Tanto tuonò che piovve. Al III Municipio il M5S rischia di iniziare l’anno nuovo con un Presidente di Municipio in meno. Dopo le dimissioni a marzo di Paolo Pace (VII Municipio) ora ad essere in bilico è la poltrona di Roberta Capoccioni, pentastellata fedele a Roberta Lombardi. Non che la notizia sia una sorpresa, visto che da qualche settimana il M5S non ha più la maggioranza in consiglio municipale. Tutti si chiedono come farà la Capoccioni – azzoppata dai suoi stessi consiglieri – a governare senza l’appoggio dell’Aula.
I problemi al III Municipio sono iniziati subito dopo le elezioni, 18 mesi fa. Diversi attivisti non hanno gradito la decisione della Capocccioni di nominare assessore Giovanna Tadonio, nota ai più per essere la moglie del Presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito. Ma non sono state solo le nomine ad aprire una frattura nella maggioranza: alcuni consiglieri pentastellati – Francesca Burri in testa – hanno spesso criticato il modo con cui la Capoccioni ha gestito la macchina municipale. A quanto pare la Capoccioni sarebbe troppo accentratrice e non condividerebbe le sue decisioni con la giunta e i consiglieri.
A settembre la prima defezione: Donatella Geretto lascia il MoVimento ed entra in Fratelli d’Italia. A dicembre, dopo il passaggio al gruppo misto dei consiglieri Francesca Burri, Donatella Digiacinti e Valerio Scamarcia e le dimissioni del presidente del consiglio Mario Novelli il M5S ha pure perso la presidenza del consiglio, che è passata a Vincenzo Di Giamberardino di FdI. Ieri Francesca Burri, che con le sue mozioni ha messo in crisi il M5S, ha deciso di giocare a carte scoperte pubblicando su Facebook la mozione di sfiducia a Roberta Capoccioni. In calce ci sono per ora solo tre firme, ovvero quelle di Burri, Digiacinti e Scamarcia. Non bastano ovviamente perché in base al regolamento la mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei componenti del Consiglio. Inoltre per far passare la mozione serve invece il foto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri.
Non risulta però che tutti siano sicuri di volerlo fare, ieri il capogruppo di FdI Emiliano Bono aveva lanciato sul suo profilo Facebook una sorta di sondaggio sulla mozione Burri per chiedere agli elettori se appoggiarla o meno. Oggi su Repubblica Paola Ilari, segretaria del Pd del III municipio, e il capogruppo dem Paolo Emilio Marchionne fanno sapere di essere pronti a sostenerla:«Apprendiamo con soddisfazione la notizia della mozione firmata dai tre consiglieri “dissidenti” Non possiamo che sostenerla: più volte avevamo chiesto le dimissioni della minisindaca, che ha di mostrato di non aver più i numeri per governare, ma soprattutto capacità per gestire il municipio».