c’è anche quella di Donato Masciandaro, economista il cui nome è stato fatto nei giorni scorsi come candidato alla presidenza della CONSOB, dove ufficialmente per Lega e grillini c’è solo Marcello Minenna. Qualche giorno fa, per risolvere lo stallo sulla questione della presidenza, è uscito anche il nome di Luigi Zingales.

Il signoraggio ha avuto comunque molti avversari di prestigio, da Sara Tommasi ad Alfonso Marra passando per Salvo Mandarà: Alessandro Giuli è comunque in ottima compagnia. In ogni caso è bene ricordare che:

1) I profitti delle banche centrali non sono dati dal valore facciale delle banconote meno il costo di produzione delle stesse. Io ne ero convinto in 1ª elementare, poi sono cresciuto e mi sono informato. I profitti delle Banche centrali sono dati dagli interessi dei titoli che le banche centrali ricevono come contro partita in cambio della moneta emessa. La moneta emessa è una passività, i titoli ricevuti sono un’attività. Tali profitti sono in parte trattenuti (spese di struttura e riserve) e in parte rigirati agli stati. Nessuno ruba i soldi a nessuno.

2) La Banca d’Italia non è privata. Non lo è formalmente e non lo è sostanzialmente. È vero che Goebbels ci insegna che una menzogna a furia di essere ripetuta viene creduta, ma una menzogna creduta rimane pur sempre una menzogna.

3) Il debito pubblico si origina in un modo molto semplice che può essere compreso persino da Freccero, Foa e Giuli: lo stato spende più di quello che incassa. Punto. Qualsiasi riflessione più raffinata di quella che ho appena espresso richiede, per essere capita, un’intelligenza superiore a quella di un acaro. Se non siete sicuri di possederla non confezionate video divulgativi su RAIDUE.

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