«Torna in Africa», lo sbrocco dei patridioti per il remix di Vossi Bop di Ghali

Oggi i fan di Salvini fanno gli straordinari, c'è da difendere il Capitano da un altro terribile attacco. E così invitano Ghali a "tornarsene al suo paese", ma lui è nato a Milano e il suo paese è l'Italia

Il remix Vossi Bop è il nuovo pezzo di Ghali, rapper italiano di origini tunisine. Se vi interessa capire l’importanza del brano di Ghali anche e soprattutto per il feat con Stormzy (uno che per dire ha fatto l’headliner a Glastonbury e non le manda a dire a Theresa May) ne ha scritto in maniera approfondita Vice qui. A noi qui interessa un’altra cosa: le strofe in cui il rapper critica la politica di Matteo Salvini.



Ghali e quei meticci ostili che criticano Salvini

I passaggi sono due. Il primo è un attacco diretto alle politiche anti immigrazione e anti Rom del ministro dell’Interno. «Salvini dice che chi è arrivato col gommon / Non può stare .it ma stare .com / Anche se quando consegnavo pizze ai campi Rom / Mi lasciavano più mance degli artisti Pop». La seconda invece è un riferimento alle amicizie pericolose del Capitano, in particolare a quel Luca Lucci, capo ultras del Milan arrestato per spaccio e a cui recentemente sono stati sequestrati beni per circa un milione di euro. Sul rapporto “di amicizia” tra Salvini e Lucci Ghali scrive questo «Alla partita del Milan ero in tribuna con gente / C’era un politico fascista che annusava l’ambiente».



Ora naturalmente la musica di Ghali può piacere non piacere. Come diceva quello, magari non siete ancora pronti per questa musica, ma ai vostri figli piacerà. E anche se non dovesse piacere a tutti non è questo il punto. Ma siamo in Italia, un paese dove sulla pagina Facebook del Ministro dell’Interno si possono leggere a cadenza quasi quotidiana disgustosi insulti sessisti. Che volete che sia insultare un negretto? Un gioco da ragazzi.



Il punto è che Ghali (al secolo Ghali Amdouni) è un cantante italiano (è nato a Milano nel 1993) di origini tunisine. Tutti quelli che non gradiscono la canzone perché critica Salvini e ritengono che il Capitano non sia fascista (opinione legittima ma il brano non è un trattato di politica) sostengono che se a Ghali non sta bene in Italia può sempre tornarsene in Africa. Qualcuno rimpiange un po’ che non ci sia il Fascismo in Italia, perché potrebbe servire a proteggerci da questi meticci ostili.

Non è che in Italia per caso abbiamo un problema con gli “stranieri”?

Ma guai a dire che in Italia c’è un problema di xenofobia o di razzismo. Perché vi risponderanno per le rime chiedendovi se al suo paese (Milano) “c’è la libertà che ha qui di giudicare tutti” (sottointeso, no, quindi zitto e ringrazia, negher). Che è un po’ la versione del non facciamo costruire moschee in Italia perché in Arabia Saudita non ci sono chiese. Magari quello che ha pubblicato questo commento è uno che quando Salvini dice che la Tunisia (paese natale dei genitori di Ghali) è un porto sicuro per i migranti lo vanno a ripetere nei commenti degli articoli sull’ennesimo salvataggio delle Ong.

C’è una bella differenza tra dire che Salvini è un politico fascista e che il Governo italiano è fascista. Ma ai nostalgici del Ventennio queste cose non passano nemmeno per l’anticamera del cervello. Nessuno si azzardi a far notare quanto siano vicine le parole d’ordine di Salvini a quelle degli estremisti di destra alla Tarrant o alla Traini. Tanto Ghali è un radical chic. Poco importa si sia fatto il mazzo per arrivare dove è ora.

Anzi, dovrebbe smettere di fare il cantante, e magari andare a fare il lavapiatti su qualche nave ONG. Che poi è ovvio, è tunisino che cosa ci potevamo aspettare se non una canzone in cui critica Salvini? Ecco, questo è lo spirito giusto, perché mai un italiano di origine tunisina dovrebbe elogiare Salvini? Che motivo ha un ragazzo nato e cresciuto in Italia ma di origini straniere di dire che Salvini sta facendo tutto bene e che l’Italia è il Paradiso, soprattutto per chi non fa parte di uno di quei “popoli che abitano la penisola italica da centinaia d’anni“? La risposta è che non c’è nessuna ragione per farlo.

In realtà era un’intervista a Mahmood, ma tanto sti negri son tutti uguali no?

Agli altri, a quelli cui Ghali piace per la musica che fa, un po’ vengono i brividi a pensare che in Italia si può dire di tutto, minacciare tutti ma guai a toccare Salvini perché altrimenti le brigate dell’odio arrivano a inventarsi qualsiasi cosa su di voi, anche il fatto che avete partecipato all’Eurofestival e non sapete parlare inglese. Non dobbiamo stupirci «C’è chi ha la mente chiusa ed è rimasto indietro, come al Medioevo/ Il giornale ne abusa, parla dello straniero come fosse un alienoSenza passaporto, in cerca di dinero».

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